A quanti capita di avere tante idee per la testa da non sapere su quale concentrarsi per prima? Lo sa bene Hideo Kojima che ha spiegato come prima di Death Stranding i progetti al vaglio siano stati molteplici. Molti sono stati scartati, nessuno di questi vedrà mai la luce.
Ne ha parlato durante la Gamescom in una intervista con Julien Chièze recentemente pubblicata su YouTube e tradotta dagli utenti Reddit.
A inizio 2016 eravamo una manciata di persone in un piccolo ufficio. In giugno abbiamo iniziato il game design e il casting senza sapere nemmeno noi cosa sarebbe stato l’intero gioco.
Un lavoro condotto inizialmente alla cieca e che, secondo Kojima, avrebbe potuto portare ad un concept di gioco totalmente diverso.
Death Stranding è stata letteralmente l’ultima cosa a cui ho pensato. All’inizio c’era un gioco diverso che ho però dovuto abbandonare e sul quale molto probabilmente non tornerò mai più.
Non è una novità quello che è successo a Kojima Productions: alcune idee sono state scartate per dare spazio al concept definitivo del gioco atteso sugli scaffali l’8 di novembre. In realtà la sorpresa dovrebbe essere minima a voler ben vedere ma stiamo parlando di Kojima, un uomo capace di far parlare di sé anche quando non ci sono vere notizie.
Le sue rivelazioni rendono forse ancora più sorprendente la quantità di tempo richiesta per lo sviluppo, un record per gli standard Sony e spiega anche come mai, adesso che ci si trova nelle fasi finali, il suo staff sia stato costretto al crunch per rispettare i tempi di consegna.
Come una maratona, la parte più difficile è quella centrale. All’inizio siamo tutti carichi di energie e idee e concept ma poi si entra in fase di produzione e sembra che la fine non arrivi mai. Adesso che ci avviciniamo alla conclusione del lavoro ci sembra di avere più forza ogni giorno che passa