L’immaginario creato dalla penna di Lovecraft negli ultimi tempi è stato il punto di partenza di alcuni videogiochi, tra cui The Sinking City. Il titolo arriverà il 27 Giugno su PC, Xbox One, Nintendo Switch e PS4.
Frogwares, gli sviluppatori del gioco, servendosi di un immaginario legato alle origini del mondo fantascientifico hanno scelto di proporre al grande pubblico un’avventura basata sull’investigazione e sul mistero. Una scelta che non sembra per nulla sbagliata, anche disponendo solamente delle informazioni preliminari al lancio.
Tuttavia, anche altri come Call of Cthulhu o Lust from Beyond – di cui abbiamo curato un’anteprima – hanno preso ispirazione dalle opere dello scrittore americano. Di conseguenza, la domanda più lecita è: riuscirà The Sinking City a trovare una sua identità o comunque a proporre qualcosa di accattivante per gli amanti della fantascienza lovecraftiana?
Trama e ambientazione
Frogwares. autori delle avventure di Sherlock Holmes, ha deciso di abbandonare la Londra del famoso detective di Arthur Conan Doyle per dedicarsi ad un’ambientazione diversa. Nello specifico, The Sinking City è il primo titolo open world dello sviluppatore e si basa sull’esplorazione di un mondo oscuro e misterioso. Esso è dominato da un’atmosfera assai particolare, piena di creature che vanno oltre l’immaginario comune e in linea con la sua fonte principale.
Saremo trasportati negli anni ’20 del secolo scorso in una cittadina del New England, Oakmont, che cela nelle profondità delle acque circostanti un mistero dai toni mistici e antichi. La cittadina americana sarà improvvisamente colpita da una pioggia eterna che non sembra cessare. Lo strano fenomeno meteorologico ha portato alcune strade di Oakmont ad essere completamente allagate e ha isolato la stessa realtà urbana dal resto della nazione a stelle e strisce. Gli eventi finora descritti sembrano essere collegati a delle sconosciute rovine, rinvenute dopo l’inondazione da una spedizione locale. Contemporaneamente a questa scoperta, la cittadina sprofonda in una follia di massa che sembra colpire la mente dei suoi abitanti. Il nostro protagonista, un detective privato colpito da visioni simili a quelle dei cittadini di Oakmont, giunge sul posto alla ricerca della verità. Una volta sbarcato, si troverà ad affrontare la diffidenza dei locali dimenandosi tra menzogne, rivelazioni e allucinazioni.
Nello scorrere dell’avventura non ho mai mostrato segni di disinteresse nei confronti della storia, che risulta fedele alla sua ispirazione alla matrice dell’immaginario di Lovecraft. Sebbene alcuni “colpi di scena” siano abbastanza prevedibili mettendo insieme i pezzi, il ritmo della narrazione e i vari sviluppi risultano cadenzati in maniera più che convincente.
Esplorare gli inferi
La mappa di gioco regala un open world in cui sono inserite sia attività legate alla storyline principale che ad altre più secondarie. Le seconde hanno il grande merito di rafforzare la caratterizzazione dell’ambientazione proposta, aggiungendo più elementi e donando un contesto narrativo più marcato all’esperienza. Naturalmente alcune sono maggiormente curate rispetto ad altre e portano il giocatore a servirsi di alcuni elementi particolari come degli archivi, presenti in strutture prestabilite. Contrariamente altre, sebbene siano contestualizzate – come già sottolineato – sembrano quasi copia-incollate da altre. Di conseguenza è ravvisabile una certa linearità di fondo nella struttura di gioco nelle varie quest. Si tratta di una componente investigativa molto marcata, accompagnata principalmente dalla presenza di sparatorie e dall’esplorazione più o meno libera dei vari quartieri della città.
Appunto Oakmont sarà suddivisa in quartieri le cui strade non sono attraversabili in maniera autonoma nella loro totalità. Si potrà accedere a quelle sommerse attraverso una barca, unico strumento di trasporto in queste zone. Parallelamente, passeggiando per le strade della cittadina, si potrà interagire con gli NPC. In particolare, oltre alle persone che mostrano i primi sintomi della follia, i personaggi testimoniano una società messa in ginocchio dagli eventi. Proprio ai lati della strada sarà facile imbattersi in alcuni mendicanti o in persone che applicano a proprio vantaggio la legge del più forte. Infine, a causa della necessita di difendersi dalle creature che hanno raggiunto la terraferma, gli abitanti di Oakmont hanno reintrodotto il baratto usando i proiettili come moneta di scambio principale. Chiude il quadro l’introduzione di alcune meccaniche tipiche dei survival, come l’ottenimento di munizioni e risorse attraverso il loot nell’ambiente di gioco.
