Those Who Remain ha attirato la mia attenzione fin dal primo trailer rilasciato. Si tratta di un titolo horror che mi ha ricordato in un certo modo P.T. ed l’ormai defunto Silent Hills di Hideo Kojima perchè sembrava fondere l’esplorazione in prima persona con enigmi che coinvolgono varie dimensioni e mostri sconvolgenti. Non è neanche il primo titolo horror sviluppato da Camel101, dato che ha pubblicato il survival horror a tema fantascientifico Syndrome nel 2016. Saranno riusciti a perfezionarsi, portando sul mercato un nuova esperienza orrorifica degna di nota? Scopriamolo assieme.
Non è sempre facile apprezzare il dono della vita nei suoi alti e nei suoi bassi. Edward aveva tutto: una moglie amorevole e una splendida bambina, luce dei suoi occhi. Una sua scelta errata ha rotto l’idillio e ora l’uomo si ritrova seduto alla propria scrivania, distrutto dalla depressione e dall’alcool, pronto a puntarsi una pistola alla tempia e farla finita una volta per tutte. Il suono del cellulare però lo salva, squillando: si tratta di un messaggio da parte della sua amante Diane, che lo invita a raggiungere un classico motel americano fuori città così da passare insieme qualche ora di passione. Sarà magari l’occasione giusta per ritornare sulla retta via, per rimediare ai propri errori? Edward sale in macchina e si mette in viaggio con l’intento di parlare con la donna e interrompere definitivamente la relazione clandestina. Eppure, giunto sulla soglia del Golden Oak Motel, il protagonista si accorge subito che qualcosa non va. Le stanze sembrano tutte vuote, la hall dell’albergo deserta, e pure nella camera di Diane non c’è segno di vita, tranne il soffione della doccia aperto.
D’un tratto squilla il telefono della stanza e una voce sinistra sussurra poche parole enigmatiche: “resta nella luce“. Pochi istanti dopo qualcuno ruba l’auto di Edward, il quale si trova quindi costretto a ripercorrere la statale a piedi, nel pieno della notte. La meta è Dormont, una località a pochi chilometri da lì, tanto vicina quanto apparentemente irraggiungibile.
Dormont è apparentemente una città americana tranquilla come ma come l’iconica Twin Peaks nasconde dei terribili segreti. Gli sviluppatori sono riusciti a ricreare perfettamente la sensazione di trovarsi in una cittadina americana di periferia con l’immancabile tavola calda e auto classiche. Ben presto infatti si rivela essere una città infestata. Più che da fantasmi però sembra essere pervasa da una forma di oscurità che riesce a distorcere tutto ciò che tocca, ogni edificio o abitazione.
Nell’oscurità ci sono figure umanoidi con occhi luminosi armate di forconi e coltelli, immobili e che vi osservano. Con la minima quantità di luce spariranno, ma se provate a mettere anche solamente un piede in quell’oscurità gli esseri prenderanno la vostra vita in un battito di ciglia. Insieme con le figure nel buio, nel titolo è presente una realtà alternativa misteriosa in cui si accede solamente attraverso dei portali blu incandescente. In questo mondo parallelo, visivamente molto simile al nostro, le regole della gravità e della fisica non sono rispettate. Ciò che accade in un mondo influenzerà l’altra realtà, consentendo situazioni di gioco e puzzle unici.
Il gameplay di Those Who Remain è un mix di soluzione di enigmi, sezioni stealth e fughe a rotta di collo da mostri orripilanti. Per tutta l’avventura dovrete stare alla luce, quindi dovrete manipolare le poche fonti luminose nell’area come lampade, generatori di elettricità, interruttori e così via. Quando il percorso è bloccato da barriere fisiche di varia natura, è necessario un viaggio nell’universo alternativo, dove la gravità è più leggera e alcuni aspetti del mondo possono essere diversi. Ad esempio nella sezione della stazione di servizio dovevo far in modo che i fari di un’auto illuminassero in modo sicuro un percorso dietro al chiosco. Per farlo ho dovuto ricorrere al mondo specchio così da spostare un pesante pallet di legno e liberarmi la strada. Nel mondo normale, questo blocco di legno era troppo pesante per il mio personaggio, ma nel mondo alternativo risultava una bazzecola.
Buona parte dell’avventura sarà quindi costituita da ambientazioni scarsamente illuminate in cui dovrete risolvere dei puzzle per poter procedere. Nei vari livelli dovremo trovare pagine di diario, note scritte e vari altri indizi così da ricostruire il mistero dietro questa inquietante cittadina. Le scelte (di cui non vi parlerò per non rovinarvi parti della storia di gioco) costituiscono una parte molto importante del gameplay. Edward dovrà prendere decisioni che alterano drasticamente il corso della storia e che alla fine possono portare a risultati buoni, cattivi o orribili.
Purtroppo il gameplay non funziona alla perfezione o meglio, dopo poche decine di minuti si percepisce una certa monotonia nelle azioni disponibili al giocatore. In quasi tutta la durata della campagna, che vi terrà impegnati circa 5-6 ore, dovrete infatti spegnere interruttori per dare luce alle stanze, trovare documenti in infiniti cassetti e mobili (quasi tutti uguali) e fare un passaggio nel mondo alternativo per risolvere un basilare enigma. Questa routine ogni tanto è spezzata da qualche sezione diversificata in cui dovrete nascondervi/fuggire da un essere mostruoso oppure porzioni in cui avrete il compito di raccogliere un numero variabile di oggetti nella mappa. Queste diversificazioni nella formula di gioco purtroppo non riescono a rendere divertente e vario il gameplay del titolo di Camel101.
Anche i (pochi) mostri presenti e le figure con gli occhi blu presenti nell’oscurità non riescono a incutere una vera tensione nel giocatore a parte un paio di momenti ben progettati. Ed il comparto tecnico di certo non aiuta, almeno nella versione PlayStation 4 da me testata. Le texture sono per lo più a bassa risoluzione, i modelli degli oggetti sono a dir poco grossolani e semplici e l’illuminazione ambientale ha davvero grossi problemi. Per non parlare inoltre del riciclo degli oggetti; incontrerete gli stessi mobili (armadietti, credenze, divani, armadi, ecc) tantissime volte nel corso dell’avventura. Ovviamente capisco il budget limitato della produzione ma mi sarei aspettato un’ottimizzazione migliore e più varietà.
Salvano almeno in parte la produzione una storia originale e ben scritta che mi ha spinto a scoprire ogni retroscena della vicenda. Non si tratta della semplice storia horror ma parlerà anche di temi delicati come il bullismo, i suicidi e l’infedeltà.
In conclusione posso dire che Those Who Remain è un thriller psicologico a tinte horror non propriamente riuscito. La storia e l’atmosfera generale sono ben ricreate ed originali ma i problemi nel comparto tecnico (almeno nella versione console) e la monotonia del gameplay non riescono a salvare il videogioco di Camel101. Si tratta quindi di un’occasione persa, un horror che vi consiglio di recuperare solo se verrà ottimizzato a dovere da qualche patch e magari con qualche sconto futuro.