La serie Dead or Alive nasce nel lontano 1996 come videogioco arcade. Da allora il brand è cresciuto molto, passando per diverse piattaforme nei suoi 23 anni di vita, e arrivando lo scorso primo marzo a pubblicare il sesto capitolo ufficiale, disponibile su PC, PS4 e Xbox One. Dead or Alive diventa così una delle serie picchiaduro più longeve di sempre, assieme a IP del calibro di Soul Calibur, Street Fighter, Mortal Kombat e Tekken. Ma com’è “invecchiato” Dead or Alive? Dopo aver provato la beta di gennaio e la deluxe demo di febbraio, abbiamo provato a fondo il gioco completo, di cui vi parleremo in questa recensione.
Le modalità offerte
Dead or Alive 6 offre diverse modalità di gioco, con cui ci ritroveremo a passare molte ore. La modalità principale è la storia, che ci aiuterà a capire le ultime vicende dei protagonisti del picchiaduro Tecmo. È presente inoltre l’interessante Missione DoA – oltre alle classicissime modalità di allenamento -, un combattimento in locale sfidando la CPU oppure un avversario reale, e la modalità online. Manca però una modalità survival. Ma andiamo per ordine.
La Storia
In un qualsiasi picchiaduro, la Storia ha un’importanza talvolta marginale, e capita infatti raramente che si riesca ad offire quel qualcosa in più ad un titolo di questo genere tramite la storia dei vari personaggi. E in questo, Dead or Alive 6 non fa eccezione. La trama principale ha comunque un senso: tratta di un nuovo progetto della DOATEC, che conosceremo sin da subito: ci verranno mostrati alcuni filmati inerenti l’organizzazione del sesto torneo Dead or Alive, e verso la fine dovremo guidare il clan Mugen Tenshin verso la “vendetta” con Hayate a capo del clan, coadiuvato da sua sorella Kasumi e da Ayane. Durante il divenire della trama principale sbloccheremo altri eventi secondari, che andranno talvolta a colmare ciò che vedremo nella quest principale, e saranno un buon pretesto per farci utilizzare tutti i personaggi del roster. Il più delle volte però, questi capitoli secondari sembreranno un semplice riempitivo, in cui vedremo il personaggio che andremo a impersonare cercare quasi un pretesto gratuito per combattere. Possiamo quindi dire che, nonostante una trama di base discreta, talvolta si rischierà di rasentare la banalità. Una cosa positiva che però abbiamo riscontrato è che la difficoltà sarà crescente e ben bilanciata man mano che la trama andrà cronologicamente avanti. Si partirà infatti dai primissimi capitoli in cui avremo a che fare con una difficoltà alla portata di tutti, fino ad arrivare agli ultimi capitoli, in cui la CPU sfoggerà il meglio del suo repertorio e ci darà effettivamente molto filo da torcere.
Missioni DOA
Le Missioni DoA sono una nuova interessante aggiunta alle modalità di gioco. Si tratterà di partecipare ad incontri predisposti dalla CPU, in cui dovremo superare almeno uno dei 3 obiettivi proposti. Ogni obiettivo che supereremo ci farà avere moneta da spendere all’interno del gioco, che ci sarà particolarmente utile per sbloccare i tanti nuovi costumi messi a disposizione. Non si tratta della migliore modalità di sempre, ma risulta comunque gradevole.
Combattimento in locale e online
Come ogni picchiaduro che si rispetti, anche Dead or Alive 6 dà il meglio di sé nelle sfide contro avversari umani, nonostante la CPU si difenda molto bene non risultando mai prevedibile né ripetitiva. Ma se avrete la possibilità di sfidare un amico in locale, potrete davvero capire a pieno le potenzialità del titolo. È in tale modalità infatti che avrete maggior tempo di familiarizzare col vostro personaggio preferito, imparandone tutte le mosse e toccando con mano l’intero motore di gioco di DoA.
