Terminator: Destino Oscuro riprende a narrare la storia di Sarah Connor da dove si era interrotto Terminator 2 e cancellando le altre linee temporali. Con questo nuovo film ci ritroviamo fuori dall’equazione Terminator 3, Salvation e Genisys. La narrazione ricomincia 27 anni dopo la distruzione di Skynet, l’intelligenza artificiale realizzata dalla Cyberdyne Systems che avrebbe strappato La Terra dalle fredde mani del genere umano in favore delle macchine. Si tratta di un bel taglio netto all’universo che abbiamo conosciuto negli anni, il quale si prepara ad un nuovo corso. Tutto questo approderà nelle sale italiane il 31 Ottobre 2019.
Trama
L’inizio della pellicola mostra una serie di filmati che mostrano Sarah (Linda Hamilton) e la sua vita alternativa. Questa introduzione ha lo scopo di reintrodurre e contestualizzare la protagonista dei primi due film, assente dalla serie cinematografica per diciotto anni. Dopo di che lo scenario si sposta in New Mexico, la cui tranquillità è distrutta da due personaggi molto simili ai Terminator e provenienti dal futuro. Si tratta di una donna e un uomo, rispettivamente interpretati da Mackenzie Davis e Gabriel Luna. Essi hanno un solo obiettivo, Daniela Ramos, ragazza apparentemente comune che vive una vita tranquilla divisa tra casa, lavoro e una famiglia, costituita dal padre e dal fratello. Bastano poche scene per capire le loro vere intenzioni.
La donna si chiama Grace, è un’umana potenziata ed è stata mandata indietro nel tempo per proteggere la ragazza. Differentemente l’uomo è in realtà la nuova versione di terminator, composto da un esoscheletro e da una parte liquida modellabile che lo avvolge. Ebbene si, come direbbe un famoso videogioco, “War Never Changed”. Segue che nel due l’avvento della guerra non è stato sventurato, ma rimandato ad un futuro più lontano. L’unica speranza è Daniela e la sua salvezza. Inizia da qui una fuga che porterà i protagonisti a incrociare la strada con nuovi e vecchi personaggi nel tentativo di salvare il futuro da un nuovo dominio delle macchine.
Un nuovo inizio
Il film di Miller parte proprio dall’obbiettivo che gli è stato assegnato, ossia essere un sequel travestito da reboot che cerchi di ridare nuovamente dignità e lustro a una saga che ultimamente non trovava una quadra. Nel seguire questa unica ma tutt’altro che facilmente raggiungibile linea guida, il film raggiunge alcuni traguardi ma ne manca altri. Tuttavia il risultato che ci viene proposto è un more of the same dei primi due storici capitoli che si preoccupa troppo della sua eredità, scadendo nel citazionismo un po’ forzato.
Questo film nel bene e nel male è figlio della collaborazione di James Cameron e Tim Miller. Il loro intento è stato di proporre sul grande schermo un action che sappia strizzare l’occhio ad una trama più moderna ma contemporaneamente vicina alle proprie origini. Cameron torna nella serie come produttore, investendo molto denaro in effetti digitali per ottenere un effetto credibile, che sappia trasmetta il giusto pathos. In questo campo il lavoro con Miller risulta più che soddisfacente e catartico. L’azione nel film si traduce in inseguimenti e combattimenti corpo a corpo, pensati in maniera adeguata tanto da risultare funzionali all’economia del film. Di questa cura potranno goderne maggiormente gli amanti dell’azione che troveranno pane per i loro denti.
Cast
Mackenzie Davis entra di netto nella serie dando vita al personaggio di Grace, perennemente divisa dal suo compito e la sua femminilità. Gabriel Luna si azzera e si cala in dei panni in metallo, divenendo un Terminator implacabile/indistruttibile quanto basta per essere convincente come lo fu il T-1000. Questi due personaggi sono i principali protagonisti di combattimenti davvero elettrizzanti, dove i potenziamenti della prima e la capacità di scissione del secondo si scontrano in un turbinio di esplosioni. Nonostante il ruolo da protagonista, invece, Natalia Reyes non ha saputo dimostrare un carisma adatto al suo ruolo di “superdonna”. La Dani della Reyes non riesce a calarsi a pieno nella parte in modo da risultare vera.
Un riscontro abbastanza positivo è il ritorno di Linda Hamilton. Naturalmente torna sul set con qualche anno in più ma riveste i panni di una Sarah Connor, che nonostante la sua età ha il carisma di sempre. In sostanza abbiamo un personaggio che ritroviamo dopo ventotto anni in gran forma, affiancato dallo storico T-800, interpretato da Arnold Schwarzenegger. Il loro rapporto conflittuale è uno degli elementi che fa sentire a casa i fan di vecchia data. L’uomo di ferro è protagonista della vena più ironica del film, regalando battute che spaziano dall’immigrazione clandestina al ruolo della donna nella società contemporanea. Questi temi è quasi scontato dire che sono con estrema semplicità o semplice ironia dato che ovviamente non sono il target del film.
Conclusioni
James Cameron e Tim Miller prendono in mano il franchise di Terminator e tracciano con Destino Oscuro un nuovo inizio nel tentativo di svecchiare il brand. Un sequel discreto che fa dell’azione ben concepita il suo cavallo di battaglia senza spingersi più in là. Di conseguenza pur essendo un more of the same dei primi due storici capitoli, Terminator: Destino Oscuro da convincere. Spreme tutto ciò che può dal passato del franchise in maniera intelligente e rispettosa, cercando di tracciare la strada verso un futuro che solo il tempo saprà svelare.