Talvolta sul mercato videoludico escono titoli che, pur tentando di copiare quelli più famosi, cercano in tutti i modi di mascherare la cosa con personaggi, ambientazioni ed elementi un po’ diversi dal titolo d’ispirazione. Altre volte escono invece titoli che non nascondono minimamente la loro fonte d’ispirazione anzi, ne sfruttano la popolarità per proporne una versione altrettanto bella da giocare ma senza rinunciare ad elementi originali ed una trama nuova di zecca. In quest’ultimo caso si colloca Cursed Castilla, dapprima conosciuto come Maldita Castilla EX. Il team spagnolo di Locomalito riporta alla mente i fasti degli anni ’80 e ’90, quando il mitico Ghosts ’n Goblins (o Ghouls ’n Ghosts in alcune versioni) faceva da capolino nelle sale giochi e nelle consoles ad 8 e 16 bit. E’ con gioia che recensiamo questo titolo, in onore al mitico Arthur che fa anche da logo al nostro sito.
Castilla è stata maledetta!
Dedichiamo un breve paragrafo alla trama, breve ma apprezzabile. Torniamo indietro di tanti secoli, alla fine di una guerra sanguinosa. Una fanciulla piange il suo amato, caduto in battaglia. Ad un certo punto interviene un demone che seduce la ragazza, le cui lacrime creano una potente chiave magica che libera i demoni per tutta Castilla. Un intrepido cavaliere, coadiuvato da alcuni compagni in qualche fase del gioco, dovrà affrontare mille pericoli per liberare la regione iberica dai numerosi mostri che l’hanno invasa.
Il protagonista è pressochè identico al mitico Arthur di Ghosts ’n Goblins, con tanto di barba ed armatura ma non solo, addirittura anche il goffo salto ne ricorda le movenze. Come da tradizione del genere, Cursed Castilla è ambientato di notte in zone come cimiteri, carrozze e via dicendo. Come previsto, fin dall’inizio spunteranno fuori dal terreno zombi ed altre mostruosità pronte a fermarci ad ogni costo. Ma il nostro spavaldo cavaliere può contare sulla sua lancia appuntita, molto veloce da usare e in grado di colpire verso la direzione premuta su tastiera o joypad. A questa si aggiungono poi diverse armi ottenibili dai forzieri sparsi un po’ ovunque.
Il gioco permette di cambiare tra diverse modalità video che simulano perfettamente le scanlines dei coin-op di una volta, ad esempio la possibilità di giocare in 4:3 o 16:9 e l’opzione fullscreen. Fin dalle prime schermate ci si accorge di quanto il gioco voglia appositamente ricordare i vecchi giochi arcade, con grafica e sonoro stile 16 bit. Non si può non associare tante musiche a quelle del mitico Super Nes, il cui inconfondibile campionamento era una gioia per le nostre orecchie. La colonna sonora è molto ritmata e con punte dark-horror, a sottolineare l’ambientazione del gioco.
Simile? Diverso, forse anche migliore
Il gameplay si rivela non soltanto molto fluido, ma anche un gradino più in basso sul piano della difficoltà rispetto ad altri titoli del genere. Alterniamo zone in cui si avanza sparando ai mostri che sbucano dal terreno o dal cielo, ad altre in cui il fattore platform mette alla prova le nostre abilità di salto su piattaforme mobili.
Se in G&G bastavano al massimo un paio di colpi per cadere (dopo il primo si perdeva l’armatura, a patto di averla già addosso), in Cursed Castilla l’eroe è un po’ più resistente e potrebbe anche resistere a 3-4 colpi a seconda del nemico. Questo ci evita l’ansia di non potersi permettere nemmeno il più piccolo sbaglio, e rende il titolo piacevole da giocare aprendo la strada alla curiosità di scoprire il livello successivo o il boss poco più avanti.
Gli stessi boss sono da elogiare. Si rivelano vari, non semplicissimi da sconfiggere ma che ricordano quelli pieni di script limitati dei titoli anni ’80-’90, contro i quali bastava ripetere più volte gli stessi movimenti per schivare i colpi e controbattere, fino ad abbattere il nemico. In Cursed Castilla le cose non sono molto diverse: ogni boss ha i suoi movimenti d’attacco ben schematizzati e, nonostante qualche piccola variante ogni tanto, qualcuno potrebbe limitarsi a dire “basta fare sempre così”. Ma affrontarli risulta piacevole grazie alla velocità dei movimenti ed alla bellezza visiva generale, oltre al momento appagante in cui li si abbatte. Niente a che fare con IA nextgen che imparano dai propri errori, ma classici boss old-style che i gamers dai 30 anni in su sapranno sicuramente apprezzare. Senza dimenticare che ognuno dev’essere affrontato con tattiche diverse rispetto agli altri.
E per finire, gli stages. Una delle peculiarità di Cursed Castilla è di essere molto vario: si passa da un livello in cui affrontiamo nemici che spuntano da tutte le parti, ad altri in cui su un carro in corsa dobbiamo sventare attacchi da più direzioni, zone piene di piattaforme fisse e mobili da raggiungere schivando nemici ondulanti e pale di mulini a vento, e così via. Dobbiamo essere sinceri: per quanto non sembri così difficile nel vederlo giocare da altri, pad alla mano è facile perdere tutti i cuori e morire col fatidico “Rip!”. Per superare determinate zone o alcuni boss alquanto ostici, spesso bisognerà provare e riprovare mille volte come si faceva una volta.
Insomma, possiamo considerare Cursed Castilla quasi un nuovo capitolo, o un remake se preferite, del già citato Ghosts ‘n Goblins. Ed è probabile che, dopo tanti anni, vi faccia riprendere in mano le cartucce di quest’ultimo e rigiocarci, come al sottoscritto.