Se non avete già visto Arcane su Netflix, dovete davvero metterla in cima alla vostra lista di serie tv da vedere. Sì, è basato sul mondo e sui personaggi di League of Legends, uno dei videogiochi più popolari del pianeta, ma è quasi irrilevante. In qualche modo questa serie animata riesce a essere sorprendente di per sé, accontentando sia i giocatori che coloro che non sanno nulla di Jinx, Vi, Jayce o di qualsiasi altro campione del gioco. Come diavolo ha fatto Riot Games a gestire il tutto?
Sulla carta, potrebbe benissimo sembrare che i film o le serie televisive basati su determinati videogiochi dovrebbero essere un successo assicurato. Se gli sviluppatori hanno già affrontato il problema di costruire un mondo enorme e complesso come Azeroth in Warcraft, tutto ciò che gli sceneggiatori devono fare è dare a uno dei personaggi giocabili un viaggio da eroe, e via alle danze. Ma per qualche ragione, quasi tutti coloro che hanno provato un’impresa simile, da Hitman a Resident Evil, non sono riusciti a sfornare dei film memorabili come lo sono le loro controparti videoludiche.
Arcane ha adottato un approccio diverso. Invece di cercare di comprendere i molti regni di Runeterra (il pianeta che non appariva nemmeno nella lore di League of Legends fino a quando il gioco non era in circolazione da ormai cinque anni), la serie Netflix è incentrata esclusivamente sulla città utopica di Piltover, solo suggerendo altre civiltà e poteri politici che appaiono nel gioco. Quindi questo focus singolare è il motivo per cui la storia regge ed intrattiene così bene?
In tal caso, come si spiega la scelta di raccontare non un campione, nemmeno due o tre, ma diversi personaggi giocabili contemporaneamente? All’inizio può sembrare che Arcane sia la storia delle sorelle Vi e Powder (Jinx), e sono sicuramente al centro della storia. Ma questa è ugualmente la storia dell’ origine del fuorviato idealista Jayce, e l’evoluzione del cibernetico Viktor. Tutte queste narrazioni si svolgono e si intrecciano con magnifica sottigliezza e ci permettono di familiarizzare ed empatizzare con i moltissimi personaggi.
Non dovrebbe funzionare! I cinici che guardano un filmato di League of Legends con protagonista Jinx vedranno immediatamente un’imitazione in versione cartone animato di Harley Quinn, ed altre similitudini con altri comprimari come Caitlyn. Ma in Arcane, Jinx ha un’infanzia traumatica pienamente realizzata e un mentore malvagio manipolatore. Caitlyn invece passa rapidamente da figlia con qualcosa da dimostrare ai suoi ricchi genitori a compagna profondamente comprensiva e devota di Vi che cerca giustizia per i meno fortunati della città sotterranea di Piltover.
Arcane racconta anche una storia riccamente politica di una città già turbata dalla disuguaglianza sociale e le inietta il catalizzatore che è l’ Hextech, una fusione di progresso magico e scientifico. Runeterra di League of Legends è intrisa di magia, elementi soprannaturali e fantasy in abbondanza, ma l’adattamento di Netflix ci offre solo scorci di maghi come Ryze e alchimisti come Singed (campioni a pieno titolo nel gioco) a favore di un’atmosfera steampunk riccamente stratificata.
E questo è steampunk fatto bene! Ci sono veri e propri elementi punk in Arcane, non solo una magica estetica vittoriana condita con ingranaggi e occhiali. Ekko e i suoi Firelights espandono la città sotterranea su skateboard volanti; gli esplosivi di Jinx sono decorati con teschi fluorescenti; e molti dei signori del crimine sfoggiano mohawk e protesi meccaniche degne del mondo lovecraftiano da cui League of Legends è noto per attingere da quegli immaginari. È il sogno di un cosplayer che si avvera!
Tutto questo per dire che il motivo per cui Arcane è così magnifico è che centra ciascuna di queste note cruciali della narrazione. La costruzione del mondo è perfetta ma non cerca di mostrare cose più di quanto lo spettatore possa gestire in un’unica stagione, portando solo cittadini di Noxus e il concetto della nazione di Zaun alla fine. I personaggi sono perfetti, sia nelle loro espressioni sfumate sia nelle loro animazioni del corpo, per non parlare poi dell’ottima interpretazione degli attori in carne ed ossa con voci del calibro di Hailee Steinfeld (Hawkeye) e Ella Purnell (Star Trek: Prodigy). E i complessi retroscena sono un vero merito per gli showrunner Christian Linke e Alex Yee e il loro team di sceneggiatori.
Ciò che è ancora più impressionante è che Arcane riesce a far brillare ciò che altri adattamenti di videogiochi tendono a enfatizzare eccessivamente: Jayce in versione eroe con il suo martello, Vi con i suoi guanti e Jinx con il suo lanciarazzi a forma di squalo, Fishbones. La bellezza di queste sequenze con armi che i giocatori di League of Legends riconosceranno immediatamente e si aspetteranno è che sono solo esempi di tecnologia Hextech, non innovazioni importanti in sé e per sé.
Quindi fatevi un favore e guardate Arcane immediatamente se non l’avete già fatto. Cavolo, riveditelo! La serie ha interpretazioni più sfumate, anche da quell’amata palla di pelo di Heimerdinger, rispetto alla maggior parte dei drammi dal vivo, per non parlare degli adattamenti dei videogiochi. La televisione può spezzare la maledizione dei giochi del mondo del cinema in tempo per le prossime serie come The Last of Us della HBO e Halo della Paramount? Se seguono l’esempio di Arcane, potrebbero conquistare legioni di fan che non hanno mai nemmeno preso in mano un controller di gioco nella loro vita.