Molti di voi da piccoli, alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” avranno sicuramente risposto “L’Astronauta”, stregati da quelle stelle e quei pianeti così lontani e così misteriosi. Se siete tra questi, ma anche se non lo siete, The Long Journey Home potrebbe essere il gioco che fa per voi, ovviamente se non avete paura di scoprire quanto effettivamente sia duro il lavoro da esploratore di Galassie.
The Long Journey Home è un titolo sviluppato da Daedalic Entertainment che incentra quasi totalmente il suo gameplay sull’esplorazione dello spazio sconfinato in un futuro non troppo lontano con fortissime tinte sci-fi. Il gioco è finalmente uscito anche su Nintendo Switch, e abbiamo analizzato per voi questa nuova versione.
The Journey begins
All’inizio della vostra avventura interspaziale vi troverete coinvolti in una missione che punta a spedire un equipaggio di astronauti verso Alpha Centauri (noto sistema stellare triplo situato nella costellazione australe del Centauro) per poterlo esplorare e studiare in modo approfondito. Dovrete scegliere voi l’equipaggio della missione, i posti sull’astronave sono solo 4 ma dovrete compiere una scelta su ben 10 papabili elementi, ognuno con delle abilità particolari, un ruolo ben specifico ed un oggetto unico. Dopo l’equipaggio dovrete scegliere anche l’astronave: la robustezza, la capienza del serbatoio e le armi saranno il fattore discriminante della vostra scelta. Come ultimo step prima della partenza dovrete scegliere un modulo per l’atterraggio sui pianeti tra i diversi disponibili che si differenziano sia per estetica sia per caratteristiche tra cui la manovrabilità e la quantità di propulsione a disposizione.
Una volta che equipaggio, astronave e lander saranno stati scelti accuratamente potrete partite nella vostra spedizione intergalattica. Giusto il tempo di prendere confidenza con i comandi della nave e del lander e vi troverete a dover fare un salto nell’iperspazio proprio verso Alpha Centauri. Motori al massimo, cinture allacciate e crack! La vostra nave, per un guasto non specificato, sbaglierà il salto dimensionale finendo a migliaia di Parsec sia dal Sistema Solare sia da Alpha Centauri ed il vostro equipaggio dovrà cercare in tutti i modi di tornare sulla Terra.
Il tutto potrà sembrarvi lineare e molto story-driven ma The Long Journey Home è tutto fuorché lineare. Il titolo, come già scritto in precedenza, ha un’anima decisamente esplorativa ma lo scheletro ed i muscoli da classico rougelike procedurale. Ogni viaggio sarà diverso dall’altro, le galassie ed i pianeti da visitare non saranno mai uguali tra un game e l’altro. Oltretutto il gioco è davvero punitivo perché, in caso rimaniate senza carburante, distruggerete la vostra navicella per disattenzione o veniste attaccati ed abbattuti da alieni di varia natura dovrete ricominciare tutto dall’inizio, proprio dalla scelta dell’equipaggio.
Durante le vostre avventure intergalattiche potreste trovarvi a contatto con civiltà aliene con cui sarete costretti ad interagire; queste interazioni sono strutturate in modo completamente testuale e descrittivo e molte volte vi verrà chiesto di compiere delle scelte sia su specifiche richieste e sia sul modo di porvi con il vostro interlocutore. Anche se inizialmente potrà sembrarvi solo pura narrazione, le interazioni e le scelte saranno invece molto influenti sul corso della vostra spedizione portandovi, a volte, anche alla distruzione della nave o alla deriva completa nello spazio inesplorato.
Di fatto, nonostante tutto quello che vi potrà capitare, l’unico scopo del gioco è quelli di esplorare le varie galassie ed i vari pianeti per cercare materiale che possa permettervi di sopravvivere cercando di tornare sul pianeta Terra sia esso provviste, carburante, kit di riparazione della nave, tutto effettivamente potrà fare la differenza tra un viaggio fallimentare ed un epico ritorno a casa. Essendo un titolo procedurale la longevità di un ritorno verso casa è sicuramente variabile ma sicuramente se vorrete procedere spediti verso la meta, una run non dovrebbe occuparvi più di una decina di ore, se invece accetterete totalmente la sfida survival/esplorativa del titolo una run potrà durare davvero molto di più.
Gameplay e Comparto Tecnico
L’impatto con il gioco, pad alla mano, può sembrare un po’ complicato: non è così immediato padroneggiare i controlli per spostare la nave spaziale tra i pianeti, agganciare un’orbita ed atterrare su di un pianeta ma la voglia di esplorare lo spazio infinito vi porterà avanti superando di fatto il gradino dell’apprendimento abbastanza in fretta.
L’aspetto tecnico, nonostante l’uso di Unreal Engine 4, è davvero minimale, sintomo che molto del motore dietro il gioco è stato usato per ottimizzare e rendere il più reale possibile tutto ciò che riguarda la gravità, rendendo davvero bene l’idea delle diverse gravità sui pianeti e le diverse condizioni atmosferiche durante gli atterraggi. Il tutto puntando sulla sostanza e non sull’apparenza. Diverso tipo di attenzione è stato dato al comparto audio che invece, non avendo né doppiaggio né voci, può concentrarsi nel riportare il più fedelmente possibile tutto ciò che concerne navicelle spaziali ed affini. Il gioco nel suo insieme risulta avere dunque un comparto tecnico stabile, non pretenzioso ma che rende l’idea che gli sviluppatori avevano in mente. Anche per questo motivo, il porting su Nintendo Switch ha sicuramente avuto un esito positivo.
Conclusioni
In conclusione The Long Journey Home non è un gioco per tutti. Per poterlo davvero apprezzare dovete essere degli amanti dello spazio, della sopravvivenza e dell’esplorazione il tutto senza però aver paura di dover ricominciare tutto da zero per un piccolo errore di calcolo che potrebbe portarvi alla deriva o triturati da una nave aliena. Se il vostro profilo rispecchia quanto detto sopra, vi troverete in mano una piccola perla indipendente del panorama videoludico che va ad aggiungersi al vostro catalogo. Se invece il vostro profilo non rispecchia esattamente quanto detto in precedenza potreste incappare in un gioco ripetitivo, punitivo e forse un po’ vuoto, data la mancanza reale di esplorazione del pianeta che viene sostituita dal solo landing seguito da un dialogo testuale.