Bentornati su Art Avenue per il penultimo episodio dedicato al ricco mondo di Super Mario Odyssey. Come già anticipato nella puntata precedente, oggi si finirà di parlare dei mondi del gioco nella loro complessità singola fatta di riferimenti, idee e intuizioni che hanno permesso al neonato titolo Nintendo di stagliarsi nell’olimpo dei migliori giochi mai fatti dalla casa di Kyoto. Carburante lunare in mano, quindi e via verso i restanti otto mondi che il prodotto offre!
Altri regni… sempre molto pregni!
Dopo l’obbigatorio passaggio cittadino verso la densa città di New Donk, ecco che si arriva al Regno della Neve. un posto dominato dal gelo invernale dei ghiacci, da una componente acquatica e ovviamente dal candito bianco e da un regno nascosto in cui sono presenti delle simpatiche creature indigene che vivono in scala gerarchica.
Il primo particolare notabile di questo mondo sono dei nemici giganti a forma di nuvola. Gli stessi sparano dei tornando d’aria dalla propria bocca, riuscendo a spostare cose e persone. Un apparente controsenso di caratteristiche quindi che però si chiarisce praticamente da se. I nuvoloni infatti, nella loro imponenza, hanno delle facce che rimandano a particolari da gorilla, come l’arcata sopraccigliare e di creature di un certo peso. Da qui arriva la giustificazione sulla loro dimensione.
Inoltre l’avvertire la loro pesantezza tramite l’aspetto del viso, il rimandare all’essere delineato delle nuvole, la grandezza del corpo e il fatto di essere bianchi, allo stesso modo della solida neve dominante del livello, gli regala una evidente corposità tattile.
L’ essere molto solidi nel corpo e lenti a causa della stazza fa da contraltare al vento che soffiano: veloce, e dalla forma mutevole seppur di base sempre circolare, oltre che non troppo consistente nel suo essere aria trasparente. Da aria ad aria, quindi in buona armonia compositiva.
Si prosegue verso i personaggi indigeni di questo mondo: una sottospecie di orsetti dalla forma sferica. Il tocco di Nintendo si ravvisa soprattutto, in questo ambito, nella delineazione di questi buffi personaggi e delle loro abilità, gradevolmente sorprendente. I personaggi in questione, a livello di design giocano gradevolmente con con la mitologia dello yeti delle nevi, del quale recuperano l’aspetto e la stessa neve.
La forma sferica, oltre che il colore bianco, infatti, li fa sembrare proprio delle pallette di neve assolutamente coerenti con l’ambiente. Interessante e curiosa la tipologia di gara che viene indetta dal re Yeti e che coinvolge i suoi sudditi. Nella stessa, infatti, verranno combinati la forma sferica, l’essere bianco a richiamare appunto le palle di neve e l’essere cicciottelli degli stessi personaggi.
Il risultato sono delle gare di velocità dove questi personaggi rotolano allegramente per raggiungere il traguardo sembrando delle pallette di neve che impattano sul suolo. Suolo che però non può romperli visto che sono fatti di morbida massa utile a poter rimbalzare per arrivare a tagliare il nastro della fine della competizione per primi.
Curioso ma contestualizzato il cappello natalizio degli energumeni nuvolosi, che in un ambiente del genere e con degli esseri indigeni così paciocconi e teneri, che abitano una zona fatta in buona parte in legno, che ricorda il natale nelle sue composizioni arzigogolate, ci può stare. Molto bene, insomma!
Il livello in se invece, pur risultando abbastanza tradizionale ma non troppo, é ben costruito come da tradizione (un’altra!) Nintendo, cercando di spingersi bene nel completare tutto tramite anche l’aggiunta, per esempio, di passaggi nascosti da muri di neve che in quanto tali e mimetizzati, possono anche essere ignorati. Come aiuto tornano utili i tornado situati in alcuni pertugi con il terreno, che servono per poter tornare subitaneamente su piattaforme troppo elevate. Gli stessi sono contestualizzati dal fatto, ovviamente che già dei piccoli tornado d’aria sono presenti tramite i nuvoloni personalizzati dell’ambiente, e già citati.
