Siamo alle porte del lancio di Dark Souls Remastered, la rimasterizzazione del famoso titolo di From Software che ha aperto nel tempo la strada verso il genere “soulslike”. Il titolo come sapete, è pronto per sbarcare su Xbox One, Playstation 4 e PC ma ha subito una posticipazione, pad alla mano, sulla sua versione più interessante, per via della portabilità: quella per Nintendo Switch.
Continuando a parlare di pad alla mano, quindi, mi sono ritrovato dopo aver affrontato il Network Stress Test, a stilare varie considerazioni, tutte negative, sul come mai non é necessario ricomprare questo microscopico adattamento per le console di nuova generazione del titolo sfornato da Mr Miyazaki.
Il motivo in più
Durante il gioco, nelle ore passate al Borgo dei Non Morti con una versione del titolo che dovrebbe corrispondere praticamente a quella che uscirà nei negozi, le qualità negative di questa operazione saltavano fuori come i funghi, tanto da convincermi con una certa urgenza, a imbracciare mouse e tastiera per poterli illustrare, in modo da poter fare chiarezza al pubblico su cosa, di fatto, con molta probabilità andrebbero ad acquistare. Ma andiamo a noi, quindi cercando, come da titolo, di raggrupparle in quattro punti fondamentali.
1) Prezzo. Dark Souls Remastered dovrebbe essere, appunto una rimasterizzazione del titolo From, magari indirizzata a chi ancora non lo ha acquistato nel suo formato originale per le varie piattaforme disponibili. Il prezzo però é davvero fuori portata in questo caso specifico per i videogiocatori che vogliono tuffarsi (o rituffarsi per i veterani o già smaliziati) nelle tetre atmosfere di Lordran.
Dark Souls Remastered nonostante una connessione con gli altri giocatori, tra cui un comodo sistema di password, migliorata, e sicuramente i 60fps fissi, che a quanto pare girano bene sulle piattaforme che possono permettersi di averli a disposizione, praticamente per tutto il resto è stato modificato nelle virgole. Sono stati cambiati gli shader per le armi, per esempio, e la grafica dei vari falò, oltre che leggermente l’illuminazione, ma tutto il resto é rimasto identico a quanto visto sulle console della scorsa generazione. Davvero troppo poco per poter sborsare 40 euro (aggiungeteci 10 euro e avrete in casa super Mario Odyssey o qualsiasi altro nuovo tripla A uscito da poco tempo).
2) Insensatezza della rimasterizzazione ma anche del remake nel caso specifico. Per quanto si voglia sfruttare il marchio dei souls, fare una rimasterizzazione o addirittura un remake di un gioco simile non ha il minimo senso se si vuole far crescere in maniera sana e guadagnarci sopra, la community del videogioco.
Dark Souls checché se ne dica é un titolo elitario reso molto più accessibile dei soliti rappresentanti dei titoli complicati grazie alla basilarità e ripetitività (funzionante, eh?) del gameplay. Accessibilità dove i pattern nemici non fanno mai distogliere, per esempio, nel 90% dei casi, dal seguente trittico d’azione: attenta ispezione dell’area-battaglie singole con un solo nemico per volta- schivata/parry- contrattacco all’arma bianca.
Quanto detto sull’accessibilità però non deve offuscare le qualità fondamentali che deve avere ogni giocatore di souls: grande resistenza, grande capacità di concentrazione, ottima ripresa psico-emotiva dopo l’ennesima e proverbiale sconfitta. Se non si hanno queste qualità, o non si é capaci o volenterosi di svilupparle nel corso dell’avventura, é meglio lasciar perdere.
E considerando l’influenza per nulla presente abbastanza o rivoluzionaria che un gioco simile ha avuto sui titoli tripla A nonostante le enormi vendite, i più seguiti dalla stragrande maggioranza dell’utenza sia vecchia che nuova, Dark Souls Remastered, come il titolo da cui deriva, non interessa in maniera sufficiente, in linea generale, per essere videogiocato (e molto probabilmente non interessa davvero anche a voi novizi che leggete).
