Dopo che il nostro Marco vi ha raccontato della versione PC di Close to the Sun, sviluppato dagli italiani Storm in a Teacup, è arrivato il momento di parlarvi della versione console, uscita ufficialmente da una decina di giorni.
Nel mondo videoludico, le storie che riguardano scienza, utopie e esperimenti con risultati catastrofici sono decisamente comuni, e Bioshock è l’esempio sicuramente più lampante. Ovviamente a livello di gameplay ci sono delle notevoli differenze, dato che si tratta in breve di un’ avventura in prima persona a tinte horror e con qualche enigma, ma lo stile ricorda molto i titoli di Kevin Levine.
Prima di tutto, è giusto parlarvi della trama del titolo. Nella versione alternativa del mondo in cui è ambientata l’opera italiana, Nikola Tesla e le sue invenzioni stanno sfidando e cambiando il mondo. I suoi lavori sulle onde radio, raggi mortali, torri che trasmettono elettricità, raggi x e i suoi sogni di energia infinita sono stati realizzati concretamente. In questa versione alternativa della fine del 1800 si è venuta anche a creare una importante rivalità con Thomas Edison che ha portato Tesla a continuare i suoi lavori su una nave di sua ideazione, riunendo inoltre sotto lo stesso “tetto” i maggiori scienziati dell’epoca.
Praticamente l’intera avventura si svolge sulla Helios, la nave sopracitata. Interpreterete il ruolo di Rose, una giornalista che sale a bordo dell’imbarcazione dopo una criptica richiesta di sua sorella, una scienziata che sta lavorando per Tesla. Dopo pochissimi istanti dal suo arrivo, si percepisce subito che qualcosa non quadra: ci sono pochissimi segni di attività recente, e sembra che sia in atto una qualche sorta di quarantena. Per la maggior parte della storia sarete da soli, a parte qualche comunicazione con vostra sorella grazie ad uno speciale auricolare. La tensione e la paura vi seguiranno per tutta la durata dell’avventura di gioco.
Non vi dirò altro sulla trama: sappiate solamente che si tratta di una storia interessante anche se non troppo originale, e la parte dello spionaggio di Edison è tranquillamente accantonata a favore di una minaccia più imminente. Questo non vuol dire comunque che non ci siano sorprese in serbo per il giocatore.
Come per gran parte degli altri esponenti videoludici di questa tipologia, l’interattività è limitata. Vi muoverete lungo un percorso abbastanza lineare: si tratta di un’esperienza guidata con poca necessità di esplorazione, a parte qualche oggetto collezionabile da trovare in ogni capitolo che amplia il background della storia.
A parte questo, avrete anche alcuni puzzle da risolvere. Sono di natura semplice, ma almeno offrono l’opportunità di variare l’offerta del gameplay. Le soluzioni si trovano spesso nelle vicinanze e non presentano grossi ostacoli. Un’altra variazione alla formula di gioco viene fornita dagli inseguimenti: quando Close to the Sun vorrà iniettare un vero senso di pericolo nel giocatore, lo farà correre a più non posso, dato che non avrà armi con cui difendersi. Come nel resto del gioco, questi momenti sono lineari, e specialmente nelle ultime fasi c’è davvero poco margine di errore. Questo può essere frustrante, e tende ad evidenziare alcune problematiche nel sistema dei controlli. In alcuni frangenti vi capiterà di faticare davvero ad attivare un interruttore mentre starete correndo. Non si tratta di un problema insormontabile, ma ha davvero reso frustante la mia progressione nelle sezioni finali del titolo.
Anche le animazioni sono abbastanza legnose e poco fluide. Ce ne sono alcune legate all’ambiente, come lo scavalcare un ostacolo o passare da un passaggio ristretto. In momenti concitati, inoltre, i comandi per fare eseguire un’azione a Rose a volte non appaiono rapidamente ed in un punto preciso, non un centimetro più in la’.
Gli sviluppatori hanno sicuramente riposto molta attenzione nella creazione della Helios, vera coprotagonista del gioco. Metterete piede in alcuni luoghi molto spaziosi e di notevole impatto, ma solo quando non sarete rinchiusi in piccoli vicoli, pieni di tubi metallici e valvole. Storm in a Teacup è riuscito a caratterizzare bene la mastodontica creazione di Nikola Tesla e a diversificare le varie sezioni, dagli alloggi più “spartani” dell’equipaggio fino alle sale di immensurabile bellezza ed eleganza. Tecnicamente, devo dire che Close to the Sun migliora con l’avanzare dei livelli. Confrontandomi con il redattore che si è occupato della recensione della versione PC, devo dire che il porting su console (io ho provato la versione Xbox One su Xbox One S) non ha la nitidezza del titolo su PC, con le prime aree di gioco che sembrano sfocate quando viste da una certa distanza. Non si tratta di un problema di definizione e di texture, perché da vicino gli oggetti sono definiti. Gli ambienti scuri ed i colori molto saturi in certi frangenti non aiutano di certo, ma le cose migliorano man mano che si approfondisce la nave e, alla fine, il gioco appare nitido e abbastanza fluido. Le ombre e gli effetti particellari, soprattutto quelli che riguardano l’elettricità, sono davvero notevoli e realistici. La colonna sonora ambientale fa un ottimo lavoro nel trasmettere un’atmosfera di solitudine e tensione.
Il titolo è composto da dieci brevi capitoli, alcuni dei quali durano dieci o quindici minuti, per una longevità complessiva di circa 6-8 ore. Close to the Sun ha un ritmo di gioco molto vario: si passa da momenti compassati e calmi a sezioni, soprattutto verso la fine, in cui la storia avanzerà senza freni. Non riesce a costruire un climax memorabile ed una conclusione esaustiva, i personaggi vengono introdotti e rapidamente messi da parte, le varie trame vengono tranquillamente accantonate per diversi motivi e non ci sono molte possibilità di rimuginare sugli eventi appena vissuti. Passa da una crisi alla successiva, e porta a una conclusione che lascia fin troppo spazio per un sequel.
Close to the Sun è un titolo davvero interessante, con una trama non troppo originale ma che riesce a toccare le corde giuste e a creare tensione nel giocatore. Tra le pecche del lavoro di Storm in a Teacup, per questa versione console, ci sono le sequenze di inseguimento frustranti ed un comparto tecnico, soprattutto nei primi livelli, migliorabile (magari anche solo con una patch). Nonostante ciò, si tratta di un’opera italiana che consiglio a chiunque sia in cerca di un videogame horror con una bella ambientazione e trama.