Dopo Metro 2033 Redux eccoci alla recensione di Metro Last Light Redux. Non staremo molto a parlare dei miglioramenti grafici rispetto alle versioni per old gen in quanto il titolo uscì nel 2013 e poi nel 2014 nella sua versione definitiva. Ci concentreremo maggiormente su trama e gameplay. Pronti a tuffarvi nuovamente nella Metro di Mosca?
Più cinematografico
I ragazzi di 4A Games con Metro Last Light Redux hanno voluto alzare l’asticella. Le scene cinematografiche e quelle emotivamente più coinvolgenti sono state quantomeno raddoppiate rispetto al predecessore. Il filo narrativo parte qualche tempo dopo il finale di 2033, la SH ha scelto quello ritenuto “cattivo” come base da cui partire, per strutturare un nuovo viaggio del nostro Artyom nel sottosuolo (e non solo) di Mosca. Da Polis il giovane dovrà tornare in superficie per eliminare l’ultimo Tetro rimasto in vita ma le cose non andranno esattamente così. Last Light sarà molto più incentrato sul protagonista, infatti ci ritroveremo spesso da soli a dover affrontare tutti i pericoli già visti nel capostipite. Dai soliti umani ai mostri radioattivi, passando per le trappole e qualche nemico nuovo.
La remastered aggiusta qualche ombra e qualche gioco di luce, oltre a legare meglio lo stacco da cutscene a giocato ma nulla di più. Torna l’esplorazione delle varie zone, questa volta più ampie e con maggiori aree nascoste. Last Light non è comunque un gioco facile, ma se siete sopravvissuti al primo, non potete perdervi questo.
Molto simile al capostipite, ma migliorato
Il gameplay è molto simile a quello visto in Metro 2033 Redux ma, e se avete letto la recensione precedente già lo sapete, è perché gli sviluppatori hanno implemenatto le varie migliorie di questo secondo capitolo nel precedente quando hanno prodotto le remaster dei due giochi. Per questo giocare ai due Metro risulterà molto simile. Praticamente le stesse armi, stesso equipaggiamento, stesso HUD e stesso equilibrio. Tornano torcia, accendino e visore notturno, le varie bocche da fuoco tra cui Revolver, AK-47, fucili a pompa e ad aria compressa (utili per uccidere silenziosamente). Non c’è molto altro da dire se non che anche Metro Last Light Redux non è da considerare come un FPS arcade, ma anzi come un survival a tinte horror con elementi da shooter. I combattimenti saranno più frequenti, ma il fulcro sarà sempre l’esplorazione e l’ambientazione.
Rimasterizzato si, ma non troppo
Come già detto Metro Last Light Redux è quello, tra i due, meno ritoccato dal punto di vista grafico. C’è stato un miglioramento di alcune texture, il raggiungimento dei 1080p e dei 60 frame al secondo fissi ma poco di pù. Una migliore gestione dell’illuminazione e alcuni accorgimenti sulle ombre. Ottima colonna sonora e traduzione in italiano. Come per 2033 ho giocato con l’audio in russo (consigliato per godersi appieno l’esperienza) ma comunque quello nostrano è di buon livello. La durata si attesta sempre sulle 10 ore ma c’è da segnalare il fatto che, una volta terminata la campagna, si sbloccheranno alcune missioni inedite. Queste ultime sono utili per capire meglio alcuni avvenimenti successi, ma non risultano indispensabili per la piena comprensione della narrazione.
In conclusione Metro Last Light Redux è consigliato a coloro che hanno giocato il primo ma non questo ed anche a tutti gli altri. Amanti o no degli FPS story driven dovreste tutti giocare queste due perle. Metro Exodus uscirà a febbraio ergo avete ancora un po’ di tempo per recuperarli. Fatelo che non ve ne pentirete.
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