Sony per esempio ha continuato imperterrita per le sue esclusive AAA, giustamente nella quasi totalità, a proporre storie palesi e molto strutturate veicolate da un personaggio definito e univoco, a non alzare in maniera evidentemente più impegnativa la difficoltà, a immettere bussole nei propri mondi e a descrivere bene le funzionalità delle feature di gameplay. Tutta roba con cui i souls non c’entrano nulla in toto o quasi.
A cosa punta quindi il grande pubblico quando acquista un souls, e dopo averci giocato giusto qualche ora, da cui possono provenire con molta facilità potenziali nuovi giocatori? Molto probabilmente solo ad esporlo per poter dire di averci giocato negando di averlo provato solo per due orette, grazie anche all’ausilio dei walkthrough di YouTube. Atteggiamento che porta poi a commenti che distorcono la realtà dei fatti su questo videogioco con un’infinità di interventi nocivi come “questo titolo é facile”, apparsi come i funghi in tutta l’internet.
Proseguendo su questa strada, ad ulteriore prova di quanto poco sia apprezzato un souls in linea generale e poco giocato di norma, é molto più facile parlare con i presunti giocatori di souls di Lore, quando il gameplay delle battaglie in se e la bellezza della costruzione della mappa di questi titoli sono talmente immersivi, sfiancanti e preposti a catalizzare moltissimo l’attenzione, da far risultare il background narrativo uno sfumato contorno a cui ci si dedicherebbe in maniera soft per la mancanza di forze nell’intraprenderlo bene e in maniera completa durante una normale prima run. Inoltre il gameplay mica lo hanno affrontato bene e per ore, quindi cosa ci sarebbe da discutere?
Prima run a cui, nonostante quello che si dice in giro, non sembra molto spesso seguirne una seconda, visto come si sono continuati a muovere tutti i tripla A a livello di difficoltà, bilanciata in modo tale da far avere tutte le energie per fare un po’ di tutto e in maniera profonda fin dalla prima partita avviata.
Cercare di rimpinguare le casse in questo caso corrisponde all’ avere prospettive di vendita non benefiche per il pubblico, che in linea generale interagirebbe davvero poco con il gioco, oltre all’ alimentare molti atteggiamenti nocivi da parte dell’utenza, che si possono esprimere anche in vere e proprie trappole per gli utenti che sono curiosi di capire come si esprime il titolo pad alla mano tramite un parere.
Come dico sempre, bisogna saper leggere il mercato non fermandosi a quello che vogliono dire didascalicamente i feedback dell’utenza ma cercando di interpretarli. Beh, anche in questo caso l’interpretazione é fondamentale, perché a degli apprezzamenti a frotte sui social e in giro, a parole quindi, che riguardano Dark Souls, non corrisponde tra l’altro nessun tipo di boom entusiastico nei fatti per i “figli” dei giochi di Miyazaki (tra cui Nioh, un gioco tecnicamente ottimo), ma neanche a un vociare attenzionabile che li riconducano al grande popolo medio del videogioco.
Sony stessa, mutuatrice alquanto lesta per com’é di nuove feature da parte di terzi e concorrenti, se funzionano bene per il grandissimo pubblico, non avrebbe esitato un secondo a implementare molte caratteristiche dei souls nei suoi giochi tripla A, ma questo non é mai avvenuto. Limitandosi ad avere in esclusiva un gioco di Miyazaki per il 2015 che come influenza generale, anche lui, in grandissima parte nato e morto nel suo orticello.
Non a caso, quindi nonostante le grandissime aspettative di vendita, un titolo come Bloodborne si é fermato a soli 3 milioni di copie vendute, deludendo certe aspettative di Sony, che l’ha finanziato come esclusiva. Cosa voglio dire? Che Sony ha sempre creduto per il progetto Bloodborne moltissimo sul richiamo del marchio e decisamente di meno, a livelli davvero infimi, nell’influenza che la qualità di questo gioco avrebbe potuto apportare al medium e sull’utenza. Detta in soldoni? Basta che venda tanto, poi se ci si gioca poco e se viene deformato nelle sue vere qualità dall’utenza, a noi non interessa a un certo punto.