A questo punto, visto che il freddo comincia a diventare pungente e fastidioso, é giusto che i ghiacci si sciolgano a favore di un bel clima, magari da spiaggia ed ombrellone: benvenuti nel Regno del Mare.
La prima cosa che salta all’occhio del posto, una volta sbarcati, é sicuramente la popolazione indigena, formata da lumache in occhiali da sole. Ma cosa c’entreranno mai delle lumache in un posto simile, vacanziero e pieno di ombrelloni e di mare? Il dilemma é presto risolto. Le stesse intanto sono contestualizzare grazie al fatto che esistono anche le lumache di mare (oltre che di montagna ecc ecc) e dal comportamento che le stesse hanno anche nella realtà. Lente e quiete, sono tra gli animali che meglio descrivono il relax spensierato di una vacanza al mare, in linea generale, che il titolo vuole trasmettere anche tramite musiche molto delicate, quasi evanescenti.
Volendo fare un azzardo, visto che come abbiamo visto Nintendo attinge anche a prodotti americani per questo gioco, é possibile che un ulteriore aiuto arrivi dal lumacone in occhiali da sole e camicia hawaiana legato allo Slurm, bevanda futuristica del cartone animato Futurama. Fiugara che può essere rilevante come elemento pop presente nella mente dei ragazzi per amalgamare queste lumache all’ambiente vacanziero e marino.
Passando ai nemici presenti, abbiamo i pesci rossi, che in quanto pesci possono trovarsi in mare, e soprattutto dei piccoli polipi inglobati in sfere d’acqua utilizzata come strumento di offesa, o per issarsi sopra lo specchio acquatico. I piccoli polipi, come sappiamo sono animali acquatici che quindi hanno un legame forte con la materia in cui sono immersi nel gioco. Il fatto di essere inglobati in sfere d’acqua é coerente non solo tramite questa affinità appena citata ma anche grazie all’aspetto tondeggiante generale e delle ventose circolari dei tentacoli.
Venendo all’ambiente in linea generale, é gradevole come il fondale sia zeppo di insenature, passaggi nascosti, caverne e cavernette, in perfetta sintonia con quella che può essere una irta struttura di terra sottomarina. Tra l’altro questa densità di cunicoli e passaggi segreti, si oppone a quella che é la struttura della parte all’aria aperta, molto semplice e chiara da decifrare nelle sue poche e vere alture. e nella sua spiaggia molto sgombra.
La fontana che spicca nel livello é contestualizzata come struttura tramite diversi particolari. Per prima cosa troneggia proprio al centro del livello e tramite anche la sua imponenza si avverte la sua importanza come punto nevralgico, di riferimento.
Questa sua importanza come imponenza e posizione é nobilitata dal fatto che si appoggi proprio sopra un complesso di rocce molto articolato come quello del fondale marino, che come formazione che ha giustamente un riferimento al reale come antica, classica, e di cui mutua la complessità architettonica, mostrandosi come un’opera architettonica dallo stile settecentesco.
Il suo collegamento ai polpi che gli gravitano attorno é quindi dato dagli spruzzi d’acqua che condividono.
Attorno a questa grossa struttura, si aggira però un enorme polipo, che ovviamente é abbigliato all’ultima moda settecentesca. Una rappresentazione contestualizzata non solo tramite l’oggetto con cui é anche inizialmente poggiato ma anche grazie alla dimensione dominante sugli altri calamari e ai dettagli d’epoca in più rispetto a questi (i piccoli presentano una sommità della testa che sembra un parrucchino e dei baffetti dal colore ramato in linea), che lo rendono gerarchicamente superiore in scala e quindi l’ “aristocratico” dominante.
