Lo spazio profondo e suoi lontanissimi misteri hanno sempre suscitato delle emozioni contrastanti nell’uomo. Il desiderio di scoprire l’ignoto è tanto forte quanto inquietante, spinto dalla necessità di risolvere l’eterno quesito: “siamo soli nell’Universo?”. Una domanda a cui Selene Vossas, l’astronauta americana protagonista di “Returnal“, ha trovato risposta. La nuova esclusiva PlayStation 5 di Housemarque può essere definita come il primo roguelike rientrante nella categoria dei tripla A. Un genere considerato per “pochi eletti”, inscenato da numerose produzioni indipendenti e dedicato agli utenti desiderosi di mettere alla prova i propri riflessi. Lo sviluppatore finlandese ha creato un’opera punitiva, spettacolare e priva di compromessi, incurante dei gusti e delle tendenze del “grande pubblico” e che vi darà del filo da torcere fin dalle prime battute. Siete pronti ad accettarne la sfida?
Un’aliena indesiderata
Durante una ricognizione a bordo della sua astronave Selene, unica protagonista di Returnal, capta uno strano segnale proveniente da un pianeta sconosciuto: Atropo. Il contatto con la stratosfera del luogo porta alla distruzione di uno dei due motori del veicolo, costringendo la nostra eroina ad un avventuroso atterraggio d’emergenza. Nonostante l’impatto con il suolo sia rovinoso, la donna riesce a sopravvivere all’incidente, ritrovandosi sola e sperduta in un luogo misterioso e ostile. Non le resta che recuperare la sua preziosa pistola, individuata a pochi metri dallo scafo nei pressi del cadavere di un astronauta che l’ha preceduta. L’ottenimento dell’arma coincide con una macabra scoperta: il corpo esanime della sventurata è il realtà il suo. La sequenza che vi abbiamo descritto è quella che vedrete (in una versione estremamente abbreviata) ogni volta che fallirete nella vostra missione, visto che la sfortunata protagonista è intrappolata in un inquietante loop temporale.
Lo scopo della nostra avventura sarà quello di rompere il “cerchio” nel quale siamo finiti, ripristinando il normale scorrere del tempo con tutte le conseguenze del caso. Il pianeta che malvolentieri ci ospita è stato a sua volta teatro di un misterioso evento catastrofico, capace di distruggere un’antica civiltà, i cui resti si mostreranno a noi durante l’avventura. Essendo alle prese con una trama intrisa di forti riferimenti alla “relatività generale”, ci siamo imbattuti in un percorso narrativo volutamente frammentato e privo di una struttura lineare, con angoscianti flashback che interrompono l’azione furiosa e incessante. L’epopea di Selene è dotata della giusta longevità ed è sorretta da una sceneggiatura ispirata che non lesina in originalità e in colpi di scena. Un viaggio tanto cupo quanto appassionante nel quale le (poche) sequenze filmate vi concederanno un gradito riparo dall’inferno di proiettili a cui andrete incontro. La narrazione può essere seguita grazie ad alcune registrazioni che potrete trovare nel corso dell’esplorazione, registrate da Selene stessa, dall’osservazione dell’ambientazione e soprattutto grazie ad un dettagliato archivio che si riempirà di informazioni mano a mano che esplorerete, scoprirete oggetti, sconfiggerete nemici e boss. La scelta effettuata dal team di Housemarque è volutamente criptica e “silenziosa” proprio per evitare di rompere il frenetico ritmo del gameplay, interrotto solamente dalle inquietanti sequenza all’interno della casa che si è potuta già osservare in alcune anteprime, in cui ci ritroveremo in prima persona a scoprire alcuni dettagli, seppur anch’essi criptici, del passato di Selene. Pezzetti di un puzzle che andrà composto pian piano grazie agli step della nostra avventura su Atropo.
