Negli ultimi anni sempre più franchise tendono a riproporre i propri prodotti in una nuova luce, a volte più simile, a volte maggiormente diversa. A questa strategia si è avvicinata anche Disney, che già in passato ha riproposto alcuni dei suoi classici d’animazione sotto forma di live action. In particolare il 2019 sembra un anno piuttosto intenso per i classici disney. Infatti, già a fine Marzo, ha debuttato la trasposizione di Dumbo, ed ora è arrivata quella di Aladdin, mentre ad agosto sbarcherà nelle sale dei cinema quella del Re Leone.
Insomma, la volontà di riportare sul grande schermo i film della nostra infanzia sembra abbastanza radicata, e oggi siamo qui per darvi la nostra opinione sul nuovo film di Aladdin che arriverà nelle sale oggi, 22 Maggio. Quindi prendete le lampade, e pensante ai vostri desideri da esprimere, perché si torna ad Agrabah.
Trama
Naturalmente, ad eccezione di qualche piccola licenza poetica, la trama segue i canovacci del cartone animato, ma per i meno informati rinfreschiamo la memoria: la storia trasporterà di nuovo lo spettatore nelle lande sabbiose di un’arabeggiante Agrabah, nelle cui periferie vive Aladdin e la sua scimmia Abu. Il nostro protagonista incontrerà un giorno al mercato della sua città la principessa Jasmine, travestita da sua ancella. Qui la giovane, per aiutare dei bambini, si metterà nei guai con un mercante e naturalmente il giovane ladro la aiuterà a scappare.
Successivamente i due si separano e Aladdin, per rincontrarla, si introduce a palazzo, ma viene catturato. A questo punto Jafar, gran visir del sultano, gli propone di compiere un lavoro per lui in cambio della ricchezza e della libertà. Ovviamente il protagonista accetta, ed è così che si trova nella Caverna delle Meraviglie, sapientemente riprodotta, alla ricerca della lampada del genio per il cattivo.
Da segnalare è il fatto che, come vuole la recente tradizione di questo nuovo filone Disney, le scene in cui gli attori recitano sono intervallate da alcune in cui cantano e/o danzano. In questo modo sono state riproposte con alcune differenze le musiche più significative del cartone, come Notti D’Oriente, Un Amico Come Me e Il Mondo è Mio. Detto ciò, voglio aprire una piccola parentesi riguardante doppiaggio e canzoni. Come si può immaginare, sia il parlato che il cantato sono stati doppiati, ed è qui che si può notare un leggero ritardo. Tuttavia si tratta di qualcosa di veramente al limite del percettibile, e più che un difetto io direi che si tratta di una piccola sbavatura nell’ottimo lavoro dei doppiatori. Tra i nomi di questi troviamo anche quello di Gigi Proietti, che ha abbandonato il ruolo del genio per dare la voce al sultano.
Cast e regia
Scorrendo la lunga lista dei nomi, ci si accorge che non manca assolutamente l’apporto di grandi professionisti alla produzione. Si parte da Guy Ritchie, che nei ruoli di sceneggiatore e regista ha saputo dare al progetto una visione d’insieme molto convincente. D’altronde aveva già convinto in Snatch–Lo Strappo del 2000 e nei due film di Sherlock Holmes(2009/2011), giusto per citare un paio tra i tanti. Ad ogni modo, nell’attività di scrittura Ritchie è stato coadiuvato dalla figura di John August nel ruolo di co-sceneggiatore. Il risultato di questa collaborazione sono delle scene fedeli alle originali, ma con una personalità propria, che in alcuni punti può stonare.
Anche il cast del film è composto da personalità di tutto rispetto che ci hanno regalato un’ottima performance al netto di qualche sbavatura. I nomi più di spicco sono: Will Smith (Genio), Mena Massoud (Aladdin), Naomi Scott (Jasmine), Marwan Kenzari (Jafar), Navid Negahban (Sultano), Nasim Pedrad (Dalia, ancella), Numan Acar (Hakim, capo delle guardie). Naturalmente, i personaggi con maggior spessore sono i due protagonisti e il genio.
La storia di Aladdin è quella di un amabile ragazzo di strada ansioso di abbandonare la sua vita da furfante per adempiere ad un destino più grande. Insomma, un personaggio che dopo anni di distanza è ancora capace di conquistare persone di tutte le età. La Principessa Jasmine (Naomi Scott) è presentata sotto una veste più “attiva”. Desiderosa di far valere il suo diritto di nascita, all’interno del film intraprenderà un percorso che la porterà a trovare il giusto ruolo. Di conseguenza è un personaggio in evoluzione, anche se tale processo risulta comunque un po’ ovattato e meno complesso di quello di altre protagoniste, visto il pubblico a cui si rivolge. Infine il genio. Will Smith ha saputo sapientemente superare lo spettro della performance di Robin Williams nella controparte animata, dando vita ad una trasposizione fedele, moderna e dal grande carisma.
In scena
Alla guida degli effetti speciali troviamo Chas Jarrett, che ha svolto le proprie mansioni con un solo obiettivo, condiviso con il regista, ossia quello di creare un’esperienza cinematografica completamente immersiva e reale, basata su un mondo nato in forma animata. A tale scopo, nel film vengono utilizzati diversi tipi di effetti visivi, tra cui animazione dei personaggi, performance capture e ambientazioni digitali. Ad accompagnare vi è un buon uso della CGI per la rappresentazione di alcuni personaggi. In primis il Genio, le cui apparizioni sono divise in momenti che si affidano alla presenza dell’attore, e altri dominati da una versione computerizzata. Seguono altri personaggi creati completamente in digitale, come la scimmietta Abu , il Tappeto, il pappagallo Iago e la tigre Rajah.
Per quanto riguarda le ambientazioni, che originalmente si presentavano per uno stile arabeggiante, si è scelto di rimarcare la caratterizzazione del cartone ispirandosi alla geografia della Giordania e del Marocco. In particolare, hanno immaginato Agrabah come una sorta di città multiculturale, che collega il mondo occidentale a quello orientale. Naturalmente la città è immersa in un’atmosfera profondamente vicina all’Arabia, alla cultura araba, e all’architettura marocchina, persiana e turca.
Infine, per la colonna sonora, le canzoni scritte per il cartone del 1992 sono state un punto di partenza, ma ancora una volta la produzione ha espresso la volontà di renderle più contemporanee sia nella musica che nei testi. Un obiettivo perseguito da Menken, già autore delle musiche di La Bella e la Bestia (film d’animazione), Hercules, La Bella e la Bestia (live-action), che ha donato ai nuovi arrangiamenti alcuni elementi pop, presenti anche nelle scenografie, che risaltano le origini della carriera di Will Smith.
In conclusione
Tirando le somme, questo progetto è riuscito a riproporre, in maniera ottimale e senza significative sbavature, uno dei classici disney che ha segnato l’infanzia di più generazioni. Tutto questo, semplicemente proponendo uno stile simile all’originale, ma allo stesso tempo diverso. Insomma, Aladdin è altamente consigliato sia ai più piccoli, che ai più grandi che vogliono tornare piccoli.