Oninaki è l’ultimo gioco di ruolo d’azione realizzato da Tokyo RPG Factory e pubblicato da Square Enix. Ho avuto sempre dei pensieri contrastanti con i titoli precedenti dello studio: I am Setsuna e Lost Sphear. Sebbene non siano giochi terribili, alla fine, in un modo o nell’altro, mi hanno deluso. Quindi, ho iniziato Oninaki con una certa certa dose di ottimismo mista a preoccupazione.
La premessa del gioco è intrigante; l’aldilà e la reincarnazione sono reali nel mondo di Oninaki e non solo alcuni concetti religiosi. In effetti, la popolazione deve seguire rigorosamente i principi della reincarnazione che proibiscono il risentimento per i morti, in modo che i defunti possano reincarnarsi. Se una persona deceduta non si reincarna, diventerà un’anima perduta o un mostro non morto chiamato Caduto. La popolazione mondiale diminuirà di molto se molte anime non riescono a reincarnarsi.
In particolare la storia segue le vicende di Kagachi, un giovane che ha perso entrambi i genitori durante l’infanzia ed è cresciuto fino a diventare uno degli Osservatori, persone che hanno lo scopo di di controllare che i principi della reincarnazione vengano sempre rispettati così da rafforzare il ciclo della vita e della morte. Sono anche disposti a porre fine alla vita di una persona innocente per aiutare le anime perdute a passare alla loro prossima vita.
Mentre il concept alla base di Oninaki è affascinante e pieno di potenzialità, la storia nel suo complesso non è mai all’altezza delle basi del mondo di gioco. Per un titolo che tra le sue tematiche argomenti estremamente cupi come la morte e il suicidio, Oninaki non raggiunge mai il livello di altezze emotive che mi aspettavo. La scrittura è altalenante e goffa, con molti momenti delicati che finiscono per essere pesanti. I personaggi sono abbastanza stereotipati, non riuscendo a convincere in molti situazioni. Questo è un problema comune dei titoli di Tokyo RPG Factory che sono sempre riusciti a creare una base perfetta per creare storie sorprendenti finendo però per essere rovinate da personaggi senza carisma e dimenticabili e dei prodotti finiti abbastanza mediocri; un potenziale sicuramente sprecato.
Fortunatamente, il gameplay è una fantastica boccata d’aria fresca. Lo studio di sviluppo finalmente ha deciso di cambiare, senza seguire ancora il sistema di combattimento di Chrono Trigger ma creando un vero e proprio gioco di ruolo d’azione originale. Durante le battaglie, Kagachi può manifestare speciali Anime Perdute chiamate Demoni così da ottenere i loro poteri e abilità. Ogni demone è unico: ha poteri speciali unici, armi e set di mosse particolari.
Il combattimento può sembrare un po’ goffo e semplice all’inizio quando si ha a disposizione un solo Demone nel proprio arsenale ma le cose si evolvono rapidamente con l’avanzare delle missioni e l’arrivo di nuove Anime Perdute che vi garantiranno più libertà e varietà negli scontri, rendendoli sempre più coinvolgenti. Dovrete pensare bene ai vostri attacchi poiché, una volta che premerete un determinato pulsante corrispondente ad un attacco, non potrete interrompere l’ azione (senza le abilità appropriate) finché non sarà completa. Schiacciare i pulsanti senza una strategia vi farà uccidere abbastanza velocemente, soprattutto dopo le prime missioni introduttive.
I Demoni non solo vi garantiscono nuove abilità speciali, ma cambiano anche completamente lo stile di gioco di base. Il demone di partenza vi consente di equipaggiare una spada, dandovi accesso ad attacchi rapidi ed un’abilità unica che vi permetterà di fare un dash veloce in avanti. Il secondo Daemon vi equipaggerà con una lancia, vi permetterà di saltare (a differenza del dash di prima), rendendovi effettivamente un Dragoon della serie Final Fantasy.
