Mega Man, Rockman in Giappone, è uno dei personaggi più storici e longevi della storia dei videogames. Prima ancora dell’avvento di Ryu, Ken e dei vari personaggi di Resident Evil, Capcom era ed è divenuta famosa grazie a questo piccolo robot blu. Sì, in quanto a mascotte, Mega Man sta alla Capcom come Mario alla Nintendo, Alex Kidd a Sega (Sonic è già più “moderno”) e Bomberman alla Konami. E scusate se è poco! Ad inizio gioco, non a caso, capeggia il logo del suo trentennale, dal momento che Mega Man è nato nell’ormai lontano 1987.
Back to the… past
Il fatto di essere arrivati all’undicesima avventura la dice lunga circa l’affetto che i giocatori di vecchia data nutrono nei confronti di Mega Man e di tutto il suo universo. Lo avrete già visto dalle foto, il gioco è realizzato nel caro e vecchio 2D. Pur con una veste grafica moderna, non tradisce minimamente lo stile fumettoso e disegnato a mano che lo ha da sempre contraddistinto. D’altronde Capcom è sempre stata una fine artista del pennello, una casa produttrice che già dai tempi del Super Nintendo sapeva regalare capolavori di giochi, e di grafica, come Super Ghouls ‘n Ghosts (Chohmakaimura) e Magical Quest: Starring Mickey Mouse. Titoli dove l’indistinguibile tratto grafico, i colori e le varie sfumature divenivano un tutt’uno con il gameplay, creando un mix assolutamente unico. Mettiamo dunque da parte almeno per una volta il Ray Tracing ed i Teraflops per tornare a parlare di Sprite, Scrolling e livelli di parallasse. In altre parole, del vecchio mondo bidimensionale e delle sue terminologie, quando la longevità di un titolo si misurava in “ore di divertimento” e non in “ore di gioco”.
Quando il gioco torna duro, i duri ritornano a giocare
Mega Man 11 è dunque un gioco della vecchia scuola: non solo per quanto concerne l’aspetto grafico ma per tutti i parametri di giocabilità e sfida. Non è un titolo accondiscendente e non si adatta all’abilità del giocatore, ma lo prende per mano e lo allena partita dopo partita. Le ricompense, presto o tardi, arrivano sempre. Assieme alla soddisfazione di aver superato un livello od un boss particolarmente impegnativi (=bastardi). Anche le agevolazioni tipiche dei giochi moderni sono ridotte all’osso. Niente punti di salvataggio ogni mezzo metro, nessuna possibilità di guadagnarsi una sorta di invulnerabilità salendo semplicemente di livello. Un gioco duro e puro, anche a causa dei nemici che si rigenerano molto rapidamente. Basta tornare indietro per mezza schermata e poi riavanzare, che nella maggior parte dei casi ritroverete ad ostacolarvi i nemici che avete appena eliminato. La dura legge dello scrolling dei giochi di una volta.
Salta, schiva, spara …e molto altro!
In Mega Man 11 bisogna imparare, o rimparare, a saltare, schivare e sparare. Non ad inginocchiarsi. Perché il nostro protagonista, in barba ai suoi sofisticatissimi apparati, non ha mai avuto questa capacità! Un gameplay semplice semplice? Niente affatto. I vari stage, ci torneremo parlando dell’ambientazione e del level design, sono estremamente diversificati e richiedono l’affinamento di differenti abilità. Anche i nemici che incontreremo lungo il cammino richiederanno approcci specifici e sarà quindi necessario padroneggiare al meglio tutte le risorse e gli stili di gioco che questo titolo ci mette a disposizione. Come in tutti i precedenti capitoli ci troveremo dapprima a dover affrontare otto livelli. Ciascuno di essi è governato da un boss di finale, coerente per look ed armi al livello stesso. Ad esempio Fuse Man, esperto di elettricità, sarà il boss di finale di uno stage ambientato in una centrale elettrica. Altra caratteristica fedelmente importata dal passato è costituita dal fatto che, una volta sconfitto un determinato boss, si acquisirà la sua arma speciale e la stessa potrà essere sfruttata nel prosieguo dell’avventura. Si potranno di volta in volta selezionare e scegliere liberamente le armi di cui si è entrati in possesso grazie all’analogico destro del vostro joypad oppure attraverso i grilletti anteriori. L’ordine con il quale affrontare gli otto stage/boss è, anche in questa nuova avventura, del tutto libero. Come diretta conseguenza emerge poi un’altra caratteristica tipica della serie: man mano che si avanza, il gioco diventa leggermente più facile. Ovviamente il discorso vale solo per questi otto stage. Conclusi, ve ne saranno altri quattro in ordine fisso in cui la curva della difficoltà si impennerà nuovamente, e non di poco!
