Alla fine di gennaio Gust Corporation e Koei Tecmo hanno rilasciato Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy su PC, PS4, PS5 e Nintendo Switch. Il videogioco è l’ultimo esponente di una serie di JRPG che come tante altre nacque sulla prima Playstation con un primo titolo che uscì solo sul territorio giapponese. Successivamente il franchise si evolse e uscì dai territori nazionali per arrivare anche sul suolo occidentale, ma nonostante le differenze tutti i titoli del fortunato brand di Gust Corporation hanno in comune un elemento: l’alchimia. Non fa eccezione neanche l’ultimo titolo che si pone come sequel diretto di Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideout, precedente fatica di Gust. Tuttavia, gli ultimi due Atelier, sebbene conservino la centralità dell’alchimia, pongono le basi per quello che è un capitolo narrativo diverso dai precedenti.
Narrativa
Sono trascorsi tre anni dalla passata avventura di Ryza e dei suoi amici, nei quali ognuno ha perseguito i propri obiettivi in maniera indipendente dagli altri. Tuttavia, non rimarranno a lungo divisi e infatti il prologo del gioco vede la protagonista dirigersi verso la capitale del regno per incontrare nuovamente alcuni dei suoi vecchi compagni d’avventura. Uno di questi, Tao, ha scoperto delle antiche rovine in qualche modo legate all’alchimia e ha chiesto aiuto alla sua amica per saperne di più. Così Ryza decide di partire verso la capitale, anche per scoprire la provenienza di una strana pietra, donatagli prima del viaggio e che nelle prime ore di gioco si rivelerà in realtà un uovo di una creatura misteriosamente legata alle rovine sopracitate.
Da queste premesse prendono vita gli eventi di Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy che coinvolgeranno sia personaggi nuovi che altri già conosciuti nel gioco precedente. In effetti, la storia, sebbene accompagni molto piacevolmente il giocatore nella sua avventura, si rivela come il palcoscenico nel quale sviluppare la crescita dei “personaggi” e dei suoi temi. Per carità in alcuni casi si tratta di meccanismi ed elementi che sanno un pò di già visto, ma che non risultano sotto tono. In particolare, si può riconoscere alla produzione una buona scrittura dei personaggi, i quali ancora una volta ricoprono ruoli già brevettati senza però risultare eccessivamente stereotipati.
L’alchimista può fare tutto… o quasi
Come già scritto, l’alchimia, ossia la disciplina di trasmutare la materia, è sempre stato il tratto distintivo di questa serie di videogiochi. Per ottenere ogni oggetto tramite questo processo sarà necessario sbloccare la relativa “ricetta” dall’albero delle abilità della protagonista. L’albero in questione permetterà di sbloccare sia nuovi oggetti da realizzare tramite l’alchimia che migliorare le possibilità offerte dalla “trasmutazione” degli oggetti. Ad esempio, a patto di aver sbloccato la relativa abilità, sarà possibile riforgiare gli oggetti già realizzati a patto di possedere il giusto numero di gemme che a loro volta si ottengono dai materiali raccolti per la mappa. Quest’ultimi saranno anche gli “ingredienti” alla base delle ricette alchemiche da realizzare tramite apposito menù nel calderone presente nell’Atelier di Ryza. Insomma, si tratta di un sistema interessante che lascia molta libertà al giocatore sul come proseguire il potenziamento delle abilità alchemiche della protagonista.
Tanto loot
Prima però di mescolare gli “ingredienti” nel calderone, il primo passo sarà il loro recupero, operazione che può essere realizzata grazie ad alcuni strumenti. In effetti, determinati materiali potranno essere raccolti solamente con l’utilizzo di uno specifico utensile. All’inizio si disporrà solo della staffa usata da Ryza che oltre a fungere da arma nei combattimenti, permetterà la raccolta dei primi materiali. Successivamente sempre tramite l’alchimia sarà possibile ottenere gli altri strumenti per la raccolta come la canna da pesca o l’ascia, quest’ultima particolarmente utile per la raccolta di specifici tronchi o minerali. Inoltre maggiore sarà la qualità degli strumenti di raccolta e maggiore sarà anche la quantità di oggetti, ognuno contraddistinto da tre caratteristiche: tratto, effetto e qualità.
Infine, per massimizzare e velocizzare la raccolta dei materiali presenti nelle varie zone di gioco, lo sviluppatore ha introdotto alcune meccaniche piuttosto utili. Particolarmente significativi risultano un sistema di viaggio rapido che permette di spostarsi tra le zone precedentemente esplorate e la possibilità di evocare una creatura da calcare per spostarsi da un’area e l’altra più velocemente. A queste se ne aggiungono altre due che permettono un’esplorazione più libera degli ambienti. Si tratta dell’utilizzo dell’Emerald Band, un gioiello che a delle strutture fluttuanti permette di evocare una sorta di liana magica per raggiungere zone altrimenti irraggiungibili, e degli “Air Drop”, caramelle particolari per respirare sott’acqua in modo da esplorare i fondali marini.
