Cloudpunk, il nuovo Sci-Fi cyberpunk
Da tanti anni, il genere cyberpunk è uno dei preferiti in assoluto dai lettori di romanzi e dagli appassionati di cinema. Su tutti, i due film di Blade Runner lo hanno consacrato come uno di quelli che più appassiona il pubblico. Cloudpunk si presenta con la stessa ambientazione cyberpunk dei film, con la protagonista che svolge il lavoro di corriere (come Sam Porter in Death Stranding), con alcuni loschi personaggi che sembrano essere evasi dal carcere di GTA, e con altri personaggi e tematiche che ricordano Detroit Become Human. Un mix interessante e con tanta carne al fuoco, in cui la sfida per ION Lands sta nel riuscire ad amargamare il tutto per offrire un prodotto senza troppe scopiazzature da titoli in commercio.

Sono Rania, il corriere
La nostra protagonista si chiama Rania, ed è nuova del mestiere di corriere. Lavora per conto della società Cloudpunk (da qui il titolo del gioco) e svolge i suoi incarichi a bordo di una Hova, una tecnologica auto volante fornita dalla società stessa in cui è integrato Camus, un Automata dalle sembianze di un cane, che ricorda molto il mitico K.I.T.T. di Knight Rider (Supercar in Italia). Camus è molto intelligente e grande amico di Rania, con la quale intraprende varie conversazioni durante i viaggi della ragazza. La Cloudpunk, il cui portavoce è un Automata dalle sembianze di un uomo anziano che si fa chiamare Controllo, contatta ogni volta Rania tramite un comunicatore e le assegna l’incarico da svolgere. All’inizio si tratta di consegnare pacchi ai destinatari o ritirarli in sede centrale e portarli da un’altra parte. Ma proseguendo nel gioco, Rania inizia a fare anche un servizio taxi per aiutare persone in difficoltà e, cuore focale della trama, in più occasioni sarà costretta a prendere decisioni importanti per il futuro di Nivalis (la città in cui si svolgono gli eventi) col rischio di essere licenziata o finire nei guai a causa di persone senza scrupoli.
All’inizio dobbiamo prendere confidenza con la guida della nostra Hova che, benchè possa sembrare una passeggiata, nasconde varie insidie. In primis, le numerose auto volanti che popolano le strade. Sì, perchè Cloudpunk è ambientato in una città vastissima, piena di strade attraverso le quali possiamo viaggiare più velocemente per raggiungere ogni nostra destinazione. Le strade sono delimitate da pareti semivisibili, che possiamo attraversare per uscire dalla strada e raggiungere la nostra meta, spesso situata nei punti più alti di qualche complesso residenziale. Ogni destinazione è contrassegnata sulla minimappa da un’icona e dalla distanza d’arrivo, utile per capire quando sia il caso di uscire dalla strada per volare in mezzo ai grattacieli e raggiungere il parcheggio più vicino alla nostra meta.
La Hova è facilmente guidabile e permette di andare dritti, lentamente in retromarcia, alzarsi ed abbassarsi, il tutto – nella versione PC da noi provata – grazie ad una configurazione sulla tastiera abbastanza comoda, in cui abbiamo i pulsanti di movimento sia a sinistra (W, S, A e D) sia nelle frecce direzionali, oltre a due pulsanti configurabili per alzarci ed abbassarci in volo. Si può accelerare in modo moderato fino a raggiungere una velocità costante, che rende i viaggi più sicuri e ci permette di leggere in tutta tranquillità i tantissimi dialoghi tra Rania ed altri personaggi durante la maggior parte di un tragitto. Dobbiamo guidare con prudenza per evitare le tante auto volanti che ci vengono addosso, pena di prendere danni all’auto. Dopo un certo numero di danni, l’Hova inizia a perdere fumo e ci viene detto di farla riparare: in tal caso possiamo accostare e parcheggiare in uno dei tanti garage contrassegnati da un’icona gialla, pagare per riparare i danni ed eventualmente acquistare qualche gadget per puro sfizio personale. L’altra cosa a cui fare attenzione, seppur con una frequenza molto bassa, è il carburante; a destra c’è una barra azzurra che ne indica la quantità, e nel caso scenda sotto la metà conviene correre ai ripari e raggiungere la più vicina stazione di rifornimento indicata dal cartello Gas, ognuna delle quali ha un prezzo al litro diverso dalle altre.