Degno di nota, anche, come certe alture, certe “montagne” scavate, ospitino lava in maniera abbastanza logica. Com’é giusto che il grande polipo fluttuante, toccando questa materia, si sia cosparso il capo di un po’ di lava. Uno strato abbondante che nei colori e nelle forme si amalgama bene con tutto il resto dei suoi inserti dorati da aristocratico.
Sensato anche il fatto che un polipone simile lanci dalla propria bocca massi invece che liquido acquatico, senza la presenza di acqua intorno a lui, dato che é il polpo maturo e grande del gruppo e per issarsi in volo usa la poderosa spinta delle zampe.
Interessante anche come é rappresentato il dinosauro cartoonoso acquatico, presente anche in questo livello, che ovviamente rispetto ai colori freddi legati al blu, in cui l’avevamo trovato la prima volta, sposa colori più caldi di una spiaggia assolata come il viola. Tra l’altro il dinosauro é senza lavoro nel primo regno in cui lo si trova e invece qua ha un impiego lavorativo come supporto ospitante del negozio.E’ giusto notare come se abbiamo un negozio per le monete viola, mobile, legato al mare e a una creatura che può rimandare all’antico mostro di lockness anche se in salsa cartoon, si oppone un negozio fermo a terra, nella spiaggia di fronte, dalla struttura moderna, in cui utilizzare le monete d’oro.
La differenza tra la modernità della spiaggia, sgombra di grande complessità strutturale, si oppone, compensandosi, con la grande complessità di tutto quello che riguarda il mare, dal fondo marino alle strutture antico e altro.
Tutta l’attività nello scoprire passaggi segreti nelle varie insenature e grotte segrete del regno, può mettere però una certa fame, quindi é d’obbligo, a questo punto, andare a fare una capatina nel Regno dei fornelli.
Giunti in questo posto da leccarsi i baffi, spicca immediatamente la panoramica sul regno stesso. La struttura che ospita tutta la ricchezza di oggettistica e formazioni naturali, ha i colori del pane, immerso in un mare che ricorda nel colore rosato, sì l’intensità di un condimento in salsa che scotta, ma anche quello di una salsa in cui immergere questo pane. La musica di chiara provenienza italiana aiuta molto a pensare come queste piattaforme di base siano state concepite come proprio del “pane”.
Si aggiungono a ciò, prima di tutto, una colorazione dei personaggi che assume delle gradazioni sfumate che ci possono benissimo stare, visto che il fumo di cottura fa proprio parte del fatto di cucinare delle pietanze. Coerente anche come sono formate le strutture montuose del posto, in materia cristallina, che si immergono nel mare bollente del regno.
Essendo immerse nel liquido e sfumate dal fumo, il riferimento a condimenti di cristallo come il sale o lo zucchero é naturale e si amalgama perfettamente. Inoltre la gradazione della catena montuosa si riferisce anche all’intensità di calore legata al vulcano che ospita, che raggiunge la massima intensità lambendone l’apertura finale e sulla sua sommità.Esatto anche il fatto che gli ingredienti giganti che provengono dalla grande catena montuosa (da gigante a gigante), abbiano un aspetto cristallino. Tra l’altro il cibo sommato al cristallo salino o zuccherato ci sta perfettamente insieme.
In tutto ciò si incastona anche l’avere dei muri di formaggio sopra le “fette di pane formate dal suolo”. Forme di formaggio che facendo il verso a dei muri, che solitamente sono fatti in pietra, devono essere giustamente scalpellate per essere oltrepassate: un po’ troppo dure, insomma.
Interessante anche la popolazione indigena del posto, fatta da forchette coscienti, che giustamente, tra le altre attività, inforcano i muri di cibo e nella loro giusta flessibilità ( se si inforca un pezzo di cibo e possibile fare una catapulta con la forchetta. Un aspetto giocoso che rimanda all’essere fanciullesco del titolo) sono utilissime da essere utilizzate come trampolino di lancio per luoghi più alti o lontani. Sensato anche che gli stessi si occupino da chef della cucina e della cottura dei cibi, osservando vari pentoloni pieni di zuppe, visto che le forchette sono strumenti essenziali nella preparazione delle pietanze.