Viaggiando per il mondo
Certamente l’esplorazione del mondo di gioco, come si può immaginare da quanto scritto fino ad ora, è assi centrale. Va però specificato che non siamo davanti al classico titolo open world, ma a delle aree collegate tra loro in punti ben specifici segnati sulla mappa. Tuttavia, risulterà altrettanto centrale anche la capitale del regno che si rivela un vero e proprio hub di gioco, all’interno del quale è presente il già citato atelier di Ryza e inoltre sono permesse azioni non disponibili altrove. Infatti, ad esempio all’interno delle mura cittadine sarà possibile modificare gli oggetti equipaggiati dal gruppo o assistere ad ulteriori cutscene non per forza legate al proseguo della storia, ma tese ad approfondire la caratterizzazione dei personaggi.
Le missioni principali per lo più riguardano la scoperta di antiche rovine legate proprie a quelle scoperte inizialmente da Tao e alla misteriosa creatura nata dall’uovo. In queste sezioni domina ancora una volta l’esplorazione delle varie aree, in cui saranno presenti alcune creature nemiche che andranno affrontate solamente se si entra in contatto con loro. Lo scopo principale del giocatore sarà trovare degli indizi, alcuni attraverso l’uso di uno specifico strumento che permette di rivivere gli eventi passati legati alle rovine. Una volta ottenuti tali indizi, il giocatore dovrà associare ogni ricordo assieme ad altri in modo da ottenere informazioni rilevanti alla storia del luogo visitato. Infine, Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy offre anche molte missioni secondarie legate ad un sistema di “approvazione” dell’operato della protagonista. Queste potranno essere sbloccate o nella bacheca del Cafè cittadino oppure parlando con specifici NPC.
Combat System
Nel corso dell’avventura non mancheranno alcuni scontri con varie creature la barra, caratterizzati in un sistema di combattimento basato su attacchi e tempi d’attesa del proprio turno. Infatti, gli scontri saranno regolati da una barra posta in basso alla schermata che indica il tempo di attesa al prossimo attacco. Tuttavia, dato che non è previsto un vero ordine di successione, spesso ci si può trovare ad attaccare in contemporanea ai compagni di squadra oppure ai nemici stessi. Nello specifico il giocatore controllerà le mosse di uno dei tre eroi in campo, potendo però decidere liberamente di cambiare personaggio controllato in ogni momento. Ad ogni modo si potranno concatenare principalmente o attacchi normali oppure utilizzare anche più skill del personaggio controllato. Quest’ultime richiedono un certo quantitativo di punti AP per essere attivate, i quali invece vengono guadagnati, portando a segno gli attacchi normali.
A tutto ciò si aggiungono l’uso di oggetti equipaggiabili e di tecniche speciali che si attivano automaticamente qualora si soddisfino le richieste dei compagni controllati dall’IA. In maniera diversa l’’utilizzo degli oggetti in battaglia è vincolato dai punti CC, i quali si ricaricano portando a segno le skill sopracitate. Uno stratagemma interessante che consente al giocatore più attento di utilizzare per ogni personaggio fino ad un massimo di 4 strumenti equipaggiati. Le meccaniche descritte fino ad ora costituiranno le frecce nell’arco del giocatore che può dare vita a combo spettacolari contro un bestiario non proprio entusiasmante. In effetti, troppo spesso in aree diverse vengono riproposti nemici base con un’estetica e delle statiche adattate per non risultare troppo deboli. Perfino, i boss spesso risultano versioni esteticamente diverse e potenziate di nemici base, anche se sanno comunque offrire un giusto livello di sfida.
Grafica e sonoro
Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy presenta i propri limiti in relazione ad un comparto tecnico che non sfigura in confronto ad altre produzioni simili, ma in un’ottica più generale appare un poco vetusto. In particolare, spiccano in negativo alcune texture ambientali non curatissime e delle animazioni nelle sezioni di esplorazione e nei dialoghi abbastanza legnose. Al contrario risultano assai più convincenti le animazioni dei personaggi nei combattimenti e lo stile artistico di alcuni ambienti e dei personaggi. Buttando un occhio al comparto sonoro, il videogioco presenta un buon doppiaggio supportato da testi in inglese comprensibili anche se non di livello scolastico. Chiude il quadro, una colonna sonora coerente con gli eventi a schermo e in grado di rafforzare quel senso di avventura fantasy che permea il gioco.
Conclusioni
Spesso affrontare nemici di zone esplorate precedentemente può risultare meno stimolante anche a causa di un backtracking voluto dalle missioni secondarie e di una certa facilità nel livellare gli eroi del proprio team. Tuttavia, questa ed altre incertezze possono essere sorvolabili soprattutto per ciò che offrono gli elementi positivi come il sistema di combattimento o quello assai profondo dell’alchimia. Ad ogni modo Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy si dimostra un buon titolo che offre un’avventura dai ritmi bilanciati. Tirando le somme, si tratta di un gioco che saprà appagare la voglia degli appassionati del suo genere di riferimento in stile Atelier.