C’era un tempo in cui i robottoni pilotati dagli umani erano il pane in quell’amato pasto chiamato Intrattenimento, tempo che poi ha offerto spazio alle loro evoluzioni o varianti, che si sono poi lentamente trasformate in abuso, stufando il pubblico e rendendolo più aperto e predisposto ad apprezzare tutto il resto che il panorama aveva da offrire. Da quel momento, quello che un tempo era il trend dell’epoca, come lo erano Dragon Ball o I Simpson negli anni ’90, ha iniziato lentamente la sua “discesa”, arrivando ad essere un concept più vicino ad una nicchia per nostalgici che per il grande pubblico. Ma questa nicchia riesce a riaffiorare ogni tanto, come hanno dimostrato i vari Transformers o Pacific Rim, giusto per citare i “colossi” del cinema, e come ha più o meno provato a fare Guerrilla Cambridge proponendo Rigs tra i primissimi progetti per PS VR. Adesso però è il momento di parlare del freschissimo tentativo di The Balance Inc. e Modus Games, rispettivamente sviluppatori ed editori di Override Mech City Brawl. Andiamo a vedere di che si tratta.
Override Mech City Brawl ci offre un concept che ben conosciamo, ma una scelta relativa al gameplay adottato piuttosto singolare e non proprio in voga tra i trend del momento. In primis, dobbiamo riconoscere che l’aspetto principale meglio riuscito del gioco è indubbiamente offerto dal PVP, probabilmente il vero target interessato. Ma Override non è solo PVP, quindi è il momento di illustrarvi il progetto a 360 gradi.
Iniziamo con la parte migliore: il PVP è piuttosto ben riuscito al di là di qualche aspetto dubbio ma migliorabile, e questo è dovuto puramente al gameplay e a come gli sviluppatori hanno deciso di farci controllare i robot nelle fasi di combattimento. Vi renderete presto conto del perché riteniamo che sia il meglio realizzato tra tutti gli aspetti del gioco, e di qualche spanna. Fin qui bene. Ma c’è qualcosa di altrettanto innegabile: la modalità Storia è più triste di Leopardi. In alcuni frangenti i dialoghi sono seriamente di un imbarazzo che possiamo considerare di nuova generazione, per non parlare dell’aspetto sonoro davvero eccessivamente povero rispetto alle altre componenti. Non pretendiamo certo che ogni linea di dialogo presente in gioco fosse coperta dal doppiaggio, ma non abbiamo seriamente nemmeno un suono, un verso, una risata, niente che venga dai piloti, niente che sia “vocale”. E questo di per sé non ci fa proprio impazzire, ma, se lo uniamo alla terribile qualità dei dialoghi, è un aspetto che acquisisce ulteriore peso sulla parte negativa del nostro responso. Inoltre la difficoltà della modalità storia è altrettanto ridicola: le missioni etichettate come “Difficili” o addirittura “Impossibili” sono in realtà la difficoltà “Nabbo” mascherata con un falso nome, e questo fattore assegna all’intera campagna l’aspetto di un tutorial allungato all’ennesimo livello. Ma il tutorial è già presente e l’allenamento pure, quindi ci chiediamo se gli sviluppatori potessero effettivamente escludere qualcosa da questo trittico. La portata finale, per concludere in bellezza, è che se decidiamo di sfidare i mecha in modalità “esibizione”, possiamo scegliere tra tre diversi livelli di difficoltà, che offrono indubbiamente parecchia più sfida di quella offerta dalla campagna. Quindi, esattamente, perché non disporre della buona IA presente nel gioco stesso per aggiungere un po’ di pepe e divertimento alla Campagna? Questo rimarrà un mistero. Ultimo ma non ultimo, i nostri amici metallici sono controllati da piloti in carne ed ossa, che saranno però sostanzialmente nascosti dal gioco, a meno che non vogliate provare la Campagna con ognuno di loro: in alternativa, tutto ciò che vedrete al riguardo saranno i nomi e l’estetica dei piloti come nell’immagine. That’s it.