Passando invece alla modalità online, il titolo sviluppato da Team Ninja non fa nessun passo avanti. Infatti l’unica sfida possibile online sarà la partita classificata, con un matchmaking non sempre perfetto, che spesso vi presenterà avversari dalla connessione “traballante” e che vi costringeranno ad avere a che fare con botte di lag. Inutile dire che i tentativi di mandare a segno qualsiasi colpo o tecnica saranno resi frustranti all’ennesima potenza. Non sarà inoltre possibile creare una stanza sfida per poter sfidare amici in remoto, e per un titolo come Dead or Alive 6 che vuole aprirsi agli esports questo può essere un difetto non da poco.
Gameplay
In quanto a gameplay, Dead or Alive 6 ci sorprenderà man mano che ci giocheremo. La CPU, come parzialmente già detto, non sarà mai banale né prevedibile, soprattutto quando la difficoltà crescerà. Il nostro avversario di turno non ripeterà all’infinito le stesse mosse, quindi dovremo costantemente ingegnarci ed essere al pieno della concentrazione per parare o schivare i colpi e successivamente contrattaccare. Il roster è inoltre molto vario, ognuno dei 24 personaggi ha un suo stile, il che contribuisce ad aumentare non di poco il grado di sfida.
In ogni caso, è giocando con avversari umani che ameremo l’ultima fatica di Team Ninja. Infatti, per quanto la CPU abbia un’IA davvero niente male, rimane pur sempre entro certi binari, mentre contro un’avversario umano le sfide saranno molto più imprevedibili e cariche di adrenalina. E questo sarà riscontrabile sia se avremo di fronte un neofita del genere, sia se staremo giocando contro un “pro”. Le sfide più belle di Dead or Alive 6 saranno proprio quelle con amici sulla stessa console. Questo perché, purtroppo, la modalità online presente ha delle lacune: potremo infatti partecipare solo a partite classificate, e talvolta i caricamenti saranno piuttosto lunghi. Anche trovare un avversario con una connessione decente non sarà affatto facile. Se quando giocheremo in locale i combattimenti saranno molto fluidi, non si può dire lo stesso dell’online, in cui le partite potrebbero essere lente, o peggio afflitte da lag fastidiosi. Perciò, a meno di futuri fix importanti, la modalità online di DoA 6 risulta decisamente al di sotto delle aspettative.
Una menzione va fatta alla resa grafica di Dead or Alive 6. Su PlayStation 4 Pro non si notano mai cali di frame, né freeze di alcun genere, e gli scontri risulteranno sempre fluidi. Le arene presentano una certa interattività, in quanto potremo sfruttare bordi – talvolta elettrificati – o cadute per infliggere danni maggiori all’avversario. Per quanto riguarda i personaggi invece, durante la lotta li vedremo “deformarsi” man mano che subiranno colpi in viso, sudare se a torso nudo, o ancora vedremo gli abiti consumarsi. Si tratta comunque di una feature un po’ “rudimentale”, in quanto i danni visibili saranno sempre gli stessi, ma comunque in chiave realismo è una buona idea.
Giudizio finale
Sul piano del gameplay, Dead or Alive 6 vince la sfida a pieni voti. I combattimenti che faremo saranno sempre molto belli, talvolta sudati, dandoci la sensazione di essere di fronte a uno dei picchiaduro migliori degli ultimi anni. Sotto questo aspetto, DoA 6 se la gioca benissimo coi mostri sacri del genere. È davvero un peccato per alcune modalità, come quella online, per i caricamenti un po’ lunghi, e per alcune scelte che lasciano nel complesso l’idea di un titolo bello ma incompiuto. Se amate il genere, Dead or Alive 6 è un acquisto assolutamente obbligatorio. È consigliatissimo anche a chi volesse approcciarsi ai picchiaduro, in quanto la curva di apprendimento è davvero ben bilanciata. Si poteva fare comunque di più, magari aggiungendo qualche modalità o cercando di assottigliare i difetti che abbiamo già citato. Nel complesso siamo comunque di fronte a un titolo molto bello, ma che lascerà purtroppo una piccola sensazione di incompiuto.