Sono qui oggi per parlarvi di una particolare storia narrata attraverso la Realtà Virtuale da Innerspace VR, uno studio di sviluppo che si dedica a creare giochi pensati per questo tipo di device. L’ultima loro fatica, pubblicata da Vertigo Games su PC e PlayStation VR (quest’ultima è la versione di cui vi sto per parlare), è A Fisherman’s Tale, un racconto fiabesco, narrato tramite intuitivi ma ingegnosi puzzle. Un’avventura breve, ma ispirata, che vi lascerà facilmente con un grosso sorriso sulle labbra. La storia è piuttosto semplice e breve, ma questo non la rende meno emozionante o coinvolgente. Anzi, la buona gestione della narrazione vi farà sentire quasi tornati bambini, con la capacità di stupirvi delle più piccole cose. Non so se molti conoscono i lavori di animazione di Enzo D’Alò, ma con A Fisherman’s Tale mi è quasi sembrato di essere all’interno di uno di essi, e di ritornare bambina, anche solo per poco.
C’era una volta…
Il nostro Fisherman non è nient’altro che una “marionetta” felice di svolgere ogni giorno la sua semplice routine: lavarsi, spolverare la sua casetta, aprire la finestra per guardare il mare e infine sedersi a sistemare il modellino in scala della sua casa, una perfetta riproduzione presente proprio in mezzo alla stanza. Un giorno tuttavia, qualcosa di strano accade e il nostro protagonista, una volta aperta la finestra dalla quale di solito poteva osservare l’amato paesaggio marino, si trova davanti a… se stesso. Per la precisione, ad una versione gigante di se stesso, presente nello stesso tempo nel modellino in miniatura della casa. Un gioco a matrioske russe, “a scatole” ad incastro, che si ripetono all’infinito. Ma non c’è tempo per scomporsi, poiché una barca è sperduta al largo con in arrivo una tempesta: il nostro amico, anzi noi stessi, dovremo trovare un modo per salire sul faro antistante alla casa e accendere le luci, per salvare l’imbarcazione e chiunque sia il suo incauto pilota.
Queste sono quindi le premesse del racconto, che si snoderà poi tra il Prologo e i capitoli successivi, impiegando non più di circa 3 ore del vostro tempo. Una volta compreso il gioco “a incastri”, vi si svelerà quindi la meccanica di risoluzione degli enigmi, che potrete superare sfruttando proprio la vostra “ubiquità”, se così possiamo chiamarla.
Tutto il gioco si svolgerà quindi all’interno della casa e del faro, in cui potrete muovervi e interagire con numerosi oggetti, afferrandoli e spostandoli, fino a trovare quello giusto che vi consentirà di avanzare o sbloccare nuovi elementi. In generale la struttura degli enigmi è ben congegnata, anche se non si tratta di situazioni particolarmente complesse. Il tutto sta nel comprendere come sfruttare la “particolare” situazione e le conseguenze di una propria azione. Se ad esempio sposteremo un oggetto nel modellino in scala, lo stesso oggetto – a grandezza naturale – sarà spostato nella nostra stanza. C’è da sottolineare purtroppo, almeno con i PlayStation Move, qualche problemino nei controlli, che ogni tanto possono risultare imprecisi, causando alcuni momenti di nervosismo.
La resa però tramite il VR è sorprendentemente coinvolgente. I limiti tecnici sono chiari, ma la direzione artistica di A Fisherman’s Tale, compresa l’ottima colonna sonora, rende il tutto talmente fiabesco e ispirato che non ce ne si rende conto. Il racconto è condotto da una voce narrante esterna, in cui ogni tanto interviene la voce del nostro protagonista e di qualche altro personaggio, che naturalmente non sveleremo. Molto ben realizzati il doppiaggio e il sonoro. Non c’è inoltre la presenza di motion sickness, trattandosi di un gioco generalmente statico e in cui si utilizza un sistema di movimento del personaggio e della visuale molto simile a quello usato da From Software in Déraciné.
Le meccaniche di gioco, come già detto, sono piuttosto semplici: si tratta di afferrare e spostare oggetti, sfruttando la particolare situazione “multidimensionale” creatasi. L’ambientazione è realizzata con estrema cura (anche se c’è qualche compenetrazione di troppo), e sono presenti molti oggetti con cui è possibile interagire, anche se molti senza uno scopo se non per curiosità di osservarli da vicino. Fortunatamente la “perdita” di qualche oggetto, causata appunto da qualche piccolo bug grafico o dalla macchinosità dei controlli in alcune circostanze, sarà ovviata dalla ricomparsa dell’oggetto stesso in un determinato luogo della stanza.
Essendo una storia decisamente breve, con qualche piccola chicca extra presente nei vari capitoli (legate soprattutto ad alcuni trofei), non c’è moltissimo altro da aggiungere su A Fisherman’s Tale. Si tratta in generale di un ottimo prodotto in VR, seppur forse un pochino troppo breve. La storia è semplice ma ispirata e insolita, e saprà emozionarvi e forse anche sorprendervi e commuovervi in alcuni momenti. Un plauso inoltre alla particolarità degli enigmi che, seppur non complessi da risolvere, denotano una piacevole inventiva.