Passiamo ora alle altre modalità: la cooperativa e il PVP. Possiamo iniziare senza dubbio con la prima, dato che ci offre uno spunto piuttosto singolare: il coop non è solamente come lo immaginereste, ovvero un format in cui ogni giocatore controlla il proprio mecha. Questa particolare modalità cooperativa offrirà il controllo di un solo robottone anche se fossimo due, tre o quattro giocatori, ed ogni giocatore dovrà muovere diverse parti: insomma, il vero significato di cooperazione, che senza comunicazione e sincronizzazione risulterà essere una strategia non proprio ottimale per ottenere i vostri successi in battaglia. Avete sempre voluto sentirvi parte di un Megazord? Eccovi accontentati: potrete controllare un braccio o una gamba se giocate in quattro, o se vorrete giocare in due avrete a disposizione la scelta tra le braccia e le gambe, in aggiunta al fatto che uno dei due piloti dovrà pensare al movimento, e l’altro a ruotare la telecamera. A questo punto sarete carichi di domande, ergo è decisamente giunto il momento di parlarvi dei comandi, in modo da darvi un’idea solida del controllo, ed illustrare quali siano le vere potenzialità dei mecha. La caratteristica base, appunto, è che avrete il controllo su tutti e quattro gli arti in maniera indipendente. Se vorrete dare un pugno destro o un pugno sinistro, o fare lo stesso coi calci, avrete totale libertà di farlo, ma a questa caratteristica si aggiungono una schivata a terra o aerea, un salto che possiamo prolungare con l’uso di propulsori (un “jet-pack” insomma), ed uno scudo che con il giusto tempismo ci potrà addirittura portare ad effettuare un contrattacco. Questi sono i controlli base, ma va specificato che l’L2, il calcio sinistro, sarà diverso da mecha a mecha, e soprattutto che ognuno degli attacchi base degli arti è potenziabile tenendo premuto il tasto interessato.
Ma non è certo finita. I nostri cari robottoni avranno a disposizione 4 diverse tecniche, o meglio 5, ma lasciamo la spiegazione della quinta per quando vi avremo parlato delle prime: sono di diverso tipo in base al mecha selezionato, e possono essere dei dash offensivi, trappole, skill che vi permettono l’uso di proiettili, sfere di energia o comunque attacchi a distanza, skill verticali, ecc ecc. Come avrete capito è vitale conoscere le skill di ogni mecha che si andrà ad affrontare, altrimenti le spiacevoli sorprese date dal combat avversario vi faranno perdere il match in men che non si dica. Per utilizzare queste skill avremo bisogno di usare energia che otterremo ovviamente combattendo, e che potremo accumulare fino a quattro barre, consentendoci appunto di usare fino a 4 tecniche speciali di fila. Le tecniche speciali inoltre sono utilissime per darvi respiro durante un aspetto di cui ancora non vi abbiamo parlato: il surriscaldamento. Se salterete troppo, userete i propulsori, schiverete o userete gli attacchi base, incapperete nel surriscaldamento aka non poter fare niente se non muovervi… ed usare le skill. Esatto, le skill non sono affette dal malus del surriscaldamento, fattore che vi darà un enorme ventaglio di tattiche, tempistiche e chi più ne ha più ne metta. Ma torniamo al principio di questa parentesi legata alle skill, ovvero alla già citata quinta abilità, la più speciale di tutte come avrete facilmente capito. Si tratta di una tecnica particolare, dal momento in cui potrete usarla solo quando sarete vicini alla morte: potrà decisamente ribaltare l’esito della vostra battaglia, e forse fin troppo. Immaginate le X-ray di Mortal Kombat senza però un indicatore che aumenti progressivamente, che vi dia l’occasione di scegliere l’esatto momento in cui utilizzare la tecnica, e soprattutto senza un secondo round per far sì che un pessimo tempismo nell’utilizzo della “ultimate” non faccia altro che tagliarvi le gambe. Questa è stata l’unica pecca davvero letale riguardante il gameplay, eccezion fatta forse per qualche bilanciamento sull’attacco dall’alto e qualche altra tecnica. Per capirci meglio, affrontando alcuni personaggi in particolare sarà veramente arduo schivarne la finisher, e di conseguenza sarà sufficiente far sì che gli HP dell’avversario siano abbastanza da essere poi azzerati con il clic che attiverà la finisher. Il gameplay include anche l’utilizzo di armi che eventualmente spawneranno sulla mappa, armi che potranno essere da fuoco o bianche, ma anche qua abbiamo la sensazione che sia una componente che avrebbe risparmiato agli sviluppatori soldi, tempo e fatica. Il gameplay è buono così com’è, e forse sarebbe stato meglio concentrarsi un filo di più sul bilanciamento di personaggi e delle tecniche, piuttosto che aggiungere una componente un po’ di troppo.
