Nel mese di gennaio, Koei Tecmo ha rilasciato l’Atelier Dusk Trilogy Deluxe Pack. Curata da Gust, questa raccolta include tre capitoli della quasi immortale serie degli Atelier ambientati nel mondo di Dusk. Abbiamo testato la versione Steam di questa raccolta, e siamo qui per raccontarvi com’è andata. I titoli sono Atelier Ayesha: The Alchemist of Dusk DX, Atelier Escha & Logy: Alchemists of the Dusk Sky DX e Atelier Shallie: Alchemists of the Dusk Sea DX. Le versioni DX sono versioni rimasterizzate (e che includono tutti i contenuti aggiuntivi anche a pagamento usciti nel corso del tempo) dei giochi usciti rispettivamente nel 2012, 2013 e 2014. Già le date in cui i rispettivi titoli sono stati rilasciati su PlayStation 3 vi possono dare un’idea di che tipi di prodotti si tratta. Ossia, una serie prodotta con una certa velocità e che per questo motivo propone meccaniche già rodate e tendenzialmente uguali tra loro, senza particolari novità.
La serie Atelier è sviluppata da Gust fin dal 1997, con il primo Atelier Marie: The Alchemist of Salburg. La serie è composta da sedici capitoli principali, ambientati in sei ambientazioni diverse. L’ultimo uscito è Atelier Ryza: Ever Darkness & The Secret Hideout. Le caratteristiche principali degli Atelier sono la natura JRPG a turni piuttosto classica, unita ad un character design peculiare e riconoscibile, oltre che naturalmente l’elemento dell’alchimia. Quest’ultimo consta in sostanza nel raccogliere ingredienti nel mondo di gioco per realizzare svariate ricette, da oggetti curativi a prodotti più complessi. L’alchimia svolge infatti un ruolo primario nell’universo narrativo degli Atelier, e solitamente i suoi protagonisti sono aspiranti o esperti alchimisti.
La serie Atelier Dusk è, come da nome, ambientata nel mondo di Dusk, e i tre titoli propongono diversi protagonisti, ma in una ambientazione comune. Se in Atelier Ayesha la protagonista è una sola, negli altri due capitoli è interessante sottolineare come si potrà scegliere tra due personaggi (Escha e Logy in uno, e le due Shallie nell’altro). Questo non è in realtà così inficiante a livello narrativo, poiché la storia che andrete ad approfondire non cambierà particolarmente, anche se sono comunque presenti finali multipli a seconda di determinate scene compiute dal giocatore. Tutti e tre i titoli hanno una parte iniziale piuttosto simile, con il/la protagonista che si trova davanti ad una nuova avventura da affrontare, per la quale avrà bisogno di migliorare sempre di più la propria conoscenza dell’alchimia. Che sia una motivazione personale, come quella di Ayesha (almeno all’inizio, intenzionata a ritrovare e salvare la sorella), o la volontà di salvare il proprio villaggio di Shallie, ci ritroveremo a esplorare il mondo di gioco alla ricerca di ingredienti, conoscenza e soprattutto alla scoperta dei segreti di Dusk.
Trattandosi di titoli di diversi anni fa usciti su PlayStation 3, non ci troviamo davanti ad ambientazioni particolarmente ampie o complesse, ma a luoghi esplorabili in più schermate, in cui non c’è nemmeno la libertà di movimento della telecamera. Ci troviamo davanti, naturalmente, ad una versione rimasterizzata dei tre titoli: il lavoro effettuato è tutto sommato discreto, con un plauso soprattutto alla pulizia dei modelli dei personaggi. Inoltre, sono state aggiunte delle feature piuttosto apprezzabili, soprattutto in titoli di questo genere con qualche anno sulle spalle: come con l’edizione Zodiac Age di Final Fantasy XII uscita su PlayStation 4, è stata inserita un’opzione per accelerare sia le fasi esplorative che quelle di combattimento e, addirittura, tutte le fasi di dialogo. Questo elemento velocizza sicuramente alcune fasi di gioco che ormai potrebbero considerarsi un po’ datate.
