Nel lontano 2007 la software house tedesca Crytek rilasciò, in collaborazione con Electronic Arts, un titolo destinato a rivoluzionare il panorama degli sparatutto in soggettiva: Crysis. Lo shooter dello sviluppatore teutonico attirò subito le attenzioni sia della critica che del pubblico per due motivi: l’incredibile comparto tecnico e l’originalità del gameplay. Per quanto riguarda il primo aspetto eravamo alle prese con un prodotto capace di superare i limiti hardware dell’epoca, costituendo un punto di riferimento per lo sviluppo delle successive schede grafiche. Le funzionalità delle tute indossate dai protagonisti e la quasi completa distruttibilità degli scenari, offrivano una meccanica di gioco inedita, indirizzata verso un innovativo “realismo” nonostante il tema fantascientifico proposto.
In una fase videoludica complessa, rallentata dalle limitazioni della pandemia e dallo sforzo produttivo dei titoli next gen, Crytek si è adeguata al trend degli ultimi mesi e ha deciso di riproporre il capostipite del suo brand più famoso in una versione “remastered”. Meriterà la vostra attenzione? Troverete la risposta nella recensione che segue.
Si Salvi chi Può
Nell’arcipelago di Lingshan un gruppo di scienziati americani è stato fatto prigioniero dall’esercito nordcoreano. Prima della cattura, il team di studiosi è riuscito ad inviare una disperata richiesta d’aiuto al governo statunitense che in risposta ha inviato una squadra di agenti speciali dotati di corazze ultra tecnologiche. Come membri del team Raptor ci paracadutiamo sul luogo, ma neanche il tempo di atterrare che qualcosa va storto. Uno strano impulso elettromagnetico disattiva le funzionalità del nostro equipaggiamento, facendoci mancare di diversi chilometri il checkpoint prefissato. Una volta ristabilito il contatto con gli alleati non ci resta che raggiungerli, nella classica fase di tutorial in cui apprenderemo i comandi del gioco. Purtroppo basteranno pochi metri per ricevere una macabra sorpresa: alcuni compagni sono stati letteralmente fatti a pezzi da un nemico misterioso, la cui ferocia e rapidità non può essere attribuita all’esercito antagonista. Questo è il preludio di Crysis, un’avventura dotata di una discreta longevità e incentrata su un percorso narrativo che seppur non particolarmente originale conserva un innegabile fascino.
Vintage in HD
L’opera di Crytek è un FPS apparentemente basato su un open world, nel quale è concessa una buona libertà di movimento, supportata anche dai veicoli sottratti ai nemici. In realtà lo scenario presenta un percorso guidato, intramezzato da poche quest secondarie e totalmente incentrato sulla trama. L’utente può decidere liberamente di approcciare alle battaglie sia in modo aggressivo che stealth, sfruttando nel primo caso la corazza cinetica della tuta o in alternativa l’invisibilità. Affrontare gli avversari frontalmente comporterà un rischio maggiore, visto che quest’ultimi chiameranno i rinforzi e causeranno danni ingenti al protagonista, mentre l’avvicinamento furtivo garantisce un maggiore spazio di manovra, prima di sfociare nell’inevitabile carneficina. La prima sensazione percepibile nel gameplay di questa remaster è una forte senso di “deja vú” dettato dall’assoluta e pedissequa fedeltà al titolo originale. Chiunque abbia provato quest’ultimo si ritroverà in una sorta di macchina del tempo, foriera di emozioni contrastanti.
Il titolo mantiene un livello di sfida elevato, intriga nella sua componente strategica, dettata dall’utilizzo appropriato delle varie abilità dell’armatura, e trascina lo spettatore in sequenze appassionati e spettacolari. Purtroppo i pregi finiscono qui, lasciando il fianco a svariati difetti emersi con il passare del tempo. In primis il gunplay, approssimativamente adatto ai joypad delle console ed ereditato dall’accoppiamento mouse/tastiera con esiti alquanto discutibili. Le armi appaiono tutte ugualmente imprecise e nonostante la mira automatica risultano scarsamente gestibili e bilanciate. Vi capiterà spesso di perdere il bersaglio dalla linea di tiro, anche se quest’ultimo non ha fatto nulla per evitare i vostri proiettili. Smanettando con le poche, insufficienti impostazioni i risultati migliorando leggermente, ma senza mai raggiungere un livello di controllo degno dei prodotti moderni. L’intelligenza artificiale alterna momenti in cui i nemici sembrano dotati di una vista a “raggi X” a fasi di assoluta cecità. Spesso saranno in grado di scorgevi nella modalità invisibile tra la fitta vegetazione, mentre di frequente non si accorgeranno di avervi di fianco.
