Oggi il genere horror non gode della stessa attenzione che aveva in passato, eppure ancora sa entusiasmare: basti pensare, per dirne uno, al remake di Resident Evil 2. Certamente la lista delle buone idee non finisce qui, ma allo stesso tempo esiste un forte rischio che prodotti appartenenti a tale genere siano fin troppo simili tra loro. Molti videogiochi presentano un uso eccessivo dei jumpscare, gli stessi temi, le solite ambientazioni e premesse.
Fortunatamente non è il caso di Close to the Sun, avventura horror sviluppata da un team italiano, Storm in a Teacup. Un’avventura ambiziosa che si ispira per la sua direzione artistica alla serie di Bioshock, mescolando elementi horror ad un’ambientazione fantascientifica. Quest’ultima presenta delle invenzioni al limite tra il rivoluzionario e il terrificante. Da una parte create per condurre l’umanità verso un futuro migliore ma dall’altra destinate, forse inevitabilmente, a essere fin troppo pericolose. Andiamo a scoprirle nel dettaglio.
Incipit
L’impatto iniziale è sicuramente positivo: il giocatore è catapultato in un diciannovesimo secolo alternativo, caratterizzato da un forte sviluppo tecnologico. Più precisamente, siamo in un 1890 parallelo, dove Nicola Tesla è l’uomo più ricco e influente della Terra. Lo strambo inventore si è reso protagonista di una serie di invenzioni controverse, che hanno catapultato sull’onda del successo lui e la sua società Wardenclyffe.
Ovviamente gli iconici studi sull’energia pulita e sui metodi per generarla senza fili e in maniera del tutto gratuita hanno contribuito al suo successo, ma il nostro scienziato non si è fermato qui. Allo scopo di creare un mondo migliore, ha reclutato gli scienziati più brillanti di tutto il mondo a bordo di una nave, la Helios, dotata di ogni tecnologia e comfort. Tuttavia, non tutto andrà per il meglio e toccherà a Rose dover risolvere la situazione. Infatti la giornalista di successo, alla ricerca della sorella – anch’essa dipendente della Helios – finirà in un’avventura più grande di lei.
Ad ogni modo, seppure ambientazioni, visuale di gioco e alcuni spunti di trama di Close to the Sun rimandino alla serie di Bioshock, questo si differenzia per il suo gameplay. In particolare la protagonista, Rose Archer, non è e non sarà una combattente nei dieci capitoli che compongono l’avventura. Differentemente, ci troveremo ad affrontare piccoli enigmi, l’esplorazione dell’ignoto e improvvise comparse di alcuni nemici, che dovremo “affrontare” attraverso la fuga. Insomma, il videogioco si presenta come un’avventura in prima persona in salsa horror, caratterizzata da jump scare e una forte linearità di fondo.
Nel mezzo del cammin della mia avventura…
Una volta giunti sulla nave, per le 6-8 ore necessarie a completare l’avventura ci ritroveremo a vagare in mezzo alle ambientazioni di gioco. L’esplorazione di quest’ultime, oltre a consentirci di proseguire nella storia, offre la possibilità di raccogliere informazioni sul mondo di gioco sotto forma di collezionabili o oggetti con cui si può interagire.
Grazie ad escamotage di questo tipo emergono molti dettagli sul mondo circostante e su un passato in parte reale e in parte inventato, formato di incidenti diplomatici, rapimenti e una guerra di spionaggio tra Nikola Tesla ed Thomas Edison. Proprio la costruzione di questa realtà immaginaria è uno degli elementi più convincenti. Infatti in questa operazione lo studio di sviluppo ha riversato una forte attenzione per i dettagli, donando una maggiore profondità all’ambientazione già comunque convincente.
Tuttavia, la natura di piccola produzione del titolo si fa sentire soprattutto in alcune sezioni della nave, visibilmente meno curate di altre, nella facilità quasi eccessiva degli enigmi e nella rigidità della protagonista nei suoi movimenti. Ciò è visibile in modo particolare quando si tenta di superare degli ostacoli. Infatti in queste occasioni viene richiesto di ricercare con precisione un po’ eccessiva l’esatto punto in cui premere il tasto per attivare l’animazione. Insomma, una caratteristica non molto comoda nella foga dei vari inseguimenti proposti dal gioco.
Di contro, tralasciando il fatto che alcuni ambienti risultino un po’ vuoti, anche se per questo contestualizzati, il videogioco rivela un buon utilizzo dell’Unreal Engine 4, donandosi un estetica mozzafiato. Infine, il tutto è condito da un ottimo doppiaggio in italiano e da una colonna sonora abbastanza efficace.
Tempus fugit
È abbastanza inutile sottolineare come l’elemento del tempo ricopra una posizione primaria sia nella parte più ludica che nella trama. Il legame tra gameplay e tempo consiste nella capacità degli sviluppatori di scandire la presenza degli elementi dell’avventura all’interno delle sezioni con un buon tempismo.
Diversamente per quanto riguarda la trama, il tempo è sicuramente centrale. Nello specifico sarà possibile incontrare durante il nostro cammino il materializzarsi di alcune visioni, che possiedono una duplice funzione: in primis fungono da espediente narrativo, poiché guidano il giocatore e gli forniscono delle informazioni sugli eventi e sulla nave. La seconda funzione invece si concretizza nell’andare a riempire alcuni piccoli vuoti scenografici, già citati, andando a catalizzare l’attenzione del giocatore.
Ad ogni modo, l’uso del tempo non risulta completamente sviscerato, sia narrativamente che ludicamente. Infatti l’alterazione del tempo e le conseguenze che ne nascono, seppure risultino la tematica centrale e il motore narrativo, non sono state completamente sviluppate, lasciando a metà alcuni punti della trama. Analogamente anche dal punto di vista delle meccaniche del gioco, si poteva sfruttare in miglior modo l’elemento del tempo, offrendo una maggiore varietà ad un’esperienza piuttosto lineare, destinata a concludersi con un sola partita.
In conclusione
In conclusione Close to the Sun sfrutta con discreta abilità il suo background, soprattutto estetico, e alcuni escamotage per superare i limiti dettati dalle dimensioni del team. Allo stesso tempo però mostra il fianco a delle criticità ben visibili. In primis una trama non sviluppata nel suo massimo e una facilità degli enigmi eccessiva. Insomma si tratta di un videogioco che, nonostante i suoi difetti, rappresenta una prova più che convincente del piccolo studio tricolore. Il tutto, arrivato in esclusiva sul fronte PC sull’Epic Games Store, è destinato a giungere in un prossimo futuro anche su PS4 e Xbox One. Gli darete una possibilità?