Il Sistema Double Gear
La novità introdotta in questo nuovo capitolo è costituita principalmente dal Sistema Double Gear. Farete la sua conoscenza già dall’intro nella quale, proprio a causa sua, dei giovani Dr. Wily (il cattivo) ed Dr. Light (il buono) litigheranno aspramente per poi separare definitivamente le rispettive carriere di scienziati. Due piccole curiosità su di loro. I nomi sono rispettivamente Albert e Thomas, un omaggio ad Einstein ed Edison? La seconda è che nella versione giapponese il cognome dello scienziato dalla parte del bene (e papà di Mega Man) è “Right” e non “Light”. Fra l’altro nei titoli di coda a fine gioco non è stato modificato, la versione nipponica, Thomas Right, si può chiaramente leggere accanto al nome del doppiatore. Svista.
Abbiamo divagato. Dicevamo del Sistema Double Gear. Questo speciale dispositivo, ideato peraltro dal Dr. Wily stesso, consente al robot su cui è stato installato di beneficiare di due tipi di potenziamento. Entrambi sono attivabili a piacimento attraverso i tasti anteriori. Con il sinistro si attiverà una modalità potenziata a tempo, mentre con il destro, sempre con una durata limitata, si potrà innescare una sorta di “modalità moviola”. Soprattutto quest’ultima diventerà d’indispensabile importanza nella risoluzione di alcuni livelli. In particolar modo quelli dove è richiesta la capacità di muoversi rapidamente attraverso vari tipi di ostacoli a causa del sopravanzare di un pericolo. Il propagarsi di un incendio, il progressivo crollo di una struttura: saranno tutti eventi durante i quali diverrà indispensabile destreggiarsi al meglio attraverso passaggi appositamente tortuosi. La possibilità di rallentare il tempo, e dunque l’avanzata della minaccia, diventa quindi una feature quasi obbligatoria.
Ritenta, sarai più fortunato
Una breve nota riguardo alle situazioni sopra accennate. Queste sezioni sono probabilmente tra le più difficili e frustranti del gioco, in quanto obbligano il giocatore ad acquisire una padronanza pressoché perfetta dei controlli al fine di eseguire la sequenza di salti ed arrampicamenti adatti a sfuggire all’incombente minaccia. Inoltre, contrariamente alla consistenza dei nemici, non muteranno in funzione della difficoltà scelta ad inizio partita. Armatevi quindi di un capiente bidone di camomilla poiché l’affrontare queste sottosezioni metteranno a dura prova i vostri nervi e la vostra pazienza. Tutto questo indipendentemente dal livello di difficoltà che avrete scelto. Vero, non abbiamo ancora parlato dei livelli di difficoltà… Ve ne sono quattro e si differenziano non solo per l’aggressività e la resistenza dei nemici, ma anche e soprattutto per il numero di vite a disposizione del nostro Mega Man. Si va da quelle infinite della modalità principiante a sole due delle modalità “normal” e “supereroe”.
Aiuti dal laboratorio
In vostro soccorso vi saranno invece numerosi gadget che potrete acquistare tra un livello e l’altro nel laboratorio del Dr. Light. Ovviamente sono a pagamento, e dovrete sbloccarli raccogliendo delle viti-dado in giro per i livelli. In pratica, la valuta del gioco. La varietà di questi bonus è sicuramente ampia e vanno dalla classica ricarica di energia (monouso) a dei potenziamenti permanenti, come ad esempio uno speciale “attenuatore” del rinculo delle armi più potenti. A tal proposito sarà opportuno scegliere con estrema oculatezza come spendere il vostro prezioso budget. Posto che non tutti i potenziamenti saranno disponibili sin da subito, consigliamo l’acquisto il prima possibile di un dispositivo che riduce il salto all’indietro quando si viene colpiti. Se siete su una piattaforma particolarmente stretta può salvarvi dal precipitare rovinosamente!
I due potenziamenti più performanti, e divertenti, saranno invero resi disponibili solo al completamento del gioco, quando una stellina verde smeraldo comparirà di fianco al vostro salvataggio. Energia infinita per tutte le armi “ottenute” dai boss e per le due funzionalità del Sistema Double Gear. Sicuramente un ottimo stimolo per divertirsi e riprendere in mano il gioco anche una volta terminato.
