Il fascino della zona contaminata
Il disastro di Chernobyl, avvenuto il 26 aprile del 1986, è una delle maggiori tragedie del nostro tempo, i cui effetti si possono osservare ancora oggi. In ambito videoludico tuttavia, la zona contaminata ha esercitato a lungo un grande fascino sia nei giocatori che negli sviluppatori, in quanto foriera di possibilità sia narrative che di sfida vera e propria. Quale luogo migliore in cui ambientare un survival FPS? Uno degli esempi maggiori e più noti è senz’altro S.T.A.L.K.E.R., ma recentemente il tema è stato affrontato da The Farm 51 con Chernobylite che, dopo diverso tempo trascorso in Accesso Anticipato su Steam, è ora disponibile nella sua versione finale anche su Epic Games Store e GOG. Ho avuto la possibilità di testare questa build finale del titolo e sono qui per parlarvene, dopo esserne stata piacevolmente sorpresa in diversi elementi.
Chernobylite è un FPS con elementi survival e horror, condito da una più che accennata componente ruolistica piuttosto ben gestita e una buona dose di fantascienza. Il protagonista Igor è alla disperata ricerca, ormai da più di 30 anni, della fidanzata Tatyana scomparsa proprio dopo l’esplosione del reattore 4 della centrale di Chernobyl. Si ritrova quindi a Pripyat nella speranza di trovare informazioni preziose che lo conducano alla verità.
Il titolo di The Farm 51 propone diversi elementi dai generi sopracitati. Innanzitutto ci troviamo davanti ad uno shooter in prima persona, che permette approcci diversi al confronto con i nemici, dallo stealth vero e proprio all’assalto frontale (solitamente non consigliato). A questo uniamo l’esplorazione delle mappe aperte e la conseguente raccolta di fondamentali risorse per la sopravvivenza, la gestione della base e soprattutto le scelte “di ruolo”. In questo senso, il progetto risulta notevolmente ambizioso: nonostante però la sua natura indie, Chernobylite riesce in buona parte a mantenere le promesse, seppur con i propri limiti.
Igor ha a disposizione una base vera e propria, in cui potrà costruire potenziamenti, banchi da lavoro ma anche arredamenti per migliorare sicurezza e comodità. Questo perché sarà possibile reclutare più compagni nel corso della storia, ognuno dei quali manifesterà le proprie esigenze, tra protezione dalle radiazioni, comodità e pulizia dell’aria: bisognerà porvi molta attenzione, poiché altrimenti potrebbero risentirne la psiche e l’umore e quindi le prestazioni. La base è il punto di partenza di tutte le missioni, primarie e secondarie, che condurranno il protagonista in diverse zone di Pripyat e dintorni, che potranno essere visitate più volte. Anche gli alleati potranno essere impiegati in missioni di rifornimento autonome, ma sarà importante fornire loro un buon equipaggiamento per facilitarne il successo. Sarà importante anche la distribuzione giornaliera di cibo, oltre che il controllo attento di medicinali e munizioni. La costruzione dei diversi macchinari, che naturalmente richiederà diverse risorse, permette di sbloccare mano a mano sempre più equipaggiamenti: sappiate però che ci troviamo davvero in una zona carente di risorse, quindi anche questi ultimi non saranno così ampi e vari. La cosa potrebbe far dispiacere alcuni amanti degli FPS, ma si tratta in realtà di una scelta piuttosto decisa degli sviluppatori in relazione al rendere ancora più evidente la natura della zona contaminata.
Non è semplice muoversi nell’area intorno a Chernobyl tra soldati nemici e creature orribili nate dalla contaminazione da radiazioni, ma voglio sottolineare quanto la componente horror del titolo sia onestamente molto minore di quanto mi aspettassi. Sono presenti sì alcuni piccoli jumpscare e sezioni piuttosto “tese”, ma mano a mano che si avanza questo elemento pare andare in secondo piano. Perché ho dichiarato in partenza che l’assalto frontale contro i nemici è poco consigliato? In primis per la non elevata disponibilità di risorse, ma in secondo luogo anche perché oltre ai classici HP, è presente anche l’indicatore della psiche del personaggio che, ogni volta che uccideremo qualcuno, tenderà a scendere sempre di più (esistono naturalmente medicinali o palliativi che è possibile craftare per migliorare la propria condizione psichica).
