Il 10 luglio è uscito in esclusiva Nintendo Switch Deadly Premonition 2: A Blessing Disguise. Il seguito di un titolo divenuto ormai un cult, nonostante fu molto discusso all’epoca della sua uscita. Deadly Premonition fu pubblicato nel 2010 su PlayStation 3 e Xbox 360 ottenendo un’accoglienza altalenante, tra chi lo considerò una vera pietra miliare e chi lo criticò aspramente. Sta di fatto, in ogni caso, che la creatura di Hidetaka SWERY Suehiro è rimasta nel cuore di molti appassionati, che attendevano con ansia questo secondo capitolo. I motivi sono molteplici, a partire da una storia molto particolare, dalle tinte thriller poliziesche con elementi paranormali e horror, in pieno stile Twin Peaks (una delle dichiarate ispirazioni per la realizzazione del titolo). Le complesse e inquietanti vicende della cittadina di Greenvale vissute dall’agente speciale Francis York Morgan sono rimaste impresse a molti giocatori, così come la peculiarità del protagonista.

Con Deadly Premonition 2 l’azione si sposta a Le Carré (Luisiana), cittadina del profondo sud degli Stati Uniti, in quello che è nello stesso tempo un sequel e un prequel narrato in forma di flashback del nostro protagonista. La struttura di gioco è infatti divisa in due sezioni molto differenti: la prima in cui impersoneremo l’agente speciale Aaliyah Davis, intenta ad interrogare proprio il nostro York sul caso di omicidio di una giovane donna di 14 anni prima, la seconda nei panni di quest’ultimo mentre ripercorre proprio quegli eventi, nel bel mezzo di un’indagine su una misteriosa sostanza stupefacente che lo conducono proprio a Le Carré.
Il problema fondamentale di Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise è proprio la pesantezza dell’eredità di un cult controverso. Quello che si è cercato di fare con questo titolo infatti è di richiamare le atmosfere del primo capitolo, finendo però col proporre un’esperienza incredibilmente anacronistica e un tale disastro dal punto di vista tecnico, da risultare quasi un passo indietro rispetto a un prodotto di 10 anni fa. La scelta di uscire in esclusiva Switch, console chiaramente limitata, ha contribuito, ma rilasciare un prodotto in queste condizioni non dovrebbe essere permesso, in presenza di un minimo di controllo qualità.
Come già detto, Deadly Premonition 2 prende il via come un sequel dell’originale, mettendoci nei panni dell’agente FBI Aaliyah Davis che si reca ad interrogare proprio il nostro Francis York Morgan, quasi irriconoscibile dopo i tanti anni passati dagli avvenimenti di Greenvale. La chiave dell’interrogatorio però è un evento precedente, un misterioso omicidio avvenuto 14 anni prima nella cittadina di Le Carré. E proprio da qui che prende quindi il via il flashback del nostro York, che ci ritroveremo a controllare al via di una lunga investigazione che, come al solito, lo condurrà a scoprire segreti inquietanti e ad affrontare forze paranormali e sconosciute.
Avremo quindi come base la nostra stanza d’albergo, in cui sarà possibile cambiarsi d’abito, dormire e migliorare i propri parametri. La città è presentata come un vero e proprio open world esplorabile a bordo del nostro skateboard. Purtroppo quest’ultima è incredibilmente vuota e anonima, oltre che martoriata da un framerate al limite del sopportabile, con continui scatti e pop-up a schermo, nonostante i pochi elementi presenti. Girare quindi tra le vie risulta più un’agonia che un divertimento. La situazione migliora in parte quando ci troviamo all’interno degli edifici, in cui per lo meno il framerate si stabilizza ad un livello sopportabile. In ogni caso, il nostro compito sarà condurre le indagini riguardo l’inquietante omicidio di Lise Clarkson, facente parte della famiglia più potente della città e per questo motivo ci ritroveremo in situazioni scomode. In nostro aiuto ci saranno quindi le peculiari capacità dell’agente Morgan, oltre che strani avvenimenti e interventi di entità che solo lui è in grado di vedere. La componente paranormale della serie è quindi sempre presente, e certamente regala un tocco di mistero e originalità al thriller. Purtroppo però la godibilità dell’esperienza di gioco è minata, oltre che dai problemi tecnici, anche da un gameplay incredibilmente macchinoso, con uno shooting molto legnoso e poco piacevole in generale da gestire. Anche le interazioni con i personaggi e le attività secondarie risultano poco interessanti, poiché penalizzate le prime da un ritmo narrativo davvero troppo allungato e compassato, le seconde da una costante noia e ripetitività.
La cifra stilistica di Deadly Premonition, e quindi di Hidetaka Suehiro, è in parte volutamente grottesca e caricaturale, con un protagonista fuori dalle righe che si rivolge costantemente ad un certo “Zach” (chi ha giocato il primo capitolo ne conoscerà già il motivo), come se stesse parlando al giocatore stesso. Lo stesso stile si applica quindi anche ai diversi personaggi che incontriamo, che però il più delle volte risultano eccessivamente caricati e di conseguenza non troppo piacevoli (a partire dalla nostra “assistente” Patricia). La trama è sostanzialmente l’unico elemento salvabile di questo titolo, ma viene gestita con un ritmo molto lento e soprattutto vi vengono inserite attività obbligatorie che potrebbero risultare ripetitive e non particolarmente avvincenti. La commistione tra realtà e “altro mondo” è sempre interessante, e il nostro York è sempre un personaggio convincente, nella sua peculiarità. Purtroppo questo non riesce a reggere la struttura di un titolo che viene erosa nelle fondamenta da un comparto tecnico disastroso.
Abbiamo già parlato della vuotezza della città e del framerate incredibilmente ballerino e che precipita all’esterno. Possiamo aggiungere all’equazione dei caricamenti incredibilmente lunghi e modelli e animazioni al limite non dell’ottava generazione, ma della sesta. Lo stesso si può dire del comparto audio, che presenta un mix incredibilmente sbilanciato con il rumore dei passi (e soprattutto dello skateboard) esageratamente alti rispetto al resto. La colonna sonora non è particolarmente memorabile, anzi risulta abbastanza ripetitiva. Più che discreto invece il doppiaggio in lingua inglese, con una localizzazione italiana che a volte zoppica un po’ troppo.
Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise risulta quindi in conclusione una release quasi inspiegabile. È comprensibile come il primo capitolo sia diventato un cult, proponendo, nonostante la sua non eccellenza tecnica, un’atmosfera, una storia e dei personaggi avvincenti. In questo secondo capitolo però si è rimasti eccessivamente attaccati ad un’esperienza ormai troppo lontana nel tempo, che necessitava senza dubbio di una svecchiata per lo meno in alcune meccaniche, senza naturalmente andare a snaturare il cuore della creatura di Hidetaka Suehiro. La presenza però di un comparto tecnico disastroso rende il risultato finale ancora peggiore di quello che avrebbe potuto essere, minando l’esperienza dalle radici. Potrebbe comunque risultare un prodotto che i grandi fan di Deadly Premonition gradirebbero, ma non in queste condizioni e non a questo prezzo.