Tanti gamers over 30 hanno vissuto l’evoluzione dei videogames dagli anni ’80 ad oggi, ma non tutti possono dire di esserne completamente soddisfatti. La frase più comunemente usata da questa nostalgica fascia di giocatori è che “non ci sono più i giochi di una volta”. Un genere quasi scomparso negli anni è quello dei picchiaduro a scorrimento, che fino a circa metà anni ’90 hanno avuto un grande successo. Quante serate siamo rimasti incollati allo schermo con titoli indimenticabili?
Double Dragon e il quarto capitolo del tutto inatteso
Partiamo subito dalla saga di Double Dragon che quest’anno, del tutto a sorpresa, ha visto l’uscita di un quarto inedito capitolo, da non confondere con l’ottimo Super Double Dragon per SNES.
Double Dragon 4 è il sequel diretto del secondo episodio, da cui prende tanti elementi che vengono ampliati e migliorati: Billy e Jimmy Lee hanno qualche nuova mossa, ci sono i vecchi nemici con capacità migliorate più tanti nuovi di zecca, 12 livelli da affrontare e l’interessante possibilità di usare i nemici sconfitti nella modalità Tower per usarli nell’avventura principale, boss compresi. Vero, si potevano prendere gli sprites dal gioco arcade e fare i livelli più lunghi… Ma siamo certi che i fans della saga, nonché i vecchi amanti dei picchiaduro a scorrimento, apprezzeranno questo capitolo nonostante i suoi difetti dovuti forse alla realizzazione un po’ troppo frettolosa e di stampo copia-incolla.
Cody, Guy e Haggar, meteore di un Final Fight eclissato
Un titolo sparito dalle scene è Final Fight. Bei tempi quelli in cui sceglievamo chi usare tra Cody, Guy e Haggar, e facevamo le combo con pugni e calci agli scagnozzi della Mad Gear per le strade malfamate di Metro City, meglio se in co-op locale con un amico che ci desse una mano. Ritmo frenetico, soddisfazione incredibile ad ogni riuscita di un calcio rotante o un montante, la gioia nel trovare un barile o una cassa di legno che potessero nascondere armi o energia vitale, l’atmosfera di alcuni livelli tra cui l’indimenticabile metropolitana o il parco infestato da brutti ceffi.
Una delle sensazioni che ci mancano è di premere velocemente il solito pulsante per iniziare la combo, prima che sia il nemico a farla a noi: quando in sala giochi ci capitava di essere attaccati davanti e dietro nello stesso istante, iniziando a subire colpi senza poter far nulla, chiunque avrà provato a reagire premendo velocemente la manopola del coin-op e tutti i pulsanti disponibili, in preda ad un’incontrollabile crisi isterica da videogame in cui ti veniva da dire continuamente “Non risponde ai comandi”.
Quelli sì che sono ricordi dei gameplay che furono… ma ci scende una lacrima di nostalgia quando certi momenti, che all’epoca ci prendevano così tanto da farci arrabbiare e lanciare il joypad per terra, oggi li raccontiamo con il sorriso di chi è cresciuto e li ricorda come parte della sua infanzia e adolescenza, ormai consapevole che non ci si arrabbia per un videogioco. Ci manca però quell’euforia che regnava sovrana davanti al televisore quando qualche punk col crestone colorato ci attaccava con un coltello, o quando il mitico boss del primo livello si fermava a ridacchiare o fischiava per chiamare rinforzi, riposandosi per qualche secondo per poi saltarci addosso all’improvviso.
Cody, Guy e Haggar sono poi riapparsi insieme nello spinoff Final Fight Streetwise, che nonostante sia piuttosto monotono e dall’atmosfera ben lontana dai tempi d’oro, si risolleva nelle fasi finali del gioco culminando con un prevedibile ma comunque ottimo boss finale. Il 3d e la visuale alle spalle del personaggio fa perdere gusto al gameplay, non ci sono più gli accattivanti nemici di un tempo, non si può giocare in 2 né usare qualcuno dei protagonisti storici, che si limitano ad aiutarci in alcuni livelli dell’avventura senza però essere giocabili. Questi sono soltanto alcuni fattori che decretano l’insuccesso del titolo, destinato a prendere polvere su qualche scaffale di casa.
E le saghe non mancavano…
Tra consoles e sala giochi, ne abbiamo visti davvero tanti di titoli di picchiaduro a scorrimento. Cadillacs & Dinosauri è un altro titolo da ricordare, grazie ad una trama finalmente un po’ diversa dalle solite ma col tipico gameplay che ci incitava a tirare pugni a più non posso. Forse era fin troppo copiato dal già citato Final Fight in quanto a mosse e personaggi, ma piaceva molto e ce ne fregavamo delle similarità con altri titoli. Sul Mega Drive abbiamo giocato a Streets of Rage, anch’esso simile a Final Fight ma molto piacevole da giocare, nonostante animazioni e mosse possibili avessero qualche limite. Capcom pubblicò anche Captain Commando, con personaggi molto diversi tra loro e più violento dei precedenti in quanto a sangue sullo schermo – difatti la versione occidentale fu censurata – e scene violente come il poter tagliare a metà un nemico con la spada del ninja.