Una volta giunti nei pressi della nostra destinazione, dobbiamo cercare il parcheggio più vicino contrassegnato nella minimappa da una P di colore blu. Quando lo troviamo, dobbiamo appianarvi con calma e premere il tasto E per attivare la procedura automatica di parcheggio del veicolo, cercando di evitare urti inutili. Ci ritroviamo così a piedi, controllando i movimenti di Rania. Possiamo correre in ogni direzione, sfruttare ponti ed infrastrutture per passare da un edificio ad un altro, salire su ascensori e piattaforme mobili gestite da un controllore (che ogni tanto borbotta per il lavoro ripetitivo), raggiungendo a piedi la nostra destinazione, parlare con un NPC per effettuare la consegna, raccogliere un pacco da consegnare, o talvolta solo per fare una pausa caffè.
Ben presto scopriremo che fare il corriere per la Cloudpunk non è per niente facile, complici macchinazioni che alcuni personaggi sembrano tramare alle nostre spalle, lasciandoli trasparire o dicendoli apertamente nelle comunicazioni con Rania. Questo ci porterà a dover fare alcune scelte importanti, ad esempio scegliere se consegnare un pacco dal quale proviene un forte ticchettìo o buttarlo via; nel secondo caso non rispetteremmo gli ordini di consegna, ricevendo un severo ammonimento da parte di Cloudpunk. In altri casi incontriamo dei tipi piuttosto sospetti, sia nell’aspetto che nei modi di fare (alcuni ricordano qualche brutto ceffo incontrato per le strade di GTA V), dai quali sarà sempre meglio guardarsi le spalle.
Nivalis, città immensa e condannata
ION Lands ha fatto un lavoro incredibile, creando sopra le nuvole una delle città più grandi mai viste in un videogame. Nivalis è grandissima, ed è suddivisa in diverse zone accessibili attraverso un tunnel che, una volta raggiunto, mostra una breve animazione di ingresso del nostro veicolo, per poi mostrare l’uscita nella nuova zona da noi raggiunta e riprendere i comandi dell’Hova. Il sistema stradale è incredibilmente grande e radicato nella maggior parte delle zone della città, ma non può portarci ovunque a causa dei numerosi edifici costruiti attorno. Spesso saremo costretti a deviare dalla strada, prendendo alcune strade secondarie (indicate nella minimappa ma non visibili nel gioco) per raggiungere più in fretta la destinazione. L’atmosfera offerta da Nivalis è qualcosa di incredibile, senz’altro una delle migliori mai viste in un gioco a tema cyberpunk. Tenendo conto del giusto compromesso nel riempire di texture semplici gli edifici senza importanza, la struttura della città e i tanti NPC che la popolano danno un senso di realismo molto alto. I personaggi del gioco, compresa la stessa Rania, sono realizzati in uno stile simile a quello di Minecraft, con corpo e viso “a quadrettoni”, seppur molto più definiti. Scelta di design votata a favorirne le animazioni, realistiche e molto fluide, con movimenti di braccia e gambe fatti molto bene.
Gli edifici sono migliaia, in gran parte grattacieli. Per ovvi motivi di tempi di produzione, e per agevolare la fluidità del gioco senza inutili cali di framerate, la maggior parte di questi possiede un’unica texture su ogni facciata con semplici rettangoli colorati per balconi e finestre. Ce ne sono tanti altri, soprattutto quelli in cui dobbiamo atterrare per svolgere qualche missione, costruiti molto bene con parcheggi, negozi, piante, lunghi passaggi di collegamento tra due edifici, tantissime insegne al neon in puro stile cyberpunk, e soprattutto NPC. Nivalis è una città molto viva e piena di persone che camminano avanti e indietro, altre ferme ad aspettare qualcuno, e così via. Accanto ad alcuni compare il nome scritto in bianco, ad indicare che con queste persone possiamo interagire. Potrebbero essere le persone con cui parlare per portare avanti la missione o consegnare il pacco che aspettano, ricevere una loro richiesta di aiuto o di portarle da un’altra parte della città, qualcuno che ci vende oggetti a volte utili ed altre no, e addirittura spacciatori da cui comprare qualcosa da consegnare ad un buttafuori per farci entrare nel night club in cui lavora.