Oltre le barriere
Se si analizza The Sinking City, non si può tacere sulla centralità della serie di meccaniche investigative già citate. Esse risultano assai stimolanti poiché basate su fasi di deduzione ed esplorazione non eccessivamente guidate. Quindi sarà chiesto al gioco di ricomporre dei puzzle mentali, collegando elementi delle scene dei crimini ad altri scoperti grazie a delle quest o all’esplorazione della mappa. Ad esempio, investigando su un furto verremo a scoprire che il ladro ha già compiuto altri crimini. Di conseguenza, il gioco si aspetta che il giocatore si diriga verso gli archivi della polizia alla ricerca di nuove informazioni. Insomma, un approccio diretto, logico, funzionale e consequenziale. In conclusione queste sezioni non risultano banalmente intuitive, offrendo una buona dose di libertà sull’approccio per completare quella specifica fase. Pertanto richiedono dedizione, attenzione e molta pazienza nell’affrontare i dialoghi, leggere gli indizi e unire le informazioni per arrivare alla soluzione.
In particolare ci tengo a sottolineare che il gioco non segnerà automaticamente la posizione di un luogo significativo legato ad una missione, ad eccezione di poche strutture principali come la stazione di polizia o l’ospedale. Quindi toccherà al giocatore scandagliare le informazioni in suo possesso, e posizionare manualmente un indicatore sulla mappa una volta dedotta la posizione del luogo specifico. Sebbene sia una scelta che va controtendenza rispetto a molti giochi, in un gameplay come quello di The Sinking City è piuttosto azzeccata, poiché conferisce un feedback più realistico all’avventura.
L’ispirazione al genere fantascientifico si fa sentire anche all’interno di queste sezioni. Così il nostro protagonista, colpito da queste strane visioni, ha sviluppato delle abilità al di là dell’umano. In primis l’occhio della mente, con il quale è possibile vedere dei dettagli non accessibili ad altri, come i presagi o alcuni brevi flashback. Attenzione però: l’abuso di quest’ultima è sconsigliato, in quanto consumerà la barra della sanità mentale del nostro personaggio. Di fattura simile appare la retrocognizione. Quest’abilità si attiva una volta raccolti tutti gli indizi chiave di una scena, e permetterà al protagonista di rivivere degli eventi passati per ricostruire cosa sia successo in quella scena del crimine.
A chiudere il comparto investigativo troviamo il palazzo mentale, una sottovoce del menù di gioco. Al suo interno vengono raccolti dei macroindizi più significativi, i quali devono essere associati tra loro per arrivare a costruire delle deduzioni e la soluzione finale del singolo mistero.
In movimento
Purtroppo l’aspetto tecnico non raggiunge la qualità degli atri elementi descritti. Sebbene abbia notato un frame rate piuttosto stabile, non convincono le animazioni dei personaggi, i caricamenti, e le sporadiche compenetrazioni degli NPC. I primi risultano assai presenti e anche un po’ lunghi, soprattutto se si usa il sistema di viaggio rapido per spostarsi lungo la mappa. Nello specifico, il giocatore si servirà di alcune cabine telefoniche, sparse per i vari quartieri, per passare da una zona ad un’altra della mappa attraverso appunto un caricamento della sua destinazione. Per carità, mai al pari di titoli come Recore, ma comunque non proprio convincenti.
Ad ogni modo, esteticamente non si può rimproverare nulla a The Sinking City. Come già sottolineato, passeggiare per le strade di Oakmont ha un’unica risultante: trasportare il giocatore all’interno di una realtà oscura, chiusa e distrutta. Una società che, come potremmo capire dal doppiaggio in inglese e dai sottotitoli in italiano, è assai restia e diffidente ad accettare forestieri al suo interno.
Un’altro aspetto che avrebbe bisogno di essere maggiormente approfondito è il sistema di shooting, che quando è chiamato in causa appare piuttosto grezzo, con una telecamera non proprio perfetta e delle animazioni che inevitabilmente continuano a ricordarci di essere davanti ad un titolo zoppicante in alcuni punti. Chiaramente esso viene usato solamente come un intermezzo che serve a spezzare una possibile monotonia delle investigazioni, e riesce in questo scopo – anche se con qualche riserva – nella sua realizzazione. Infine, a supporto di questo ed altri elementi, vi è un sistema di crescita delle abilità suddiviso in più rami. Ad esempio, consentiranno al giocatore di aggiungere più vitalità al personaggio o gli permetteranno di trasportare un numero maggiore di munizioni.
In conclusione
Tirando le somme, nonostante alcune debolezze tecniche, The Sinking City è un’avventura rimasta fedele al suo obiettivo iniziale. Il titolo di Frogwares vuole spingere al ragionamento e alla scoperta, unendo i vari indizi tra loro per risolvere dei misteri. Tutto questo, sfruttando come cornice un’ambientazione affascinante che potenzialmente sarà in grado di trasmettere ansia e spavento al giocatore. Sarà necessario fare ricorso a tutta la pazienza in vostro possesso, visto che sarete chiamati a pellegrinare per Oakmont senza degli aiuti troppo diretti. Sotto diverse ottiche, The Sinking City è un prodotto che può regalare sicuramente un qualcosa, soprattutto se amate il genere di atmosfera proposto, o le meccaniche investigative di questo tipo.
Versione provata: PC (via Epic Games Store)