Il poker è noto per essere uno dei giochi di carte più popolari in assoluto, soprattutto in America. Inventato per caso da un gruppo di marinai di New Orleans, a distanza di secoli è possibile affermare senza pericolo di smentita che anche chi non è avvezzo al tavolo verde sa di cosa si tratti. In pochi, però, sanno invece che il poker non è necessariamente classificabile come gioco d’azzardo. Esiste infatti anche una connotazione prettamente sportiva di questa attrazione, resa tale dalla formula del torneo, che fa sì che i giocatori si impegnino ad affinare le proprie capacità per scopi puramente agonistici. Il “poker sportivo” viene definito così proprio per distaccarsi da quello tradizionale.
Le differenze non sono affatto poche, a partire dalla posta in palio. Nel poker classico si usano soldi veri, rappresentati sul tavolo dalle chips, mentre in quello sportivo queste ultime non vengono mai tramutate in denaro al fine della partita, ma sono adoperate come semplici strumenti di gioco. Il fatto che il fine dei giocatori non sia legato esclusivamente ad un ritorno economico aumenta la centralità della parte matematica: calcoli e riflessioni sono richiesti di continuo per avere la meglio sugli avversari. Le pagine del poker online sulle varie piattaforme lasciano intendere come le mosse dei giocatori vengano eseguite spesso e volentieri in funzione del proprio budget o del montepremi finale, ma non essendoci un patrimonio da difendere, chi siede al tavolo sportivo è molto più libero di adottare le strategie che preferisce. Uno stesso giocatore, dunque, si comporterebbe in maniera diversa a seconda che stia giocando al poker tradizionale o a quello sportivo.
Buona parte del circuito sportivo predilige il poker Texas Hold’em o altre varianti del gioco. Quando ci si iscrive ad un torneo si ricevono delle chips previo pagamento di una semplice quota di ingresso. Dopodiché i giocatori possono fare libero sfoggio del loro acume nel tentativo di formare le combinazioni di carte migliori. A prima vista quella del poker sportivo potrebbe sembrare una dimensione di nicchia, ma nel 2011 la Corte Suprema ne ha approvato e legittimato ufficialmente l’esistenza e dal 2016 in avanti numerosi circoli in tutto il mondo sono stati liberi di organizzare competizioni a tema, senza le limitazioni e le restrizioni tipiche dell’ambiente dell’azzardo.
Nel tempo, diverse versioni alternative del gioco hanno preso piede, complice il proliferare delle attività competitive. Ne sono un esempio l’Omaha, che sta crescendo in popolarità, il Draw e il 7 Stud. Sono invece 2 i formati tipici dei tornei: i “Sit & Go” e i “Multitavolo”. Nel primo caso i partecipanti devono essere almeno 6 e ogni partita deve durare al massimo un’ora, al termine della quale vengono premiati più giocatori. Nei “Multitavolo” si giocano invece più partite simultaneamente, per un massimo di 9 partecipanti per tavolo. La durata delle partite può raggiungere anche svariate ore, il che significa che è soprattutto la componente psicologica dei pokeristi più preparati a fare la differenza.
I tornei di poker sportivo non si svolgono solo dal vivo, ma anche online. Di solito, però, a divertirsi sulla rete sono soprattutto i giocatori alle prime armi, che approfittano del web per fare pratica nella speranza di partecipare in futuro a qualche torneo organizzato in qualche grande sala. A prescindere da come vi si approccia, comunque, il poker sportivo richiede un impegno notevole: per competere ad alti livelli i giocatori studiano anche per anni. Lo sforzo fisico non è certo paragonabile a quello delle più classiche attività sportive, ma l’impegno mentale è tale da rendere questo tipo di poker materia per veri professionisti.