Nocivo quindi per molti videogiocatori potenziali in larghissima parte, che evidentemente non hanno e non vogliono sviluppare le capacità che servono per giocare a un souls in base all’andamento del mercato, facendogli sprecare denaro, visto che se si compra un videogame l’obiettivo assolutamente primario é giocarci molto e completarlo.
Nocivo per chi cade nella trappola del “é facile” dettata da precedenti non-giocatori di souls, perché magari lo compra, ci va a giocare qualche ora e infine, per non fare brutta figura e/o prendersi gli elogi ed essere accettati dagli altri, va a dire di averlo completato, asserendo a sua volta che “il titolo é facile” attirando nuovi ignari acquirenti. Inoltre tutto ciò va ad unirsi alla povertà contenutistica sopra accenntata di questa rimasterizzazione, che offre poco e nulla a prezzi esorbitanti anche alla vecchia utenza che già ha giocato al titolo o alla sua mod su pc.
Se queste sono le basi per un titolo che deve vendere in maniera proficua, beh, come minimo credo si debba rimanere interdetti.
3) Molti bug, glitch ed elementi di design non corretti. Da una rimasterizzazione, soprattutto di un titolo così importante, ci si aspetterebbe un lavoro certosino su tanti elementi di design che all’epoca dell’uscita del gioco originale non funzionavano visto che il grosso del titolo é già stato fatto. Effettivamente qualcosa é stata corretta in sede di sviluppo ma tanto altro no e in maniera maliziosamente, a livello di risposta ufficiale, “inspiegabile”.
Gli archi possiedono ancora una mira deficitaria e imprecisa, per esempio, le balestre non sono dotate di mirino, alcuni backstab risultano ancora imprecisi, come quelli da poter operare sui maialoni corazzati presenti su una scalinata precisa della mappa messa a disposizione da Bandai Namco, senza contare che esiste ancora robaccia come il reverse-roll e altro ancora.
Insomma, si poteva benissimo lavorare su molti di questi elementi per aggiustarli e rendere il gioco davvero degno dell’acquisto ma invece il tutto é stato ignorato probabilmente per far cassa, visto che, questo “é Dark Souls e tanto i giocatori lo comprano ugualmente”. Male.
4)Nessun nuovo contenuto extra, almeno per le versioni di imminente uscita. Se é vero che una rimasterizzazione non dovrebbe snaturare le meccaniche e la grafica di un titolo per sua stessa natura, é anche vero che potrebbe essere integrato con vari bonus che ne valorizzino l’acquisto pur senza incidere sull’esperienza principale trasformandola.
Sarebbe stato il caso, quindi, in questa rimasterizzazione, magari inserire qualche nuova e particolare arma, oppure un paio di aree nuove, con nuovi rispettivi boss, che non andassero ad intaccare quella che é la storia e l’esperienza generale del titolo. In questo senso si potevano anche strutturate narrative autoconclusive tramite qualche artificio magico, magari un sogno, per fare l’occhiolino a Bloodborne, che non andavano ad intaccare quello che succede al Lordran, facendolo rimanere di fatto immutato.
Nulla di tutto ciò, però, é stato accennato da Bandai Namco, a parte il fatto che, volendo parlare di contenuti aggiuntivi, tutti quelli che erano presenti nel titolo originale sarebbero stati integrati gratuitamente nel pacchetto di questa riproposizione.
Tirando le somme, quindi, nonostante Bandai Namco stia provando a rimettere in carreggiata il primo Dark Souls, indipendentemente da quanto venderà, l’operazione ha tutte le carte in regola per risultare fallimentare, e non ci sarebbe nulla da stupirsi se alla fine della corsa, il cavallo su cui l’azienda ha puntato fortemente, arrivasse ultimo.