Code Vein, action-rpg di Bandai Namco, è stato definito da molti come un Souls-Like con una forte componente Anime. Ma sarà davvero così? Andiamo insieme a scoprirlo con questa recensione. Se foste interessati abbiamo anche fatto un approfondimento su quella che è stata la Trial Demo del titolo e la potete trovare proprio qui.
Una Storia di Vampiri giapponesi
Code Vein è ambientato in un mondo post apocalittico desolato e con un numero di abitanti davvero risicato. Ci sono però due tipologie di sopravvissuti: i Redivivi, in tutto e per tutto simili a dei vampiri, e pochissimi esseri umani. Il Miasma della Corruzione ha invaso il mondo alla deriva e questo ha comportato un drastico aumento della “sete” dei Redivivi che, se non soddisfatta, li tramuta in Corrotti che perdono completamente il senno e diventano mostri incontrollabili dalla forza spaventosa. Silva, il più alto in grado tra i Redivivi, ha imposto un sistema dei tributi secondo il quale tutte le comunità di “non umani” devono versare un quantitativo di sangue (in Goccie di Sangue) alla causa di Silva, che in cambio “garantisce” la pace, la tranquillità e la equa divisione delle risorse sanguigne, ovviamente solo in apparenza. Silva infatti in realtà è tendenzialmente un dittatore che tiene tutti i Redivivi e gli umani rimasti sotto scatto e Louis, impavido ribelle con la sua squadra di Redivivi, vorrebbe trovare la Sorgente, carpirne i segreti e liberare il mondo da questa gogna e permettere ai pochi umani di convivere con in Redivivi rimasti.
Il nostro protagonista, che è personalizzabile in tutto e per tutto grazie ad un ottimo editor, si risveglia senza memoria (un cliché anche fin troppo abusato) e viene immediatamente introdotto in questo mondo in modo abbastanza burrascoso: farà conoscenza con Io, una ragazza dalle origini misteriose, che dovrà salvare dagli sgherri di Silva, e si ritroverà coinvolto in una caccia al sangue in cui avverrà il primo incontro con Louis. Da qui tutta la trama si dipanerà in maniera abbastanza lineare.
La caratteristica che contraddistingue il protagonista di Code Vein dal resto dei Redivivi è il suo codice sanguigno che, per ragioni inizialmente non spiegabili, è unico del suo genere. Quando viene a contatto con codici sanguigni diversi dal suo ne acquisisce automaticamente i poteri e le caratteristiche. Questa oltre che essere una caratteristica fondamentale per la storyline è anche una delle feature più importanti del gioco a livello di gameplay.
Souls sì, ma con anima JRPG
Ad un primo sguardo superficiale Code Vein può davvero sembrare un semplice Souls-Like, composto da un agglomerato di idee dei giochi From Software. Il sistema di combattimento è basato principalmente su 3 mosse principali: Attacco Leggero, Attacco Pesante e Rotolamento a cui si aggiungono i Backstab, le parate ed i Parry (parate con tempismo perfetto che redono vulnerabile l’avversario). Questi elementi sembrano prendere a grandi mani dalla trilogia di Dark Souls e da Bloodborne e, pad alla mano, la varietà di armi (che tra l’altro hanno moveset peculiari per ogni tipologia) permette a Code Vein di essere molto vario e garantisce al giocatore la possibilità di approcciarsi in maniera diversa ad un combattimento a seconda dell’arma che sta utilizzando. Una grossa differenza si vede tra le due macro categorie: armi leggere e armi pesanti. Le prime permettono un approccio più rapido con una serie di attacchi seguiti da una rapida fuga per sfuggire alla pronta risposta del nemico. Con le armi pesanti invece, come ovvio che sia, gli attacchi sono sicuramente più lenti ma con una potenza molto più alta e con un’altissima probabilità di sbilanciare (effetto stun) l’avversario, permettendo dunque un recupero della stamina tra una combo di attacchi e l’altra. Questa feature somiglia davvero molto a quella dell’equilibrio presente nell’ultimo titolo di FromSoftware, Sekiro: Shadows Die Twice.
Questi primi indizi porterebbero a dire che più che un Souls-Like, Code Vein sia principalmente “un’accozzaglia” di tutti i titoli FromSoftware riproposta al pubblico con una trama differente e meno misteriosa ed una salsa Anime decisamente marcata. È solo dopo qualche ora di gameplay che l’anima del gioco di Bandai Namco esce fuori e lo differenzia da tutti gli altri titoli del genere. I Codici Sanguigni sono ciò che più assomiglia alla classi di un tipico JRPG: ognuno di essi ha delle abilità peculiari che inizialmente andranno sbloccate utilizzando la Foschia (l’esperienza che viene rilasciata dai nemici una volta battuti e che serve, tra l’altro, anche ad aumentare di livello o acquistare oggetti alla base) e poi si potrà acquisirne la Maestria in due modi diversi: utilizzando quel determinato codice sanguigno dopo aver sbloccato l’abilità dal menù, oppure investendo ulteriore Foschia insieme a degli oggetti particolari chiamati Attivatori MJ. Raggiungere, con uno dei due modi, la Maestria di un Abilità (non fa differenza se attiva o passiva) permetterà di poter utilizzare l’abilità a prescindere dal Codice Sanguigno equipaggiato al momento. Per esempio potrete usare una magia dell’Occultista mentre usate il Codice Sanguigno del Guerriero o del Ranger, sfruttando quindi le variazioni di statistiche del Codice applicate all’Abilità (attiva in questo caso specifico).
Un’altra peculiarità di Code Vein, oltre all’anima JRPG intrenseca al titolo, è quella di dare la possibilità di affrontare tutto il gioco in co-op, sia con un amico online sia con un personaggio mosso dalla CPU. Se utilizzata, questa feature purtroppo rende il gioco davvero molto più semplice abbassando di tanto in po’ troppo il livello di sfida che è altresì interessante quando si gioca in single player senza aiuti più o meno esterni.
Comparto Tecnico
Code Vein è stilisticamente perfetto, i personaggi sembrano usciti da un Anime giapponese di grande spessore. Tutti sono ben disegnati e ben animati. I mostri contro cui si combatte sono ottimamente realizzati anche se a volte differiscono tra loro solo da minimi particolari. Anche le ambientazioni sono ben curate nei dettagli, la luce, gli anfratti e gli “arredi” di delle mappe, niente è lasciato al caso. I temi audio sono ben realizzati e riescono ad immergere il giocatore dentro l’atmosfera cupa che il titolo vuole mantenere. Ogni tanto il mixaggio fa le bizze e quindi si sente nettamente lo stacco tra una traccia e l’altra della colonna sonora, dando quindi al giocatore quel senso di poca cura del dettaglio. Gli effetti sonori non spiccano per originalità e molto spesso sono ripetuti durante i combattimenti o le fasi esplorative dei dungeon.
Conclusioni
Code Vein è un buon titolo anche se sicuramente non rivoluziona il genere di cui fa parte. Le ambientazioni e la trama ben esplicita lo differenziano dai Souls-Like visti fino ad ora. Il combat system non eccelle in originalità, ma si comporta egregiamente anche nelle battaglie più tecniche e difficili. La parte più RPG dona al titolo quella ventata di aria fresca che lo differenzia dal resto della categoria. Un gioco quindi consigliato sia agli amanti del genere sia a chi vi si approccia per la prima volta.
Versione provata: Xbox One X