Ci troviamo infatti davanti a dei classici JRPG a turni, con fasi piuttosto marcate di farming e crafting richieste al giocatore, visto che una delle meccaniche principali è quella dell’alchimia e quindi della sintesi di varie ricette. In questo senso, dopo l’inizio piuttosto guidato, il giocatore è spinto anche a sperimentare scegliendo autonomamente gli ingredienti, dando quindi un tocco di interesse ai vari esperimenti. Inoltre, il tempo della storia risulta scandito con molta precisione, e vi troverete ad avere a che fare con incarichi e tempo e la necessità di pianificare le vostre mosse, poiché ogni cosa che farete comporterà il passare di un numero determinato di giorni (anche sintetizzare una specifica ricetta). Oltre a questo, però, le meccaniche sono quelle piuttosto tipiche del genere: equipaggiamenti specifici dei personaggi, aumento di livello, combattimenti a turni e stili di combattimento differenti (da chi equipaggia prevalentemente spade, a chi utilizza la magia, a chi è più portato al supporto). Elementi, quindi, decisamente già visti. Quello che però può attirare l’utenza, dipende prevalentemente — almeno secondo chi vi scrive — dalle caratteristiche più tipiche di queste produzioni giapponesi, ossia il character design e la storia. In tutti e tre i casi, infatti, ci troviamo davanti a personaggi carismatici, ben scritti ed esteticamente molto caratterizzati.
In generale, le storie narrate (non ci addentreremo nello specifico di ogni capitolo per non essere troppo prolissi) presentano un certo aspetto di leggerezza, trattando però temi anche parzialmente di una certa serietà, ma mantenendo sempre la tipica atmosfera da JRPG. Si tratta di storie piacevoli, che possono essere anche in grado di coinvolgere il giocatore, grazie anche ai vari misteri che permeano il mondo di Dusk. Oltre alla storia principale, sono presenti naturalmente anche numerose missioni secondarie, che tendenzialmente si traducono in incarichi piuttosto semplici, cui corrispondono però ricompense spesso utili.
Ma che cos’è che dovrebbe spingere un giocatore a prendere in considerazione questa trilogia? Le risposte possono essere diverse. In sintesi, potrebbe trattarsi di un ottimo intervallo tra titoli più impegnati e impegnativi, che sarà certamente in grado di strapparvi qualche sorriso grazie ai personaggi e alle storie che vi ritroverete a seguire. D’altro canto, i giochi sono disponibili solo con la traduzione in inglese, quindi sicuramente da sconsigliare a chi non lo mastica più che discretamente. Un possibile contro resta nel fatto che si tratta di titoli comunque con diversi anni sulle spalle e che quindi propongono meccaniche piuttosto datate, nonostante comunque l’ottima aggiunta della velocità doppia. Un altro elemento, la rimasterizzazione, dà certamente lustro soprattutto ai modelli dei personaggi ma un po’ meno alle ambientazioni, che rimangono comunque piuttosto grezze. Questione che non ci è tornata molto, è il fatto che — quasi paradossalmente — tra i tre titoli quello “rimasterizzato peggio” risulti essere l’ultimo (ossia Atelier Shallie): nella prova effettuate per le recensione, infatti, sono emersi vistosi cali di frame, oltre che una qualità visiva in generale piuttosto scarsa.
In conclusione, questo Atelier Dusk Trilogy Deluxe Pack risulta essere un lavoro di rimasterizzazione discreto, da considerare soprattutto dagli amanti della serie Atelier e da coloro che hanno voglia di iniziare a scoprire una serie ormai così storica, con una delle trilogie più apprezzate al suo interno. Quello che salva comunque la situazione è la possibilità di avere a che fare con personaggi carismatici e ben caratterizzati, che renderanno le vostre avventure nel mondo di Dusk ben più piacevoli di quanto non possa sembrare.