L’esplorazione dello spazio, l’uomo che guarda alle stelle in cerca delle risposte, sono solo alcuni degli elementi che fanno da sfondo per questo Ad Astra, l’ultima pellicola con protagonista Brad Pitt. Ieri siamo stati alla 20th Century Fox a Roma, dove abbiamo assistito all’anteprima del film, che arriverà nelle sale a partire dal 26 Settembre.
La pellicola è stata presentata all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, ottenendo 8 nomination, tra cui quella di miglior film, con il Leone d’Oro che è andato alla fine, come saprete, a Joker.
Ad ogni modo, Ad Astra vuole porsi in maniera diversa all’idea del thriller spaziale, in un futuro lontano ma prossimo, in cui il nostro protagonista non solo andrà alla ricerca del padre scomparso tra le stelle, ma ritroverà anche se stesso.
![Ad Astra | Official Trailer [HD] | 20th Century FOX](https://i.ytimg.com/vi_webp/P6AaSMfXHbA/hqdefault.webp)
La trama
Ovviamente cercheremo di evitare più spoiler possibili, ma partiamo dicendo che Brad Pitt interpreta il Maggiore Roy McBride, astronauta pluridecorato. Roy è il classico uomo di ghiaccio, concentrato solo sul suo lavoro e questo lo porta a separarsi da tutti gli affetti, inclusa anche la moglie Eve (interpretata da Liv Tyler). McBride, mentre sta lavorando ad un’antenna spaziale, è vittima di un incidente, causato da una sorta di “Flagello” di Mass Effect Andromed-iana memoria scatenatosi su Nettuno e che sta mano a mano investendo l’intero sistema solare. Questo, si scoprirà più avanti, è stato generato dalla nave del padre di Roy, Clifford McBride (Daniel Day-Lewis), che ha fatto perdere le sue tracce una volta giunto vicino al pianeta.
L’ente spaziale americano decide quindi di inviare Roy alla ricerca del padre perduto e per raggiungerlo dovrà passare dalla Luna, poi da Marte, prima di raggiungere lo spazio profondo. Da qui si sviluppa la trama, con il Maggiore McBride che dovrà affrontare vari pericoli, ma soprattutto un viaggio che solo in pochi hanno tentato, per cercare di ritrovare il padre.
Abbiamo cercato quindi di riassumere così la trama ma, a mio modo di vedere, Ad Astra ha cercato di creare qualcosa di diverso per il genere del fanta-thriller, scivolando però in un gran numero di cliché e situazioni che davvero non hanno una spiegazione logica. Non posso svelarvi il finale naturalmente, ma davvero, la scena che dà il via al finale è a tratti comica, oltre che completamente non in linea con qualsiasi tipo di fisica o senso logico. Inoltre ci saranno delle situazioni paradossali, come ad esempio, completamente a caso, McBride che si trova ad affrontare delle scimmie assassine che sono impazzite ed hanno sterminato un equipaggio di una nave commerciale.
La trama di Ad Astra quindi si risolve in una maniera estremamente classica, attraversando delle situazioni che fanno fatica a trovare una logica. Questo lato del film viene però “salvato” da un Brad Pitt in forma smagliante, il quale fornisce una prestazione attoriale davvero meravigliosa. Ho avuto modo di apprezzare il film in lingua originale sottotitolata e davvero, la sua capacità di rendere in maniera perfetta le situazioni di tensione, ma anche i momenti dedicati alla psicologia del personaggio è eccezionale. La caratterizzazionepsicologica di McBride è un elemento molto apprezzabile, che comunque rimane molto segnato dagli eventi, e questo cambia il suo modo di vedere le cose. L’unico problema è che anche questo passaggio avviene in maniera davvero troppo lineare, smorzando un po’ troppo la tensione che si accumula durante lo sviluppo del film.
Regia e sonoro
La regia di Ad Astra è affidata a James Gray, regista anche di C’era una volta a New York. Il suo lavoro è molto incentrato sulla figura di Brad Pitt, infatti sono quasi nulli i piani sequenza, con il film che propone per la maggior parte campi stretti e primi piani tra le inquadrature. Questo lavoro è in linea, a mio modo di vedere, con l’idea della caratterizzazione psicologica dei personaggi. Mostrare infatti in maniera così importante la mimica facciale dei protagonisti ci permette sicuramente di immedesimarci con loro, dando così alla storia una forte connotazione, mostrando le loro emozioni e le loro reazioni al flusso degli eventi. Tutto sommato quindi una regia che riesce a rendere molto le emozioni, ma con forse una sceneggiatura che andava rivista…
Per quanto riguarda il sonoro, le musiche sono state create da Max Richter, compositore di lungo corso che ha musicato, tra gli altri, anche Escobar. La soundtrack che accompagna il film è molto varia e si compone di canzoni soft, ma anche brani dal ritmo più veloce e frenetico e le classiche musiche da momento di tensione. Tutto sommato interessanti, in quanto aiutano a scandire il ritmo del film.
Conclusioni
Insomma, per concludere questa mia opinione su Ad Astra, posso dire che il film funziona in tutto e per tutto. Tranne che nella trama e nel suo intreccio. E questo è un grosso punto a sfavore per un qualsiasi tipo di pellicola, dato che naturalmente è l’elemento principale. Da un lato abbiamo elementi molto apprezzabili, come ad esempio l’idea dell’esplorazione spaziale, del tema della scoperta e riscoperta di se stessi con l’idea, tipicamente americana, del mito della frontiera, che in questo caso non riguarda la corsa all’Ovest, ma la scoperta dello spazio profondo. Dall’altra parte abbiamo però una chiusura di questi temi posta in maniera troppo semplicistica e con dei cliché davvero troppo marcati.
Tutto il resto invece è qualcosa di assoluta bellezza. Ripeto, davvero impressionante la prestazione attoriale fornita da Brad Pitt e anche il resto del cast è da elogiare, specialmente Daniel Day-Lewis, non nuovo a questi ruoli molto particolari. Bene anche regia e sonoro. Si tratta di un film che, se siete fan di Brad Pitt, va assolutamente visto, mentre se siete dei fan dell’esplorazione spaziale e dei thriller, Ad Astra vi farà storcere più e più volte il naso. La risposta va cercata nelle stelle, diciamo che forse questo film non si è impegnato abbastanza.
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