Mentre Aprile 2019 termina videoludicamente con l’uscita di Days Gone (a breve la nostra recensione), al cinema si chiude la prima parentesi della saga Avengers. Un mondo nato dal primo film Ironman, del 2008, e che crescendo ha inanellato una serie di successi, uno dietro l’altro.
Il ventiduesimo episodio della saga, Avengers: Endgame, forse film più atteso dell’anno, porta avanti la storia dopo un finale, quello di Infinity War, piuttosto spiazzante. Di certo le aspettative, alimentate anche da alcune scene presenti in altri film Marvel, come Captain Marvel, erano piuttosto alte. Difatti si tratta del film che dovrebbe costituire la chiusura di un primo arco narrativo del Marvel Cinematic Universe, durato la bellezza di ben undici lunghi anni e 22 film.
Ebbene, non ho per niente paura ad affermare che Endgame è l’epilogo che l’universo Marvel non solo merita, ma è anche quello di cui aveva bisogno. Una pellicola dalle molteplici facce, emozione, coraggio e malinconia, che si fondono senza sbavature o incertezze. Insomma, il film saprà allo stesso tempo esaltarvi, commuovervi e divertirvi, raggiungendo dei picchi che possono portarvi a perdonare anche l’incipit un po’ troppo lento. Detto ciò, è obbligatorio ricordarvi che Avengers: Endgame, diretto da Anthony e Joe Russo, è distribuito da The Walt Disney Company Italia a partire dal 24 aprile nelle sale italiane.
Il cerchio si chiude
Ci eravamo lasciati con Thanos che era riuscito nel suo piano di sterminare metà dell’universo affinché chi restasse potesse prosperare nell’abbondanza, mentre gli Avengers ad un passo dalla vittoria hanno perso tutto. Così la vita di molte persone si è divisa in un prima e dopo Thanos. Proprio da questa consapevolezza, i sopravvissuti cercano di trovare un bandolo alla matassa, convivendo con i rimpianti, il lutto e la rabbia per aver perso un futuro che gli è stato improvvisamente negato. Non fanno eccezione i vendicatori, che devono sopportare – chi meglio e chi peggio, – la consapevolezza di essere corresponsabili nel loro fallimento al successo del nemico.
Proprio nel rappresentare queste emozioni, gli attori ci fanno conoscere in maniera netta e a volte disarmante l’umanità delle loro maschere. Conseguentemente la pellicola, al netto di qualche personaggio meno convincente di altri, ha nel cast uno dei suoi elementi vincenti. Ricordiamo che naturalmente sono stati riconfermati i volti storici della saga come Robert Downey Jr. (Tony Stark/Iron Man), Chris Evans (Steve Rogers/Captain America), Chris Hemsworth (Thor) e Scarlett Johansson (Natasha Romanoff/Vedova Nera). Perciò è chiaro che Endgame sia figlio della narrativa più matura di Infinity War. Infatti mostrerà, fin dalle prime battute, tematiche ben più profonde e cupe rispetto a quanto il Marvel Cinematic Universe ci abbia abituato.
Un plauso va anche alla regia dei fratelli Russo, che riesce ad amalgamare uno stile più classico negli action agli elementi più maturi sopra descritti. I registri sono stati in grado di traghettare una delle produzioni più grandi e famose verso un primo tramonto. Ne segue che alla fine di un viaggio nell’universo cinematografico Marvel ne inizia un altro, o almeno così è stata concepita la sceneggiatura della pellicola. Difatti, gli eventi di questo primo arco narrativo hanno “svezzato” gli Avengers, che forti di una nuova consapevolezza sapranno andare avanti, regalandoci nuove emozioni.
L’arte del bilanciamento
Come già scritto, l’ultimo prodotto Marvel possiede un natura multipla. Di conseguenza, risultava fondamentale riuscire ad equilibrare le sue varie anime, in particolare la componente action. In quest’ottica si registra lo sforzo di maggiore successo. Bisogna riconoscere alla produzione la grande capacità di saper gestire gli scontri all’interno del complesso della narrativa. Ciò si deve al sapiente uso della fotografia di Trent Opaloch, fotografo di Infinity War, della coreografia, della regia, della computer grafica e anche di qualche scena “fan service”.
La stessa attenzione maniacale è stata prestata anche alla costruzione di ambienti e situazioni che pescano da tutto l’immaginario dei precedenti film. Insomma, anche negli elementi più scenografici, Avengers Endgame è consapevole di essere l’ultimo episodio della saga. Infatti riesce a racchiudere al suo interno tutta l’esperienza maturata negli undici anni trascorsi, sia appunto in ambientazioni già viste che in nuove. Il tutto è accompagnato dalla colonna sonora di di Alan Silvestri. Quest’ultima adempie più che discretamente alle sue funzioni, essendo in grado di dare il giusto supporto a ciò che vien mostrato su schermo senza troppe incertezze.
Conclusione
In definitiva, Avengers: Endgame è un finale che difficilmente nel bene o nel male un amante dell’universo Marvel potrà dimenticare. I Vendicatori e la Saga dell’Infinito hanno accompagnato per più di un decennio un numero enorme di viaggiatori. Di conseguenza, proprio quest’ultima storia si prospetta come un atto dovuto verso quelle persone. Un viaggio non è mai fatto dalla sua destinazione, ma dall’emozione e dagli attimi che sa regalarti nel percorrerlo. Quindi, grazie universo Marvel per tutto ciò che ci hai donato nel percorso insieme, e non vediamo l’ora di percorrere nuovamente numerosi chilometri cinematografici al tuo fianco.