In tutto questo, la trama. Senza fare spoiler compromettenti, possiamo dire che avremo a che fare con tantissimi personaggi, tra umani e Automata. Come già detto, dopo le semplici iniziali consegne di pacchi, il gioco ci porta ad aiutare persone in difficoltà, spesso su richiesta di Cloudpunk ma non sempre. Questo è uno dei tanti punti a favore del gioco: vengono narrate le storie di persone, poco importa che si tratti di umani o androidi, che hanno i loro problemi di salute, di famiglia, di lavoro o altro, e che si rivolgono a Rania per chiedere aiuto o semplicemente per avere notizie dei loro cari. Rania si dimostra sempre all’altezza della situazione, essendo una ragazza intelligente e davvero molto sveglia, gentile e disponibile ma anche decisa e poco propensa a dar retta ai chiacchieroni perditempo. Dopo qualche ora di gioco, avremo a che fare con un’IA di nome Cora (da cui dipende il futuro della città) e con un virus che potrebbe infettare tutti, qualcosa che purtroppo ci riguarda seriamente da vicino nella realtà di questo periodo. Cora si rivolgerà proprio a Rania, e sarà quest’ultima a prendere una decisione importante per il futuro della città. Scelta che apre le porte ad un possibile sequel, chiaramente.
Abbiamo parlato della realizzazione tecnica della città, ma musiche e doppiaggio meritano un commento a parte. Fatta premessa che il gioco è doppiato in Inglese con sottotitoli in Italiano, il doppiaggio è davvero qualcosa di fantastico: avremo centinaia di dialoghi con tantissimi personaggi, ciascuno dei quali con un carattere ed uno stato d’animo diversi, e vogliamo elogiare il lavoro svolto dai doppiatori che sono riusciti a dare una certa enfasi a ciascuno di loro, trasmettendo al giocatore quel senso di entusiasmo, dubbi, paura, tristezza e rassegnazione che potremmo trovare in ciascuno di loro. Ci è sembrato davvero di guardare un film, con momenti di ansia nel temere che Rania potesse finire nei guai mischiati ad altri in cui qualche personaggio sa che la fine è vicina e cerca di confortare la ragazza. Non esiste il problema del sincronismo del labbiale, poichè il volto di ogni personaggio (visibile in basso a sinistra) appare statico ma con numerose interferenze radio nell’immagine, che danno quasi il senso di movimento delle labbra. Una scelta che facilita la vita ai programmatori e che, al tempo stesso, sposa perfettamente le tematiche cyberpunk del titolo. Al doppiaggio si affianca una colonna sonora davvero ispirata che, assieme alle tematiche stile Blade Runner e alla trama apocalittica, rappresentano uno dei punti più alti del gioco. Ce ne sono davvero tante, tutte perfettamente in linea con l’atmosfera del gioco. Alcune di queste sono più ritmate per sottolineare alcune fasi del gioco più concitate, ad esempio quando dobbiamo raggiungere in fretta una destinazione. Vi consigliamo di giocarci alzando un bel po’ il volume, e di conseguenza l’asticella del realismo.
Cloudpunk ci ha tenuti impegnati per diverse ore, con tanti personaggi interessanti ed una trama che si sviluppa pian piano fino ai momenti clou del finale, che lascia aperta ogni possibilità ad un sequel. Si tratta di un’opera incredibilmente vasta e dettagliata, nella quale trovare difetti è possibile se si va a cercare l’ago nel pagliaio, oppure se si sperava in un’avventura piena di action, sparatorie e combattimenti. Cloudpunk non è niente di tutto questo. Alcuni piccoli difetti possono essere trovati nella modellazione dei personaggi che, come già detto, somigliano a quelli di Minecraft ma avrebbero potuto essere realizzati in modo più vicino alla realtà. E sempre per cercare il pelo nell’uovo, le texture semplici ed in bassa risoluzione di tanti edifici riempitivi, nuvole comprese. Un parere soggettivo è che tali scelte non solo siano state d’obbligo per evitare rallentamenti non giustificati, ma addirittura che siano voluti per abbinare un certo design all’atmosfera cyberpunk del gioco stesso. Un quesito al quale non sappiamo rispondere, ma va bene così. Ve lo diciamo chiaramente: se avete amato Blade Runner, se amate il cyberpunk e volete godervi qualche ora di avventura story-driven, Cloudpunk è da avere assolutamente. Voto troppo alto? Nient’affatto, è ampiamente meritato: giocateci fino alla fine e capirete perchè.