Tornando indietro di qualche anno, come non ricordare il mitico Golden Axe, ambientato secoli fa e considerato uno dei capostipiti del genere? Bellissimo farsi strada a colpi di spada o ascia, domare qualche dinosauro e sputare fuoco sui nemici o prenderli a colpi di coda. E non dimentichiamo Kung Fu Master, con Thomas impegnato a salvare Silvia sfruttando la sua abilità nelle arti marziali; il gioco è ispirato all’ultimo film parzialmente girato da Bruce Lee prima di morire dal titolo Game of Death, conosciuto in Italia come L’ultimo combattimento di Chen.
Anche le Tartarughe Ninja hanno fatto la storia dei videogames di quegli anni, con alcuni picchiaduro che prevedevano addirittura il gioco a 4 giocatori tra cui Teenage Mutant Ninja Turtles e Turtles in Time. E come dimenticare il mitico Splatterhouse, in cui c’era un protagonista con maschera ed arma del tutto simili a quelle di Jason in Venerdì 13? Da citare anche Sengoku, creato da SNK ed ambientato nel Giappone feudale.
Per ultimo citiamo uno dei primi e bellissimi picchiaduro a scorrimento 3d: Fighting Force. Combattevamo in strade ed edifici anche in co-op locale, con split-screen in caso di personaggi troppo distanti nello scenario. Da segnalare gli ottimi boss, davvero impegnativi. Gestione telecamera un po’ anarchica che poteva mettere in difficoltà, ma grafica 3d ad alti livelli tenendo conto che era un gioco PSX. E di titoli ce ne sarebbero ancora a decine, ma lasciamo che siate voi a scoprirli.
I picchiaduro a scorrimento non piacciono più?
Per andare avanti, le software house fanno continue indagini di mercato per valutare quali generi, trame e gameplay piacciano di più ai gamers. Negli anni, siamo passati dal grande successo di platform e picchiaduro a scorrimento a generi come fps online ed open world. I picchiaduro ci sono ancora, ma quasi esclusivamente quelli ad incontri come Street Fighter, Tekken, Mortal Kombat, Injustice e pochi altri. Tra le poche eccezioni uscirà a breve il nuovo gioco di Kenshiro, staremo a vedere come reagiranno i fans.
E’ evidente che i picchiaduro a scorrimento non potrebbero più riscuotere il successo di un tempo. Le nuove generazioni crescono con 3d, multiplayer online, mondi open world, volanti e pedali per guidare in-game e visori VR. Gli sviluppatori sanno bene che i vecchi gamers comprerebbero anche oggi un nuovo Final Fight, ma le vendite non sarebbero soddisfacenti. Possibile tentare con una collection o una remaster HD, che vanno abbastanza di moda; in quel caso sì che rigiocheremmo volentieri ai vari Double Dragon e Streets of Rage sulla tv a 50”.
Altra cosa che di recente non è piaciuta a tutti è lo stile adattato da alcune software house nel proporre personaggi 3d su sfondo 2d. In un Final Fight o Captain Commando, ciò non renderebbe giustizia ad un genere che piaceva con le “scattose” animazioni dei singoli frames disegnati a mano i quali, nonostante all’epoca non avessero interpolazione e cose del genere, rendevano bene l’idea di un pugno potente e ben assestato nello stomaco o sul naso di qualche ragazzaccio, invogliandoci a continuare la combo premendo velocemente il pulsante giusto. In fondo non si trattava di titoli simulativi ma di arcade, e ci stavano benissimo le animazioni di numero limitato ma efficace, come ad esempio 1-2 frames per il nostro personaggio mentre cadeva a terra colpito dal nemico.
Un nostro consiglio?
Concludiamo con qualche idea su come tener vivo un genere di videogames che non deve morire nè essere dimenticato. Alcune software house potrebbero copiare l’idea di Super Mario Maker, creando un editor per i loro titoli più blasonati. Mantenendo personaggi giocabili e nemici, si potrebbero creare nuovi livelli con oggetti da distruggere, armi da raccogliere, fondali in parallasse ed eventuali cutscenes compresi di dialoghi. Oggi i fans creano mods per i titoli più famosi, perché non dar loro la possibilità di creare spinoff personalizzati di qualche celebre picchiaduro a scorrimento di 20 anni fa? Sfruttando la condivisione gratuita online come progetti fanmade, i picchiaduro a scorrimento potrebbero trovare nuova linfa vitale.
E una sorpresa in arrivo…
Dopo aver parlato direttamente con i suoi sviluppatori alla Games Week 2017, siamo lieti di annunciare l’uscita in Early Access di Slaps and Beans, il gioco ufficiale di Bud Spencer e Terence Hill, di cui pubblicheremo una recensione al più presto!