Il gioco parte un pochino compassato e inizialmente potreste sentirvi un po’ abbandonati e soli, tuttavia se proseguirete incontrerete sempre più NPC, ognuno con le sue peculiarità e il suo particolare carattere: questi ultimi potranno approvare o disapprovare le vostre scelte e addirittura arrivare ad abbandonare il gruppo se giungeranno al limite. In questo senso si introduce quindi l’elemento ruolistico presente in Chernobylite, che va ben oltre allo sviluppo delle “abilità” del personaggio (che possono essere apprese tramite addestramento proprio dagli alleati presenti nel rifugio). Nel gioco di The Farm 51 vi troverete molto spesso davanti a bivi e decisioni difficili e il titolo, mano a mano che si prosegue, rende molto evidente le pesanti ed effettive conseguenze che ognuna di esse potrà avere (fino alla presenza di più finali). Non desidero aggiungere altro per non spoilerare alcune interessanti sorprese che l’esperienza di gioco potrà regalarvi, ma si tratta di uno degli elementi che più mi ha sorpreso. Non voglio andare nemmeno nello specifico dell’analisi dell’elemento che dà effettivamente il titolo al gioco, ossia proprio la Chernobylite: sappiate semplicemente che si tratta di un materiale (naturalmente non esistente nella realtà) formatosi proprio grazie alle radiazioni nella zona contaminata e con caratteristiche piuttosto peculiari che saprete scoprire.
Gli effettivi limiti della produzione si possono notare nel comparto tecnico, che mostra alcuni evidenti difetti: a partire dalle animazioni per nulla impeccabili, fino a texture piuttosto trascurabili e diverse compenetrazioni e “muri invisibili”. Tuttavia ci tengo anche a sottolineare che non ho trovato, in tutto il mio playthrough, nessun tipo di bug veramente importante. Nonostante poi i risultati non eccelsi in questo ambito, voglio invece dare la lode che merita al lavoro di ricostruzione ambientale che è stato realizzato: sembra davvero di trovarsi in quei luogo e l’attenzione per i dettagli è evidente, nonostante tutto. Gli sviluppatori hanno passato diverso tempo proprio nella zona intorno a Chernobyl, per effettuare accurate rilevazioni 3D e per respirare a pieno l’atmosfera della zona ancora disabitata e desolata. Anche l’intelligenza artificiale dei nemici non è propriamente impeccabile e questo si traduce in un livello di sfida abbastanza limitato anche alle difficoltà più elevate. Si può notare però che proseguendo nella storia incontreremo sempre più nemici e sarà sempre più difficile muoversi nelle mappe.
Il gioco è doppiato sia in russo che in inglese, proponendo una buona traduzione in italiano. La soundtrack accompagna bene i diversi momenti dell’avventura, riuscendo a comporre la classica atmosfera da survival, insieme ad alcuni momenti di tensione vera e propria. Chernobylite può essere completato in una ventina di ore, ma essendo come detto presenti diverse scelte e più finali, la voglia di ritornare nella zona contaminata non vi mancherà.
In conclusione, Chernobylite è un progetto molto ambizioso, che in buona parte riesce però a mantenere le promesse, mostrando nel contempo il fianco con i propri limiti soprattutto tecnici. Gli amanti del genere, soprattutto chi sta attendendo con ansia S.T.A.L.K.E.R. 2, troveranno pane per i loro denti.
Chernobylite è disponibile su PC (via Steam, Epic Games Store e GOG) ed è in arrivo su console PS4 e Xbox One (e in retrocompatibilità su PS5 e Series X/S) il 7 settembre prossimo.