Uno dei film più attesi dell’anno e alla 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – presentato fuori concorso –, Dune esce finalmente in sala in Italia dal 16 settembre.
Tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert, il primo della serie Il ciclo di Dune, il film diretto da Denis Villeneuve – regista di film come Prisoners (2013), Arrival (2016) e Blade Runner 2049 (2017) – è la prima parte di un’opera divisa in due, un’introduzione ad un universo complesso che va capito a fondo prima di immergervi nella sua logica.
Nel 1984 David Lynch ha portato alla luce una trasposizione cinematografica di Dune e, senza voler confrontare le due imprese, Villeneuve si mostra un degno erede del collega cineasta americano.
Dune ha una premessa fondamentale: una maestranza di alto livello sia sul piano tecnico che su quello artistico. Un cast degno di nota tra i quali figurano Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Zendaya, Chen Chang, David Dastmalchian, Sharon Duncan-Brewster, Charlotte Rampling, Jason Momoa e Javier Bardem.
Hans Zimmer cura le musiche del film, elemento fondamentale per il coinvolgimento che un film del genere richiede, per cui non poteva esser fatta scelta migliore.
Trama: un nuovo mondo
Quando ci si ritrova a raccontare un mondo pensato da un’altra persona è difficile farlo senza cadere in banalità o tralasciando elementi essenziali.
Un po’ è ciò che deve affrontare il protagonista della vicenda, Paul Atreides nell’immaginare e studiare una nuova realtà e un nuovo mondo a lui sconosciuto su cui viene inviato con la sua famiglia per svolgere un determinato compito.
In un lontano futuro, al duca Leto Atreides viene assegnato un compito essenziale dall’Imperatore: governare Arrakis, un pianeta completamente desertico ed inospitale che possiede l’unica fonte della sostanza più preziosa dell’intero universo: la spezia, una potente droga capace di poteri straordinari e per questo molto redditizia. Il pianeta, di fatto, non appartiene a nessuno e viene dato in gestione alle Casate dell’alleanza galattica proprio per la raccolta della spezia, nascosta tra le dune di sabbia di cui esso è composto.
Leto accetta l’incarico, nonostante sia consapevole del complotto messo in atto per distruggere la sua casata: infatti il pianeta era in precedenza gestito dai brutali Harkonnen – capeggiata dal barone Vladimir – che inizialmente accetteranno la transizione per poi rivendicare ciò che “gli spetta”. Questa mossa dell’Imperatore darà inizio ad una vera e propria guerra tra le casate, volta a modificare il destino dell’intero universo.
Il pianeta è abitato dai Fremen, antica tribù locale che ben conoscono il deserto e le sue insidie ed unici in grado di sopravviverci autonomamente.
Personaggi e tematiche: le basi per un universo complesso
È proprio questo lo scopo centrale del film: creare delle fondamenta per qualcosa che avverrà. Sin da subito è chiaro che è solo una prima parte di due – a mio parere una trilogia sarebbe necessaria – proprio perché sotto il titolo appare “Parte prima”, non menzionata nelle ormai diffusissime locandine.
Il film inizia con una vera e propria introduzione raccontata da Chani (Zendaya), giovane donna appartenente ai Fremen che per lungo tempo hanno visto la loro terra sfruttata dagli stranieri che si sono imposti solo per ricavarne profitto. Narra che gli Harkonnen sono lì da ben prima della sua nascita e che ormai, per la loro avidità, sono diventati un popolo di barbari pronti a qualsiasi cosa pur di continuare a estrarre e vendere la spezia.
La vicenda si “sposta” sulla casata degli Atreides di cui Leto (Oscar Isaac) è il duca, uomo di estrema lealtà all’Imperatore – e a sé stesso – e giusto nelle sue decisioni. Quando gli sarà affidato il compito di sostituire gli Harkonnen accetterà con grande senso di responsabilità benché conscio del fatto che questa sia una mossa politica per distruggere lui e la sua casata. Il suo intento arrivato ad Arrakis è quello di convivere civilmente con i Fremen, senza invadere il loro territorio ma portando avanti la produzione della spezia in sicurezza e pacificamente. E così inizia, nonostante il sabotaggio evidente dei suoi predecessori che lasciano macchinari difettosi e poche indicazioni su come svolgere il proprio dovere.