Una gioia per gli occhi
Rigiocabilità. Sarà sicuramente un piacere, una volta concluso il gioco, tornare ad esplorare con relativa serenità tutti i livelli che ci hanno garantito una sfida così intensa. Ciascuno degli otto livelli, dicevamo, si propone con una caratterizzazione estremamente marcata. Sia nel design, nella sua struttura e nei nemici che lo popolano. Il livello del bio-laboratorio, con grandi vasche ricolme di acido e correnti che fanno fluttuare il nostro protagonista. Il livello del “campeggio”, tra barbecue ed incendi e quello del parco divertimenti, dove tra un rimbalzo e l’altro occorrerà cercare di salire in una posizione sempre più elevata. Una gioia per gli occhi sia per quanto riguarda i fondali sia per i nemici. Questi ultimi, presenti in una varietà più che discreta, sono tutti meravigliosamente animati. A partire dalle movenze, per finire con le espressioni dei loro visi, dal momento che sono tutti umanizzati e presentano nella maggior parte dei casi dei grandi occhi rotondi. Le loro smorfie quando vengono colpiti sono uno spettacolo nello spettacolo. Una garanzia di risate che, giocoforza, potrebbero costarvi care in termini di concentrazione.
Cyborg 00…8
Per questo capitoletto abbiamo preso in prestito, storpiandolo, il titolo del famoso manga del 1964: Cyborg 009 di Shotaro Ishinomori. In esso vengono narrate le vicende di nove cyborg, ciascuno con caratteristiche, aspetto ed armi differenti. Un discorso analogo lo meritano i boss degli otto livelli iniziali presenti in Mega Man 11. Sono tutti robot concepiti e realizzati dal Dr. Light per scopi pacifici e di pubblica utilità, poi successivamente assoggettati alla volontà malvagia del Dr. Wily ed equipaggiati con il Double Gear System. Ognuno di essi ha una perfetta caratterizzazione che si fonde in maniera magistrale con le rispettive armi e stili di combattimento. Ad ogni nuovo titolo della saga, vedendo i loro ritratti nei riquadri di ogni livello, è impossibile non chiedersi di quali diavolerie dispongano e degli usi che ne faranno. In Mega Man 11 la differenziazione raggiunge livelli epici: non andiamo oltre per non rovinare la sorpresa nel far conoscenza con ciascuno di questi otto gioielli della robotica! Purtroppo, come contraltare, un rovescio della medaglia sarà il doverli riaffrontare tutti di fila e tutti d’un fiato nel penultimo livello, poco prima dello scontro finale con il Dr. Wily. Anche questo tuttavia è una peculiarità della saga di Mega Man e giocandoci eravamo assolutamente certi che avrebbe fatto parte anche di questo capitolo.
Alla resa finale dei conti
Gli ultimi quattro livelli testimoniano la deviata personalità del Dr. Wily. Man mano che ci si avvicinerà al suo quartier generale la sfida diverrà ancor più ardua e le ambientazioni avranno un aspetto sempre più robotico, ma nel contempo freddo e tetro. È il caso di fare un po’ di backtracking nei livelli precedenti per potersi guadagnare qualche gadget e qualche tanica di energia in più, ne avrete sicuramente bisogno. Se poi diventerete così incredibilmente bravi, potrete cimentarvi in apposite sfide ad hoc che fanno da corollario al gioco. Nulla di particolarmente originale, ma dal momento che sono previste delle classifiche online con i punteggi migliori, la soddisfazione di veder comparire il proprio nome tra i giocatori più abili è sicuramente un ambito traguardo.
Conclusioni
In questa epoca di remaster, remake e reboot, Capcom ci regala invece un capitolo nuovo di zecca di questo sempreverde, pardon “sempreblu”, personaggio. Un gioco che saprà riportarvi indietro di almeno una ventina d’anni, ma con tutta la bellezza, il dettaglio grafico e la complessità di una produzione attuale. Grazie Capcom, grazie Mega Man!
Parametri di riferimento Hardware
Piattaforme di gioco utilizzate: XBOX ONE X (Project Scorpio), XBOX ONE
Device video: Monitor 4K HDR Dell U2718Q, TV Samsung 55′ FullHD
ildagnele.nbg@gmail.com