Battlefield V è disponibile da circa un mese, e ha già ricevuto diversi aggiornamenti. Lo shooter della Dice ambientato nella seconda guerra mondiale non avrà dlc ma utilizzerà un sistema di microtransazioni utile a sostenerne i costi. La software house ha dimostrato grande attenzione verso il feedback dei propri giocatori, cercando di migliorare il gioco valutando in ugual misura critiche e suggerimenti.
Uno degli aspetti più controversi riguarda il “Time to kill” ovvero il periodo di tempo (pochi secondi) necessario ad uccidere un avversario nelle sessioni multiplayer. Molti utenti del gioco non avevano gradito l’eccessiva esiguità di questo “intervallo”, capace di favorire eccessivamente gli utenti dotati di una connessione migliore (problema comune a tutti i titoli del genere). Gli sviluppatori sono prontamente intervenuti per aumentare la sequenza necessaria a ridurre il nemico in fin di vita, e hanno scontentato tutti i “veterani” della serie delusi della scelta di semplificare eccessivamente l’esperienza.
Battlefield si è sempre contraddistinto per il “realismo” delle situazioni proposte e per una curva di apprendimento molto alta. Proprio in questo aspetto il gioco è completamente diverso da suo rivale Call Of Duty: Black Ops 4. Dice ha deciso di ritornare sui propri passi, e di introdurre nuovamente il “time to kill” iniziale accontentando gli “hardcore gamers” che li hanno sempre preferiti alla concorrenza.
Una scelta che farà discutere ma che non ci sentiamo di criticare, essendo in linea con lo stile e soprattutto con la componente strategica del titolo. Nel salutarvi vi ricordiamo che Battlefield V è disponibile su PlayStation 4, PC e Xbox One.