Leto porta con sé la sua famiglia: la concubina Jessica (Rebecca Ferguson) e il figlio – ed erede – Paul (Timothée Chalamet). L’aspetto del perché Jessica e Leto non siano sposati non viene approfondito nel film, si evince solo quando lui le confessa che avrebbe dovuto sposarla ma è una frase che sembra buttata lì, senza spiegazione alcuna.
È evidente che Paul sia il fulcro della vicenda ma con la madre creano – in qualche modo – un’unica entità. Jessica è membro delle Bene Gesserit, organizzazione di alta rilevanza in campo religioso e politico. Una sorellanza che ha come scopo quello di generare – attraverso incroci genetici ben definiti – il Kwisatz Haderach, cioè “colui che può essere in molti luoghi contemporaneamente”. Esse sono in grado di utilizzare la Voce, capace di piegare ogni essere al proprio volere e Jessica tenta di istruire il proprio figlio ad utilizzarla al meglio.
Nel generare Paul è venuta meno al suo compito, quello di procreare una femmina da dare in sposa al nipote – ed erede designato – di Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgård), così da appianare le divergenze tra le due casate. Lady Jessica, per amore di Leto invece partorisce un maschio, Paul credendo fermamente che lui possa essere il Kwisatz Haderach.
Il loro è un rapporto intrecciato e saldo, di fiducia e di sfida continua. Rebecca Ferguson mostra una fermezza di sguardo, una presenza fisica e mentale che risulta una vera e propria scoperta in un panorama di interpreti così affermati. A mio parere è lei il vero fulcro della vicenda a livello interpretativo, reggendo sulle proprie spalle un ruolo centrale ma che vuole apparire “defilato” e facendolo in maniera eccelsa.
Tutta la costruzione filmica è giocata sulla ricerca di dettagli dentro un mondo immenso e Villeneuve, insieme al suo direttore di fotografia Greig Fraser riescono a imprimere nella memoria dello spettatore piccolezze grazie ad una cura estrema del non visibile, del particolare. Il film è composto da un notevole numero di sequenze eleganti e raffinate, proprie di un cinema d’autore e a cui Villeneuve ci ha abituato.
L’intera vicenda è suggellata dalla maestria di Hans Zimmer che con le sue note riesce a creare un mondo altro rispetto alla mera visione: un insieme di musiche e silenzi che innescano curiosità, emozione e allo stesso tempo portano con estrema facilità chi guarda a comprendere il “qui ed ora” del film.
Ribadisco: è palesemente un film introduttivo ad un universo complesso e nuovo, per cui un adattamento cinematografico risulta per propria natura ancora più spinoso. La “preparazione” serve nella vita e non e un film del genere lo ribadisce con fermezza.
It’s only the beginning.
Nonostante l’azione ci sia, non è quella la centralità del film ed è giusto che sia così: creerà poco appeal a chi vuol vedere solo morte e distruzione e ciò probabilmente è sintomo del fatto che dobbiamo ri-abituarci ad un cinema ben fatto senza frenesia inutile.
Conclusione: premesse familiari
Un mondo occupato dagli stranieri per sfruttare la terra così da trarne ricchezza senza pensare al benessere di chi vi abita da prima, vi ricorda qualcosa?
Dune è sì un film – e una saga letteraria – di fantascienza a cui tanti autori di diverse tipologie di arte si è sono ispirate ma, analizzando anche solo il primissimo racconto di Chani, non sembra poi essere così lontano dalla realtà.
Tornando al film, possiamo dire che le scelte fatte sia sul piano produttivo che su quello degli interpreti appare giusto nella sua complessità. Non resta che aspettare la seconda parte per dare un giudizio complessivo. Per ora Dune prende la mente dello spettatore grazie alla sua costruzione delicata nonostante l’ampio budget. Un equilibrio tra autorialità e kolossal di enorme sensibilità scenica.
Dune, distribuito da Warner Bros. uscirà nelle sale italiane dal 16 settembre.
Data di uscita: 16 settembre 2021
Durata: 155 minuti
Distribuito da: Warner Bros
Genere: Avventura, Fantascienza, Drammatico
Regia: Denis Villeneuve
Sceneggiatura: Eric Roth, Denis Villeneuve, Jon Spaihts
Fotografia: Greig Fraser
Musiche: Hans Zimmer
Cast
Timothée Chalamet
Rebecca Ferguson
Oscar Isaac
Josh Brolin
Stellan Skarsgård
Dave Bautista
Zendaya
Chen Chang
David Dastmalchian
Sharon Duncan-Brewster
Charlotte Rampling
Jason Momoa
Javier Bardem.