Eccoci: siamo di fronte alla nuova esclusiva Microsoft (Xbox One e PC) Crackdown 3. Analizziamo il terzo capitolo di questa saga, nata su Xbox 360 nel 2007 e proseguita sulla stessa console con Crackdown 2 nel 2010.
Crackdown 3 è una produzione edita dai Microsoft Game Studios (ora Xbox Game Studios) e sviluppata da diversi studi satellite: Sumo Digital, Reagent Games, Cloudgine, Certain Affinity e Ruffian Games. Il titolo viene definito come uno sparatutto in terza persona con derivazione fortemente open world.
Andiamo quindi insieme ad analizzare tutti gli aspetti di questo titolo che va a rimpolpare la, oltremodo scarsa numericamente parlando, lineup di Microsoft a livello di esclusive per le proprie piattaforme.
Trama
In Crackdown 3 la trama ha davvero un ruolo marginale. Il gioco inizia con il Capitano Jaxon (Terry Crews) che arringa il suo nutrito team di Agenti e li carica per una battaglia imminente. Poco prima dell’atterraggio però un’onda d’urto colpisce la navicella distruggendo tutto il team, compreso lo stesso Jaxon. Al suo risveglio, un po’ come nel film Source Code (Duncan Jones, 2011), egli scopre di essere tenuto in vita in una “vasca criogenica” e grazie ad un clone, creato a partire dal suo DNA, cercherà in tutti i modi di vendicarsi di ciò che è successo a lui e a tutto il suo team di Agenti. Ma chi c’è dietro all’attacco subito dai membri dell’Agenzia? L’organizzazione TerraNova e la sua temibilissima dominatrice Elizabeth Niemand. Lei è solo il despota di questa organizzazione “criminale”, ma dovremo partire dai pesci più piccoli per poterci potenziare e quindi riuscire ad affrontarla e sconfiggerla. Ogni membro dell’organizzazione TerraNova si occupa di un settore che permette il dominio sulla città: Reza Khan controlla le miniere di gas tossici per la produzione di Chimera, l’arma definitiva; R.O.X.Y. è il robot che si occupa della monorotaia; Vargas la mente diabolica dietro allo smaltimento dei rifiuti tossici. Non stiamo qui ad elencarli tutti uno per uno, per evitare di dilungarci troppo. In totale sono sette che compongono la piramide del potere di Terranova, al cui vertice siede appunto Niemand. Il tutto però servirà davvero solo ed unicamente come pretesto per allungare il gioco e spingere tutto o quasi sul cuore del gameplay.
Gameplay
Crackdown 3 è considerato un third person shooter con una forte componente open world e soprattutto una enorme arteria pulsante di caos, esplosioni e distruzione. In questo gioco è tutto o quasi centrato sul combattimento, di sicuro è ciò che si può tranquillamente definire il fulcro del gioco. Il scudo e la salute del personaggio, per esempio, non vengono rigenerati da medikit o altro tipo di oggetti da raccogliere, ma ci basterà eliminare nemici per rigenerarci e tornare al massimo. Questa soluzione aumenterà i ritmi di gioco spingendoci a non stare nascosti ma, al contrario, ad incalzare i nemici per recuperare esperienza e vitalità. Parlando di esperienza ci sono cinque abilità che dovremo livellare abbastanza bene per progredire nel gioco : efficacia con le armi, abilità con gli esplosivi, forza nel combattimento corpo a corpo, agilità e abilità di guida. Le prime tre si perfezionano sparando e facendo esplodere nemici, l’agilità si migliora trovando in giro nella mappa dei token verdi e l’abilità nella guida invece aumenta partecipando a delle gare, guidando in maniera “spettacolare” (derapate e guida pericolosa) o effettuando dei salti tipo Stunt di GTA. A pensarci bene però questo ultime attività descritte restano le sole a differenziare un po’ il gameplay di Crackdown 3, che altrimenti si limiterebbe ad una, alla lunga stancante, alternanza di proiettili, esplosivi e pugni in faccia agli avversari.
La struttura generale del gioco si può riassumere davvero in poche righe: l’agente protagonista (si può cambiare in corso d’opera anche se il primo agente sarà sempre il capitano Jaxon) dovrà effettuare un numero prestabilito di missioni della stessa tipologia per fare in modo che il boss di riferimento si faccia vivo. Eliminare i boss ad uno ad uno ci permetterà di indebolire la torre dove risiede Elizabeth Niemand e renderla “meno pericolosa” in vista del nostro attacco al potere finale. C’è da aggiungere anche che l’IA dei nemici non è proprio delle più curate e meglio implementate. I “minions” non sono propriamente intelligenti e o scapperanno a gambe levate o ci attaccheranno senza troppi fronzoli. Unico punto di forza è che usano i loro attacchi migliori in maniera efficace: difficilmente un granatiere vi attaccherà corpo a corpo, ma scapperà e cercherà una posizione consona per attaccarvi . Purtroppo neanche i boss sono stati migliorati a livello di IA, l’unica differenza dai loro tirapiedi sta nella loro forza e nella resistenza, che sono estremamente superiori andando quindi a sbilanciare il livello di difficoltà del gioco.