Per continuare con gli aspetti positivi, va assolutamente detto, sottolineato, e premiato, il fatto che Modus e The Balance abbiano deciso di implementare sia il coop locale che online, cosa che sempre più sviluppatori “si dimenticano” di fare man mano che il tempo passa. Con questa scelta, spesso privano i loro prodotti di un aspetto stimolante per prendere in considerazione titoli che non ci convincerebbero al 100% se giocati da soli, ma anche capace di farci considerare una seconda run. Ovviamente, visti i tempi che corrono, è quasi superfluo aggiungere che sì, è presente anche una modalità competitiva.
Ora che vi abbiamo illustrato a dovere gli aspetti del titolo, vi starete sicuramente ponendo qualche domanda riguardante i colleghi di Jeeg. Procediamo con piacere: i mecha sono 12, tutti ben caratterizzati, con qualche similitudine riguardante le tecniche, aspetto comunque tollerabile vista l’enorme difficoltà che si potrebbe riscontrare nella fase di bilanciamento in caso si avesse un numero di tecniche alto e che presentasse una ricca varietà. In questo topic in particolare, i MOBA e non solo insegnano la lezione a dovere. Esteticamente parlando, i personaggi sono ben differenziati e facilmente distinguibili, e tutti contano numerose skin ed accessori (questi ultimi sono gli stessi per tutti i personaggi selezionabili). Non aspettatevi troppo da questo aspetto però, in quanto le skin non fanno altro che cambiare i colori delle vostre armature, eccezion fatta per qualche skin leggendaria che applicherà anche delle modifiche alla forma dei giganti di metallo oltre che all’aspetto cromatico.
Visto che siamo sul lato estetico, parliamo anche di quello del titolo in generale: non è da buttare, ma allo stesso tempo è immediato il pensiero che si potesse fare di meglio. O più precisamente, che si potesse osare un filo di più. Aggiungere un tocco di personalità fa sempre bene, e Override non è sembrato essere di questo avviso, eccezion fatta per l’aspetto dei robot. Ma non possiamo tristemente dire lo stesso riguardo i menù e le mappe, ad esempio. Possiamo capire che ci si possa sentire limitati nelle scelte estetiche quando si progetta un titolo concentrato unicamente sulle figure dei robot giganti, ma diciamolo, questa non sarebbe ormai che una scusa. Anni fa la situazione sarebbe stata diversa, ma con tutti i mezzi tecnici e le migliaia di fonti di ispirazione esistenti, fare qualcosa di più unico sarebbe stato possibile anche non disponendo di nessuna dote inventiva personale. In questo modo, gli sviluppatori hanno dato al titolo un aspetto piuttosto sterile e che forse non rispecchia granché il lavoro svolto. Lo stesso vale per le mappe, che sono 10 diverse, ma tutte uguali tra loro riguardo la conformazione: ci piace l’idea di poter scegliere tra ambienti diversissimi tra loro, come Egitto, Buthan, Messico, Russia o USA, ma al di là dell’aspetto le mappe sono davvero eccessivamente simili per poterle inserire tra i lati positivi, in quanto non influenzeranno minimamente il gameplay da adottare.
Dopo aver parlato dell’aspetto estetico, spendiamo anche due parole sul piano sonoro, anche se purtroppo non c’è troppo da dire: le tracce della soundtrack scalano dall’accettabile, al monotono, per sbarcare a volte nel “dai ma che è ‘sta roba”. E come vi abbiamo detto, i robottoni non parlano, i loro piloti non parlano, i pochi personaggi legati alla storia non parlano. Sorpresa: nessuno parla. Il comparto sonoro relativo agli effetti invece non è malaccio, ma non è assolutamente abbastanza per non farci storcere il naso, o meglio le orecchie, sul comparto sonoro nel suo complesso.
In conclusione, Override Mech City Brawl ci ha piacevolmente sorpreso per quanto risulti acerbo su vari aspetti, perdonabili per via dell’aspetto maggiormente azzeccato: il divertimento, l’intrattenimento, uno degli obiettivi principali della videoludica in assoluto. Override può divertire, può anche essere preso piuttosto seriamente e farci considerare una carriera competitiva, o nel più ricreativo dei casi ci potrebbe regalare delle piacevoli serate con i propri amici grazie al coop presente addirittura sotto varie forme. Ci dispiace per le falle, che appunto con un po’ di inventiva ed impegno sarebbero state estremamente più lievi e meno compromettenti, ma al momento è innegabile che riducano l’appeal del titolo di non pochi livelli. Tutto sommato però, Override Mech City Brawl è promosso, e ci auguriamo che i suoi sviluppatori siano già al lavoro per apportare modifiche e miglioramenti a quello che in fondo è un titolo interessante non per una nicchia, ma per diversi target di giocatori.
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