L’eterno ritorno all’eguale
Come anticipato, Returnal è un roguelike nel quale ogni game over coinciderà con il riavvio completo dell’esperienza. Tutte le armi e i potenziamenti raccolti verranno annullati nel momento della nostra rinascita ad eccezione di pochi elementi fondamentali per il prosieguo dell’avventura, che vi permetteranno anche di accedere ad aree precedentemente inaccessibili, in una progressione che strizza l’occhio anche ai metroidvania. Ogni boss fight superata ci concederà la possibilità di accedere direttamente a una nuova area-bioma esplorabile, fattore che costituisce l’unico, vero “checkpoint” a salvaguardia dei nostri progressi. Sulla scia delle produzioni dedicate al genere, l’inizio della sessione comporterà una modifica casuale dello scenario precedentemente visitato, comportando uno spawn casuale dei nemici e dei power up da raccogliere. Un fattore che contribuisce alla varietà del gameplay, incentrato sul superamento del guardiano dell’area, al cospetto del quale dovremo presentarci nel miglior modo possibile. In poche parole dovremo necessariamente guidare Selene nei meandri di un mondo estremamente pericoloso e ostile alla ricerca di bocche da fuoco e consumabili in grado di migliorare la sua efficacia combattiva. Per quanto riguarda la proceduralità dell’ambiente, ci vuole qualche ora per iniziare a percepire un limite in questo elemento, in quanto le stanze tendono abbastanza a ripetersi in uno schema quasi prevedibile. Questo non è per forza un elemento negativo, anzi è intrinseco nella natura della peculiare esperienza proposta da Returnal, in cui molti elementi all’interno della mappa diventano fondamentali nella struttura narrativa e sono dunque necessari.
Ovviamente gli abitanti di Atropo faranno di tutto per ostacolare i nostri progressi e non mancheranno di dimostrare la loro scarsa ospitalità a suon di proiettili. L’eroina si troverà subito bersagliata da decine di laser e sfere energetiche, in grado di ridurre la resistenza della corazza in pochi secondi. Le oltre 50 tipologie di antagonisti che dovremo affrontare sono tutte accomunate da un unico aspetto: l’aggressività. Gli esseri tentacolari sono diversificati da varie tipologie di attacchi e sono dotati di un’ottima intelligenza artificiale che li porta continuamente a sfruttare la superiorità numerica. Li troverete pronti ad accerchiarvi, oppure a condurvi nei pressi di trappole nelle quali sarete con le spalle al muro. Quelli dotati di maggiore stazza sfrutteranno la loro resistenza ai colpi per danneggiarvi con offensive ravvicinate, da evitare insieme alle rovinose cadute nel vuoto.
Per contrastare cotanta ostilità avremo dalla nostra un arsenale ricco di opzioni e le mosse elusive (salto e schivata) che dovremo adoperare con il giusto timing. Returnal è dotato di un gameplay eccezionale, esaltato dalle funzionalità del DualSense e dei suoi grilletti adattivi. Nonostante la notevole difficoltà della sfida, vi ritroverete intrappolati in una “danza” mortale intensa e coinvolgente che vi porterà un’istantanea assuefazione. Le frequenti dipartite, lo straordinario feedback delle armi, unito alle doti acrobatiche della protagonista rendono l’esperienza progressivamente più accattivante anche grazie alla casualità dei potenziamenti.
Oltre a spendere gli “oboliti” e “l’etere” (le principali valute del titolo, reperiti nelle ambientazioni e rilasciati dagli avversari sconfitti) nelle apposite stazioni preposte al miglioramento dell’eroina, ci imbatteremo spesso in oggetti corrotti e portatrici di “avarie”, foriere in egual misura di notevoli bonus e pesanti malus. I parassiti robotici che si attaccheranno alla nostra tuta e gli innesti “maligni” che impianteremo su quest’ultima devono essere valutati con attenzione prima dell’utilizzo, visto che influenzeranno sensibilmente l’esito della missione. Se a questi aggiungiamo un’incredibile quantità di segreti “randomici” da scoprire e una buona dose di fortuna nel reperimento degli oggetti più prestanti, è palese che la sezione esplorativa costituisce l’altro aspetto preponderante dell’opera di Housemarque, nella quale il giocatore vivrà in prima persona un irresistibile ciclo di tentativi, dove ogni partita tira l’altra.
