Panoramica
Ho provato in anteprima In Rays of the Light, in uscita su PS4/5, Xbox One, Series X/S e Switch il 17 marzo 2021. Il titolo è, in realtà, un remake del gioco The Light di Noskov Sergey (uscito nel lontano 2012) ed è stato ottimizzato dallo studio di Sometimes You, che si occupa di porting di giochi su console. Si tratta di un gioco esplorativo-meditativo in prima persona che tocca temi molto attuali e profondi, come il posto dell’uomo nel mondo, la vita e la morte.
Prima di iniziare ad addentrarci in questa avventura narrativa premetto che l’ho sperimentato su PlayStation 5, perciò ho potuto beneficiare dell’ottimizzazione per PS4 Pro (la massima per ora sviluppata) che gode di maggiori dettagli rispetto alla versione PS4 base.
Menù
Un menù essenziale vi catapulterà subito in In Rays of the Light. Da qui potrete iniziare o continuare l’avventura dal salvataggio più recente oppure caricare il gioco da un checkpoint precedente. Avrete poi a disposizione le impostazioni generali quali lingua, purtroppo per ora solo l’inglese, il tedesco e il russo, e vari settaggi per regolare la velocità della telecamera e la luminosità (consiglio: la velocità della telecamera impostatela al massimo, mentre la luminosità lasciatela predefinita). Infine un’ultima opzione vi farà controllare i comandi di gioco, essenziali da visualizzare prima di iniziare a giocare in quanto non esiste un vero e proprio tutorial su come utilizzarli.
Gameplay
Vi “sveglierete” quindi in un’aula disordinata, fatiscente e a dir poco lugubre di un’Università di Mosca. Una volta ambientati verremo provvisti subito di un elemento imprescindibile sia per il gameplay ma anche per il concetto che vi ruota attorno: una torcia. Tutto questo mi riporta alla mente un altro grande titolo che ho amato, sviluppato da The Chinese Room e Santa Monica, ossia Everybody’s Gone to the Rapture. Anche In Rays of the Light utilizza la luce ma non tanto come guida bensì come strumento: infatti è proprio grazie ad essa che potrete esplorare l’Università abbandonata e ormai “invasa” dalla natura, facendovi appunto luce nei posti bui, per scoprire i segreti celati dietro questo edificio e alla sua storia, nonché a capire come mai siete soli e abbandonati in questo posto dimenticato.
La componente esplorativa è fondamentale in quanto solo grazie ad essa si possono davvero ricavare tutte le risposte alle domande che vi porrete, grazie anche a vari appunti di un misterioso autore sparsi per tutta la mappa, i quali vi forniranno i racconti di ciò che è successo in passato e di cosa vi ha portati fino a qui. Inoltre inquietanti scritte sui muri vi indicheranno, a volte, la via da percorrere in modo abbastanza enigmatico.
Consiglio vivamente di attivare i sottotitoli del gioco, dato che nella parte di esplorazione del mondo troverete porte chiuse o ostacoli che vi impediranno di proseguire e, senza sottotitoli, non saprete perché non riuscite ad avanzare (per esempio alcune porte sono chiuse a chiave, ma senza sottotitoli non lo saprete mai). Nel corso dell’avventura troverete poi vari oggetti che vi serviranno nelle più disparate situazioni: sta a voi cercarli e capire quando è il momento di utilizzarli. Infine, come nota particolarmente gradita dal sottoscritto (e spero lo sia anche per voi), In Rays of the Light adotta sporadicamente dei puzzle che dovrete davvero ingegnarvi per riuscire a risolvere.
Purtroppo devo porre all’attenzione del lettore che, sebbene questo gioco dal punto di vista narrativo sia un vero e proprio spettacolo, ho notato alcune imperfezioni a livello tecnico. La prima di queste è, a mio parere, la più fastidiosa ed è dell’input lag dei comandi; infatti anche con la sensibilità telecamera al massimo, quando si ruota l’analogico per guardarsi attorno la risposta è abbastanza tardiva, tanto da essere notata. Saltuariamente poi ho notato dei vistosi cali di frame, soprattutto in concomitanza dei molteplici raggi di luce derivanti dal Sole e dalle ombre proiettate. Ovviamente queste piccole sbavature non inficiano sul risultato complessivo del titolo, che resta pienamente godibile per tutta la sua durata, seppur breve.
Grafica, musiche ed effetti sonori
Come già avrete notato dalle immagini presenti nell’articolo, il comparto grafico di In Rays of the Light è davvero sorprendente: i giochi di luci ed ombre, gli alberi, l’Università sono davvero resi quasi reali se visti da un’ampia prospettiva; altri particolari invece sono purtroppo meno curati, per esempio le piante rampicanti che ritroverete spesso nel gioco sembrano di fatto inanimate – se il vostro personaggio gli passerà attraverso rimarranno immobili senza nemmeno un movimento. Tutto sommato comunque si tratta di un risultato accettabile per un gioco di questo calibro, in cui la storia e il messaggio sono molto più importante rispetto alla resa grafica che, comunque, vuole la sua parte.
I complimenti invece vanno al reparto sonoro di In Rays of the Light, per la scelta azzeccata di musiche che si intrecciano alla perfezione con l’atmosfera del gioco, rendendo il tutto più piacevole e memorabile. Sono stato davvero rapito dalle melodie in sottofondo che smorzano quell’aria di angoscia che il giocatore prova ad esplorare una mappa in completa solitudine. Altra nota di merito sono gli effetti sonori che vengono riprodotti all’interno del gioco: il rumore del vento tra le fronde degli alberi, il cinguettio degli uccelli, il frantumarsi dei vetri quando ci passate sopra e molte altre piccole chicche fanno notare come l’acustica sia stata davvero curata nei minimi dettagli. Per evitare spoiler della trama vi dirò solamente che i suoni e le musiche non saranno sempre piacevoli, in alcuni momenti creeranno, infatti, un’atmosfera di tensione e paura… provare per credere!
In conclusione
Per terminare questa recensione vi lascio con alcuni miei pensieri su questo titolo. In In Rays of the Light il giocatore è completamente immerso nella trama che, come già citato, tratta pensieri molto profondi. Basti pensare alla contrapposizione tra la luce, rappresentante della vita, e il buio, capostipite della morte, e come l’intreccio di questi elementi rimandi a noi giocatori sensazioni contrastanti, prima la bellezza per la natura e l’ambiente in cui ci troviamo poi l’angoscia per le scoperte tetre che faremo. Personalmente anche posato il DualSense ho pensato molto al titolo e al messaggio che lascia ai propri protagonisti. Purtroppo il gioco non ha una grande longevità: se vorrete esplorare ogni singolo dettaglio lo potrete finire in un paio di ore, se invece correte dritti al sodo in un’ora potrete cavarvela benissimo. Ovviamente qui la longevità è il minore dei problemi, in quanto, per quello che gli autori volevano trasmettere, prolungare il gioco sarebbe stato solamente inutile, rischiando che diventasse noioso .
In Rays of the Light costerà poco meno di una decina di euro (7,99€) e, fidatevi, vi terrà incollati allo schermo, facendovi poi riflettere successivamente alla sua fine, perciò lo consiglio vivamente se, in un giorno di questa (infinita) pandemia, non sapete con che titolo dilettarvi. Se amate questo genere di giochi, In Rays of the Light è una piccola perla da non sottovalutare!