Il pentolone gigante sopra il Vulcanbon ha una sua posizione coerente, visto che é il pentolone più grande e quindi gli spetta una posizione di spicco. Inoltre il calore della sua zuppa, su cui non si può nuotare se non si é sotto forma di fiamma, é dato dall’esplosione “magmatica” del vulcano, che quindi lo riscalda.
L’uccellaccio ingordo e grasso che sta sopra il pentolone, giustamente, nel suo aspetto sbandato dagli occhi storti, come se avesse fatto moltissimi giri della morte dopo essersi rimpinzato a dovere, giustamente é portato al vomito. Vomito che, nella sua densità fatta di cibo può essere solcato da un materiale leggero come una fiamma (la trasformazione in Mario Fiamma).
Infine gradevoli le piattaforme arroventate che da una parte risultano rosate e cosparse di liquido e dall’altra fredde e priva del suddetto liquido. I colori sono il rosa per la parte bollente e azzurra per quella a temperature normali. Si aggiungono quindi tartarughe che giustamente lanciano palle di fuoco, in linea con l’ambiente, oltre che padelle, e utili e contestualizzati pentoloni che lanciano Mario Fiamma. Pentoloni da cui Mario schizza via, nella sua leggerezza, come del sugo da una pentola che lo sta facendo bollire.
Da un posto ricco di leccornie a uno in cui gli stenti sembrano essere all’ordine del giorno. E non solo culinari. Benvenuti, si fa per dire, a Vetustia, struttura ospitata dal Regno dei Ruderi. L’ambiente si collega al resto, oltre quello che é gia stato affermato antecedentemente nell’ essere realistico nelle sue rovine medievali, ospitando un drago dalle fattezze reali, oltre che al sense of wonder di cui Odyssey e pregno e di cui abbiamo già parlato, al fatto che sembra ispirato a un altra saga molto famosa Dark Souls. Da saga molto famosa a saga molto famosa, il collegamento quindi ci sta. Non c’é moltissimo altro da dire, ma grazie a questi due elementi aggiuntivi il posto sembra abbastanza ben integrato nel titolo.
Lasciando il medioevo rovinoso, quindi, la prossima tappa del viaggio é legata allo sfarzoso medioevo orientale e castello di Bowser. Oltre tutto quello già accennato nella prima puntata della rubrica, inerente a questo posto, la struttura ospita delle già citate statue d’oro di Bowser in varie entrate che nella cultura orientale fanno riferimento al drago cinese, che se posizionato sulla facciata delle abitazioni é simbolo di prosperità e protezione.
Tra la fauna troviamo dei “picchi” tipici orientali, che giustamente con il loro becco a forma di chiodo riescono ad appendersi ai vari muri. Becco su cui poi fanno ovviamente leva per spostarsi avanti e indietro. Il posto ospita anche piccoli zone d’acqua, come dei laghetti personalizzati, tipici di questo tipo di abitazioni sfarzose e dei particolari cannoni che pur non essendo troppo confacenti al periodo medievale, sono ben integrati grazie alle forme esterne artigianli delle palle esplosive, delle bombe, che lanciano, e grazie alla finezze esterne dei dettagli in oro delle bocche di fuoco.
Nel regno inoltre, a fare coppia con i laghetti, sono presenti anche dei giardinetti, delle piccole zone verdi, sempre tipiche delle abitazioni orientali, soprattutto di un certo costo. Nei livelli bidimensionali, per chiudere, tutto é impreziosito dal passaggio da uno scenario all’altro tramite la chiusura e l’apertura di vari separé tematici.
Di una buona coerenza anche la presenza nel posto di statue molto grandi e semoventi, che tentano di schiacciare Mario, anche queste segnate dai tratti tipici della tradizione orientale nel design oltre che evidentemente ispirate a Bowser, loro signore e padrone. Il livello é forse davvero il più tradizionale e il meno strano di tutti, ma la costruzione molto attenta lo fa essere davvero buono da esplorare e da vivere tra una luna e l’altra da recuperare.