Se nel 2007 si restava sorpresi dall’aggressività e dalla reattività degli avversari, adesso diventa davvero difficile assistere a truppe inspiegabilmente votate al suicidio. Vedrete interi plotoni che abbandoneranno la sicurezza di un edificio o di un bunker a caccia dei vostri proiettili, così come corazzati e motovedette che ripeteranno sempre lo stesso percorso nell’attesa di una granata o di un missile che li riduca in rottami. La situazione migliora nella seconda parte dell’avventura, grazie alla comparsa di nemici più pericolosi e imprevedibili, dotati di un moveset maggiormente articolato, ma a cui purtroppo farete presto l’abitudine. Con questo non vogliamo affermare che Crysis sia una passaggiata nella natura selvaggia, visto che incapperete in svariati “game over” anche al livello “medio” di difficoltà. A tal riguardo la sfida diventa impegnativa sia per le sopracitate imperfezioni legate alla fase di shooting, sia perché i colpi avversari attraversano spesso gli elementi dello scenario (come rocce, cemento armato, alberi ecc..) riducendo l’energia vitale dell’eroe in pochi secondi. Adottando la tattica del “mordi e fuggi” (efficace nel 90% dei casi) gli antagonisti si dimenticheranno facilmente di voi, lasciandovi basiti nel momento in cui vi colpiranno a centinaia di metri di distanza, con bocche da fuoco dotate di una gittata soprannaturale (ci riferiamo soprattutto alle pistole e agli shotgun).
Bellezza Effimera
Dal punto di vista tecnico è indiscutibile che Crytek abbia compiuto uno sforzo importante per la trasposizione in alta definizione della sua opera originale, con texture abbastanza curate ed effetti particellari completamente rivisitati. Spesso il colpo d’occhio lascia senza fiato, supportato da un frame rate stabile e performante. Eppure non è tutto oro quello che luccica. Attivando l’HDR sugli schermi 4k (impostazione “stranamente” inattiva nel settaggio base) la resa visiva presenta scorci ancor più spettacolari, che verranno vanificati nel momento in cui osserverete i singoli elementi a distanza ravvicinata. Molti degli oggetti dello scenario sono stati abbandonati alla bassa risoluzione, creando un contrasto visivo difficilmente accettabile. Ad esempio l’effetto dell’acqua è stupendo sulla riva, ma se malauguratamente decidiate di farvi una nuotata, incapperete in un trionfo di pixel sgranati, dettagli approssimativi e situazioni che sfiorano il ridicolo. Anche la quasi completa distruttibilità degli ambienti è resa molto poco credibile dagli enormi segmenti in cui si scompongono le cose, ininfluenti in termini di gameplay e ignoranti di qualsiasi legge della fisica. Stendiamo un velo pietoso sulle animazioni e sulle espressioni facciali dei protagonisti e dei nemici (tutti rigorosamente uguali), che appaiono equipaggiati con una sorta di maschera goffamente attaccata alla testa. L’incredibile comparto sonoro che ha contribuito al successo dell’originale è stato fortunatamente riproposto nella remaster, anche se non privo di difetti nella percezione dei rumori, dovuto allo scarso adattamento ai dispositivi audio presenti sul mercato.
Cara Crytek, perché?
È davvero difficile bocciare un titolo come Crysis, quasi per una sorta di timore reverenziale verso quella che è una pietra miliare della videoludica. Nello stesso tempo però non è possibile sorvolare sulla bieca operazione commerciale dei suoi produttori, probabilmente convinti che sarebbe bastato un aumento di risoluzione per mascherare un titolo che mostra tutto il peso degli anni in ogni sua componente. Visto lo sforzo produttivo avrebbe avuto più senso la programmazione di un “remake”, oppure, in mancanza di tempo e risorse, una maggiore cura di un prodotto venduto al prezzo di 40€. Se non avete avuto la fortuna di vivere l’appassionante avventura proposta in Crysis, questa potrebbe essere l’occasione giusta per farlo, a patto di chiudere entrambi gli occhi sui difetti menzionati, dimenticando l’evoluzione ultradecennale del genere. In caso contrario, non riusciamo a trovare motivi validi per sostenerne l’acquisto, con il rischio di rovinare il ricordo e la magia di un titolo rimasto nel cuore di tutti gli appassionati degli shooter in soggettiva.
Versione provata: PS4 Pro