I principali difetti riscontrati nell’esperienza di gioco sono costituiti da un’intrinseca ripetitività nelle situazioni proposte e nella totale mancanza di un sistema di salvataggio che consenta di riprendere la sessione interrotta. Nel primo caso siamo di fronte ad una caratteristica fortemente influenzata dai gusti soggettivi che apparirà trascurabile a tutti gli amanti del genere. Nel secondo, invece, siamo di fronte probabilmente all’unico, vero neo della produzione, una grave mancanza che potrebbe rendere frustrante l’esperienza, soprattutto per gli utenti impossibilitati a sostenere sessioni particolarmente lunghe. Non ci sentiamo di condividere quella che è una scelta precisa degli sviluppatori e che di fatto costituisce un sensibile impedimento alla fruibilità del titolo (indipendente dal livello della sfida), con la speranza che venga eliminato da una delle prossime patch.
Attenzione: non ci riferiamo a un sistema di salvataggio che permetta di ricaricare la partita in caso di fallimento (cosa che andrebbe completamente a snaturare l’esperienza), ma semplicemente alla possibilità di poter uscire dal gioco nel mezzo di una partita e riprendere più avanti la stessa sessione, come accade in altri esponenti del genere (come The Binding of Isaac o Hades, per citare i più famosi).
Nonostante inoltre dai trailer mostrati potesse essere sembrato a molti che il gioco tendesse a proporre un ambiente ripetitivo e uguale, possiamo assicurarvi che così non è: in Returnal sono presenti biomi molto diversi tra loro, con specifiche scelte cromatiche, che non mancheranno di sorprendervi per la loro estetica e soprattutto proporranno sfide diverse e sempre più impegnative.
Roguelike Next Gen
Il comparto tecnico di Returnal è la palese dimostrazione di come il talento e le idee di uno sviluppatore “indie” possano essere esaltati da una maggiore quantità di risorse. L’opera di Housemarque offre uno spettacolo visivo memorabile, sorretto da un motore grafico prestante e da una cura maniacale dei particolari. Le texture sono nitide e dettagliate, l’uso degli effetti particellari è magistrale, così come un inattaccabile frame rate, ancorato ai 60 fps anche nelle situazioni più concitate, tranne qualche piccolo e raro calo. Le animazioni della protagonista e dei suoi viscidi antagonisti sono semplicemente incredibili e si sposano magnificamente con un mondo vivo e pulsante, arricchito da un’infinità di elementi che riempiono lo schermo. Unica, piccola, nota negativa da aggiungere è il fatto che siamo incappati alcune (per fortuna poche) volte in un bug nel corso della run che non permetteva di proseguire, rendendo impossibile l’interazione con gli oggetti e l’apertura delle porte delle stanze, costringendo così ad azzerare il ciclo e riprendere daccapo. Cosa che, se si è nel mezzo di una buona partita con ottimo equipaggiamento risulta molto fastidiosa.
Il discorso si può estendere anche al comparto sonoro esaltato dalle funzionalità dell’audio 3d e dal microfono incorporato nel controller. L’accompagnamento musicale aggiunge angoscia e adrenalina alle sezioni più intense del gioco e si muove all’unisono con un’effettistica complessiva di qualità assoluta. I versi dei nemici in lontananza, l’impercettibile fruscio delle piante piegate al nostro passaggio, così come le gocce di pioggia che tintinnano sul casco sono solo alcuni, piccoli particolari che testimoniano la cura riposta nella realizzazione. Ottimo il doppiaggio in italiano impreziosito da una recitazione emozionante e ricca di pathos.
La Risposta di Sony
Oltre ad essere un prodotto impegnativo e divertente, Returnal è una sorta di risposta a tutti quelli che criticavano l’approccio eccessivamente conservativo delle ultime esclusive di Sony. Il colosso nipponico ha avuto coraggio nel proporre al grande pubblico un prodotto estremo e complesso che non mancherà di entusiasmare gli “hardcore” gamers e gli utenti che si avvicineranno per la prima volta al genere. Non saremo tra quelli che lo tacceranno con la banale dicotomia “per molti, ma non per tutti”, per il semplice motivo che Returnal merita di essere vissuto esattamente così com’è, nonostante il livello alto della sfida e la sua appartenenza ad una categoria poco mainstream. L’ultimo titolo di Housemarque è un piccola perla, dotata di un gameplay appassionante e foriera di enormi soddisfazioni. Non vi resta che restare intrappolati nel suo eterno loop nel quale, esattamente come per la protagonista, il tempo che passerete davanti alla console non avrà mai fine.