Ci si potrebbe scommettere che dopo tutto questo girovagare per varie località terrestri, l’attrazione verso quello che é extraterrestre comincia a farsi sentire. Fortunatamente la prossima tappa del viaggio é proprio la Luna, che arriva in soccorso proprio in maniera tempestiva.
Partendo dalla fauna locale, abbiamo rane e conigli bianchi sul satellite preferito dai terrestri. La presenza dei conigli é collegata al posto non solo tramite il colore bianco e il cappello nero che simboleggia anche lo spazio, ma anche per i grossi salti che questi animaletti riescono a fare anche nella realtà, replicando quello che é un salto anche umano in assenza di grande gravità. Le rane, quindi, di colore abbastanza opposto, nel loro verde, sono altri animali che simulano il salto in assenza di gravità e che quindi possono starci in un posto simile.
L’aspetto bianco della Luna oltretutto é perfetto per un matrimonio, ospitando una cattedrale in stile classico che batte i limiti del tempo, mediavel-rinasimentale da matrimonio occidentale e sempre bianca che si rifà all’essere classico di un satellite come la Luna, sempre attuale per tutte le generazioni passate e presenti. Logici certi livelli magmatici interni all’ambientazione che sembrano emulare, giustamente, in maniera coerente, un nucleo caldo del satellite.
I coniglietti quindi li ritroviamo anche nella parte oscura della luna e nella sua parte tetra, e che nella logica delle cose sono sovrastati dai Broodals, anch’essi conigli, che però hanno modellato, a quanto pare, le varie strutture rocciose del posto in base a quello che li aggrada di più, come una carota gigante in cui risiedono (e luogo di una delle rese dei conti definitive) e da ortaggi sempre delle medesime dimensioni. Dei livelli impegnativi si trovano anche in questa zona: che siano riproposizioni o talmente nuovi servono a sottolineare coerentemente la pericolosità del bianco satellite.
L’ultimo regno che rimane da esplorare é quello del castello della Principessa Peach, un posto che é una rimasterizzazione potenziata di quello visto su Nintendo 64. Anche qua ritroviamo i dipinti in cui immergersi, a cui all’interno sono integrati degli stafe. Stage che però in questa rimasterizzazione, al contrario di quanto visto in passato, non presentano nulla di nuovo, ma solo delle riproposizioni con una sfida maggiorata dei nemici enormi sconfitti durante il titolo.
Sono presenti anche dei segreti a 64 bit e non, coerenti a ricordare il primo passato in 3d dell’idraulico e un piccolo Yoshi che aspetta sul tetto del castello dentro il suo ovetto.Gli abitanti locali sono i toad che nella loro posizione di importanti, conosciuti e amichevoli funghetti che sono presenti un po’ ovunque nel gioco, concedono a Mario delle lune legate a missioni aggregative.
Accennando brevemente ai livelli sbloccati dai blocchi lunari, é normale che possano presentarsi come alieni al luogo che li ospita nel design, visto che provengono da un materiale alieno alla terra. Un modo ottimo per lasciare davvero libera la fantasia degli sviluppatori di sfogarsi in lungo e in largo senza essere necessariamente legati alle briglie della coerenza dei vari regni.
Un piccolo spazio d’onore meritano la presenza un po’ ovunque di goomba e tartarughe che vanno a riempire e variegare i vari regni. Queste presenze non hanno nulla di incoerente nel loro popolare varie ambientazioni, dato che, da sempre, sono un punto cardine della serie di Mario che si “adattano” ai posti più variegati vivendoci e proliferando senza problemi.
Anche oggi siamo quindi arrivati alla fine del consueto episodio con Art Avenue. Speriamo vivamente che vi siate appassionati e divertiti nel leggere l’articolo e vi rimandiamo alla prossima settimana con l’ultimo e già annunciato episodio dedicato a Super Mario Odyssey. Stay Tuned!