Il numero di armi è alto e ciascuna comporta un approccio tattico diverso: alcune armi come il lanciarazzi o il lanciagranate sembrano davvero troppo potenti e troppo determinanti negli scontri più difficili, anche perché il numero delle munizioni di queste armi non è molto basso, cosa che permette di “spammare” colpi in ogni dove e fare davvero ingenti danni. Il sistema di puntamento funziona bene sia in mira assistita sia senza. I movimenti sono fluidi e si riescono a compiere trick aerei evasivi abbastanza facilmente e fortunatamente la telecamera riesce a seguire al 99% i vostri movimenti. Il modello di guida è assolutamente non all’altezza di altre produzioni del genere. Dopo averlo provato, l’auto sarà l’ultimo mezzo che vi verrà in mente di utilizzare per spostarvi tra i vari quartieri della città. Oltretutto non c’è un GPS che indica la strada migliore per arrivare al punto selezionato, altro fattore che davvero vi terrà sicuramente lontani dalle autovetture il più possibile.
Riassumendo il gameplay è si valido a livello di gun fight e manovre acrobatiche, ma davvero povero a livello di profondità. È davvero facile stancarsi se non si è davvero amanti di questo tipo di produzioni.
Comparto Tecnico
Proprio non ci siamo. Graficamente da Crackdown 3 ci si aspettava molto di più. Dopo molti anni di sviluppo e il passaggio alla nuova generazione, con anche le potenzialità di Xbox One X a disposizione, gli sviluppatori hanno deciso di nasconderci il potenziale di questo titolo dietro ad una grafica in Cell Shading che strizza davvero troppo l’occhio ad una grafica di livello Xbox 360 rispetto a quella di una normalissima Xbox One. FPS ballerini, texture non ben rifinite e animazioni a volte quasi surreali, questi sono solo i difetti più lampanti che saltano agli occhi di chi prova Crackdown 3. L’audio ha due facce ben distinte: da una parte troviamo una colonna sonora che è semplicemente la versione mashup & remix delle colonne sonore dei due capitoli precedenti, non di certo quindi un lavoro trascendentale; invece sugli effetti sonori il livello è abbastanza alto, in quanto armi, esplosioni e tutto il comparto di effetti ad essi associato fa davvero una buona impressione. Per un’esclusiva Microsoft così attesa ci si aspettava davvero molto di più in tutto il comparto tecnico a 360°.
Multiplayer
Crackdown 3 non è sicuramente il gioco che punta sul multiplayer come cavallo di battaglia, però in questo momento il titolo offre due modalità in cui cimentarsi nel PvP. In Cacciatori di Agenti bisognerà raccogliere il distintivo lasciato cadere da un avversario ucciso entro circa 10 secondi dalla sua morte: se non si riuscirà a recuperarlo in tempo non si riuscirà a fare il punto per la propria squadra. Vincerà la squadra che otterrà per prima 25 punti.
In Territori invece bisognerà conquistare e difendere zone della mappa. Rimanendo all’interno di queste zone si conquisteranno punti. Di prima battuta avremo a disposizione solo 2 zone che daranno un massimo di 50 punti ciascuna. Esaurite le prime ne compariranno, seguendo questo schema, una coppia alla volta fino a quando una delle 2 squadre non raggiunge 250 punti.
C’è da segnalare che le mappe del multiplayer non c’entrano nulla con quelle della campagna single player e sono anche di pregevole fattura, andando a risollevare un po’ le pecche tecniche della campagna.
Non si può dire, invece, che i server funzionino alla perfezione. Il matchmaking è estremamente lento e spesso molto sbilanciato… Bisogna anche dire che i server non sono molto affollati.
Conclusione
Crackdown 3 era molto atteso in quanto terzo di una saga di esclusive Microsoft e il pubblico sperava di poter giocare ad una vera evoluzione e ad un masterpiece in esclusiva. Invece la poca profondità del gameplay, la pochezza della trama e le grandi lacune tecniche di questo titolo lo mettono di diritto nella, ormai lunga, lista delle esclusive Microsoft non proprio ben riuscite. Sicuramente lo apprezzerete se vi piace il caos e la distruzione fine a se stessa e soprattutto se sarete in grado di non dare peso alle lacune tecniche.
Versione Provata: Xbox One