Tra le pagine più attive e interessanti del panorama italiano dei social in questo periodo spicca sicuramente RaI – Remake all’italiana. Monica e Francesco, i due ragazzi dietro a questa idea, in pratica si divertono e ci fanno divertire creando locandine e sinossi di improbabili remake di produzioni estere, usando come protagonisti attori italiani.
Abbiamo scambiato con loro quattro chiacchiere, anche per celebrare il fatto che, come avrete visto sulle nostre colonne, sono nostri collaboratori, ed hanno già curato alcune Ra’icensioni, dove, sempre nel loro stile, recensiscono film e serie TV.
Come è nata l’idea della pagina?
«Il Multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco.» Mettendo da parte la nerd-citazione al blockbusterone Marvel, questo è uno dei commenti che torna più frequentemente sotto i nostri post. Ed in effetti Remake all’italiana è nata fantasticando su un universo parallelo in cui celebri serie tv internazionali venivano prodotte in Italia. «Come sarebbe “Breaking Bad” se fosse ambientato a Roma?» «Chi interpreterebbe Ted Mosby se “How I Met Your Mother” fosse diretto da Gabriele Muccino?» «E soprattutto, al posto di “Winter is coming”, il motto di Casa Starchi sarebbe “Quanno viè la Cannelora de l’inverno semo fora”?» Infiniti What If che, da appassionati del mondo seriale, nonché del Cinema, ci spingevano a ipotizzare casting e regie, riadattamenti di trama, scelte di location, per definire i nostri ideali remake Made in Italy. All’inizio era solo un gioco, che scattava puntualmente al termine della visione di una serie. Ma poi è arrivato “Noi”, il remake della Rai di “This is Us” e ci siamo resi conto che la realtà stava battendo ogni nostra fantasia. Così ci siamo armati di Photoshop ed è nata la pagina…”
Il vostro intento è satirico ma lascia intendere che c’è una tendenza, in Italia, a ‘riciclare’ idee di altri Paesi. Perché secondo voi si punta tanto su questi prodotti e non su contenuti originali?
“La citazione sul Multiverso – dicevamo prima – è uno dei commenti più ricorrenti. Ma non il più frequente. Al primo posto sicuramente capeggia «E Favino?» (dato che, parafrasando “Boris”, una volta c’erano le serie; adesso le dovrebbe rifare tutte lui). Ma al secondo posto torna spesso il «Quando esce? Dove lo trovo?» Perché effettivamente molti utenti credono che i nostri remake siano veri e non vedono l’ora di guardarseli. Per carità, a volte esageriamo, spingendo i nostri riadattamenti all’inverosimile (come, ad esempio, il recente “Un Pezzo”, il live action tratto dal manga “One Piece” con Leonardo Pieraccioni nel ruolo di Scimmio D. Levanty). Ma a volte alcune nostre proposte potrebbero rivelarsi alquanto probabili. Anche perché il nostro intento non è quello di condannare aprioristicamente il cinema italiano; anzi, crediamo moltissimo nel suo potenziale. Abbiamo interpreti eccezionali, sceneggiatori e registi con molto da dire, produzioni che non hanno niente da invidiare a molti blockbuster internazionali, colmi solo di effetti speciali. Certo, la questione del remake è un campanello d’allarme che denota un’evidente mancanza di idee. Ma è un problema non solo italiano: basti pensare a tutti i live action dei classici Disney, o certi sequel e reboot di mitiche saghe cinematografiche che risultano spesso trascurabili fotocopie sbiadite”.
Quali sono i vostri progetti futuri?
“Ovviamente realizzare veramente uno dei nostri remake. Abbiamo fatto un calcolo: bastano circa 17 milioni di euro. Un paio di puntate al centro SNAI ed è fatta. Nel frattempo continueremo con le nostre locandine. Ci stiamo anche aprendo al mondo delle recensioni, approcciando il cinema e la serialità con un po’ più di serietà. Nell’arco di questa estate è già uscito qualche articolo proprio per Natural Born Gamers. E poi ovviamente siamo sempre aperti a collaborazioni esterne: la nostra community di Remakers continua a crescere ed è sempre stimolante confrontarsi con cinefili accumunati da una certa dose di ironia e inventiva”.