Die Young è un gioco prodotto dai ragazzi della Indiegala Games, un team tutto italiano. In questi tempi ne abbiamo ormai fin sopra i capelli di survival vari e basta farsi un giro su Steam per accorgersene: si tratta probabilmente del genere più scelto da chi è agli inizi e vuole sviluppare il suo primo gioco, fin troppo spesso con scarsi risultati. Sarà questo il caso di Die Young? Andiamo a scoprirlo.
Avviato il gioco ci troviamo di fronte ad un menu che ci anticipa quale sarà il setting di gioco, con una musica di sottofondo dai toni rock piacevole, sì, ma poco attinente al contesto. Una volta cliccato su “new game” potremo scegliere tra “adventure mode” e “survival mode”. La prima viene definita come “il miglior modo per godersi la storia” mentre la seconda è tutto “sangue, lacrime e sudore”.
Live fast… DIE YOUNG.
All’inizio del gioco ci viene presentata la storia della protagonista. Prima degli eventi che l’hanno portata a risvegliarsi misteriosamente in un pozzo, conduceva una vita fatta di estremi tra avventure dall’altra parte del mondo e nottate passate in discoteche ad assumere droghe di qualsiasi tipo. Anche gli amici non erano tra i più raccomandabili.
Butta la moneta nel pozzo dei desideri… ah, no.
Assumiamo il controllo del personaggio svegliandoci, appunto, all’interno di un pozzo nel quale eravamo stati letteralmente gettati. Il pozzo viene improvvisamente aperto e dall’orlo cadono una bussola e una mappa.
Il retro di questa mappa raffigura una donna misteriosa che ci intima di fare silenzio. Una volta usciti dal pozzo, verremo accolti dal panorama dell’isola misteriosa, dominato da una fitta vegetazione. Il compito che ci accompagnerà per tutta la durata del gioco sarà quello di trovare i nostri amici sparsi per l’isola dal misterioso rapitore.
La mappa contiene i vari punti di interesse in cui possiamo cercarli. Troppo semplice, direte voi? A complicare la faccenda ci pensano tre elementi all’apparenza banali, ma in realtà fondamentali per sopravvivere nel gioco: i cani, un misterioso assassino dotato di piccone e la sete. Ebbene sì, all’interno dell’isola troveremo qui e lì dei cani pronti a rincorrerci e ad attaccarci appena verremo scovati; ci si può difendere certamente, ma è molto svantaggioso ed è anche il gioco a suggerirci il più possibile la fuga, come si può notare da una presenza leggera di meccaniche stealth essenziali ma ben congegnate. Stesse meccaniche usate per l’assassino, un simil-Leather Face che proverà a darci la caccia in alcuni importanti punti della mappa. Per quanto riguarda la sete, invece, essa è un ostacolo ancora più grave dei cani in quanto farà ovviamente spesso ritorno. Il modo parziale per ristabilirla è mangiare frutti sparsi per l’isola mentre un obiettivo imprescindibile sarà quello di trovare una fonte d’acqua potabile in modo da rifocillarci di tanto in tanto ed evitare di morire assiderati.
Di fondamentale importanza è anche il crafting, che ci permetterà di creare falò per salvare i progressi (Dark Souls, anyone?), medicine fatte con piante che si possono raccogliere “passeggiando” per l’isola, bende e anche altri oggetti la cui ricetta è da sbloccare man mano che si va avanti nel gioco. Nel gioco sono inoltre presenti anche meccaniche platform nello stile di Mirror’s Edge, per permetterci di scalare palazzi e recinti e raggiungere posti altrimenti irraggiungibili. Tuttavia, mentre scaleremo palazzi, pozzi ed edifici vari, topi e pipistrelli non ci penseranno due volte a crearci parecchi grattacapi attaccandoci senza sosta. Ci toccherà difenderci con quello che abbiamo (bastone o chiave inglese nei casi più fortunati). Ed è qui che il gioco mostra un suo altro difetto: il combat system risulta essere molto rudimentale e poco coinvolgente. Fortuna che servirà solo in alcune sezioni di gioco e che non sia l’azione principale da compiere.
“Metto tutto a ultra, PC master race!” o forse no.
Per quanto riguarda la parte tecnica, tra le impostazioni grafiche troviamo i classici preset selezionabili “basso”, “medio”, “alto” e “ultra” per i più pigri, ma comunque personalizzabili in ogni preferenza, forse un po’ troppo in quanto poter personalizzare la render quality con un valore numerico rende le opzioni grafiche un po’ troppo rudimentali e quasi “da programmatori”, probabilmente andrebbero semplificate sotto quest’aspetto. La resa grafica, però, risulta essere molto piacevole e i paesaggi rappresentati sono realistici e fanno sentire il giocatore perfettamente immedesimato nell’ambiente. Grosse pecche riscontrabili, invece, dal punto di vista del framerate che risulta essere basso e instabile anche su PC più performanti. Nulla di non risolvibile con una migliore ottimizzazione del titolo che sicuramente arriverà, data la regolarità di aggiornamenti, patch e bugfix vari da parte degli sviluppatori.