Ogni Demone può essere equipaggiato con un massimo di quattro abilità diverse e Kagachi può manifestare quattro Demoni contemporaneamente. Scambiare i Demoni a metà combattimento è cruciale in molti combattimenti contro i boss, specialmente alle difficoltà più elevate. Usando un Demone, ogni tanto avrete la possibilità di ottenere una pietra di aggiornamento per loro. Potete quindi potenziare il Demone usando il proprio albero delle abilità usando queste pietre. Gli alberi delle abilità sono abbastanza complessi e diversificati, permettendovi di creare build specializzate. Ogni abilità può essere potenziate così da ottenere nuovi effetti minori che danno spazio a ulteriori personalizzazioni. Combattendo contro i vari mostri anche Kagachi salirà di livello, migliorando le varie statistiche intrinseche del personaggio (come salute, potenza di attacco e via dicendo).
Come osservatore, Kagachi può attraversare il velo tra il mondo dei vivi e dei morti. Questa meccanica è alla base del gameplay, rendendo ogni area esplorabile due volte. Tuttavia, attraversare ciecamente il mondo dei morti è un affare pericoloso, poiché sarete avvolti dalle tenebre e non potrai vedere nulla. Per poterlo attraversare più facilmente prima dovrete trovare e uccidere lo Stealer, un mostro abbastanza potente nel mondo dei viventi così da ottenere un passaggio sicuro nel regno dei morti. Dovrete attraversare entrambi i mondi per riuscire a progredire in determinati dungeon, oltre che per ottenere oggetti preziosi in casse sparse nel mondo dei morti.
L’ovvio inconveniente del brillante sistema di combattimento è che la varietà dei nemici è decisamente povera. Il combattimento è divertente e coinvolgente, ma il divertimento si esaurisce rapidamente quando combattete ripetutamente gli stessi pinguini e scorpioni (non sono proprio dei pinguini e scorpioni normali). È frustrante quando un nuovo dungeon o nuova area presenta gli stessi nemici di sempre ma con diverse colorazioni, come se fossero nuovi nemici. Inoltre, non presentano nemmeno nuove mosse. I nemici che differiscono solamente dal colore non sono nulla di insolito nei videogiochi, specialmente nei giochi di ruolo, ma Oninaki ha decisamente esagerato in questo frangente.
La colonna sonora di Oninaki è abbastanza dimenticabile. Ci sono alcune belle tracce di pianoforte qua e là ma nessuna di esse è rimasta nella mia mente per troppo tempo. I temi dei dungeon sono generici e alcuni dungeon non hanno nemmeno musica. Ho notato alcune cadute di frame rate e rallentamenti, ma per il resto della mia prova (ho giocato il titolo in versione PlayStation 4) non ho riscontrato problemi. Visivamente, Oninaki è incredibilmente colorato e piacevole da guardare. Il passaggio tra il mondo dei vivi e l’altro lato del velo rende ogni ambiente sfaccettato e vario. Un momento prima un sentiero nel bosco è luminoso e rilassante, mentre il successivo è diventato buio e dipinto con colori intensi. Mentre i modelli dei personaggi sembrano abbastanza semplici, questa scelta di design si adatta al tono della storia. A livello artistico inoltre il titolo è molto ispirato e particolare.
Oninaki è un’esperienza imperfetta ma nel complesso piacevole. Invece di emulare semplicemente i giochi di ruolo a turni vecchio stampo, Tokyo RPG Factory ha fatto un passo nella giusta direzione e ha creato un fantastico e rinfrescante sistema di combattimento d’azione. A parte questo, il gioco non offre nulla di speciale rispetto a molti giochi di ruolo simili. Tuttavia, Oninaki è il miglior gioco di Tokyo RPG Factory finora. Non vedo l’ora di scoprire come miglioreranno con il loro prossimo titolo. In definitiva si tratta di un titolo che consiglio agli amanti dei JRPG.