Torniamo con piacere a parlarvi di Disintegration, dopo la prova effettuata alla Gamescom 2019, per illustrarvi le nostre impressioni dopo aver approfondita la Closed Technical Beta che si è tenuta in questi giorni. Questa nuova prova del titolo di V1 Interactive (come ormai saprete, piccolo studio fondato da Marcus Letho sotto etichetta Private Division) ha confermato alcuni timori che già avevamo espresso, lasciando però anche qualche elemento di interesse.
Disintegration è un FPS tattico in tempo reale che punta molto sulla gestione di ciò di cui dispone il giocatore: un arsenale specifico a seconda della crew scelta e i propri sottoposti gestiti dall’IA. In questa versione beta c’è stato modo di provare due modalità multiplayer PvP 5vs5: Retrieval, in cui due squadre competono in due round in cui una squadra cerca di portare a destinazione un oggetto che potrà essere trasportato solo dagli uomini a terra, mentre l’altra squadra è in difesa; Control, in cui le due squadre si contendono il dominio di vari punti sulla mappa, cercando di fare in modo che le loro truppe a terra restino in vita e all’interno della zona di controllo, unico modo per accumulare punti e vincere la partita. Fortunatamente, prima di essere lanciati nel matchmaking, ai giocatori viene proposto un breve tutorial sulle meccaniche più basilari, dai controlli del “gravicycle” a come dare ordini alle proprie unità a terra. È in questo ambito che il sistema tattico in tempo reale di Disintegration inizia a zoppicare un po’, in relazione all’aspetto più delicato in un progetto del genere: l’IA. Quello a cui abbiamo assistito anche nelle varie sessioni di gioco multiplayer è un impatto non particolarmente decisivo dei comportamenti dell’IA, insieme ad una resa molto confusionaria del campo di battaglia. Rischiano quindi di essere davvero troppi gli elementi da considerare e gestire in un gioco che punta a proporre in ogni caso un gameplay veloce, nonostante la componente tattica. Gameplay che risulta essere quindi un po’ troppo macchinoso, con controlli non semplicissimi da padroneggiare.
Quello che però risulta interessante è il fatto che non sarà affatto sufficiente scegliere una crew casuale e lanciarsi nel combattimento sperando di vincere sparando a raffica. Questo non vi sarà affatto permesso, perché inizierete ad essere in grado di dare davvero un apporto decisivo alla partita solo nel momento in cui inizierete a conoscere un minimo le classi e le loro caratteristiche. In questo senso dunque il lavoro fatto è positivo, poiché per risultare un team competitivo bisognerà risultare bilanciati anche nella scelta della specifica crew.
Nella closed beta era possibile scegliere tra sette crew diverse (The Sideshow, King’s Guard, Lost Ronin, Neon Dreams, Tech Noir, Warhedz, The Business), ognuna con aspetto e caratteristiche diverse. Innanzitutto, ognuna ha parametri diversi di resistenza, velocità e mobilità, che vanno ad incidere non poco nel gioco. Inoltre, ogni gravicycle corrispondente equipaggia armi diverse: da mitragliatrici automatiche, a fucili a pompa, a missili a ricerca passando anche per armi che curano gli alleati. Ogni squadra è diversa e richiede un approccio differente a seconda dei propri punti di forza e debolezza e risulta molto importante il lavoro di squadra e di supporto.
Il design di ogni crew è particolare e interessante e speriamo che ce ne verranno presentate di nuove in futuro. Una cosa che salta all’occhio immediatamente è anche la presenza di una valuta di gioco, spendibile per sbloccare varianti ed elementi estetici. Questa sarà probabilmente una feature introdotta nel gioco finale, con sfide e forse pacchetti estetici acquistabili.
Le due modalità provate sono abbastanza classiche ed è un peccato, poiché ci saremmo aspettati delle proposte più originali, vista la peculiarità del progetto. Il gameplay appare forse un po’ troppo confusionario, con molte unità presenti sul campo, ma senza che il giocatore senta davvero di avere sotto controllo la situazione. Il movimento dei gravicycle risulta abbastanza ostico soprattutto all’inizio, anche se con pazienza si riesce a prendere un po’ la mano. Le mappe sono di per sé abbastanza anonime, ma ne abbiamo viste solo due, e forse con un po’ troppi angoli “ciechi” in cui incastrarsi è fin troppo facile (considerando appunto che si gioca in soggettiva). La modalità Retrieval è forse quella che necessita di un pochino di revisione, visto che spesso le partite si sono svolte con un continuo scontro nello stesso punto, senza che nessuno davvero puntasse a ottenere la bomba per poi posizionarla nel punto richiesto. Il più classico “dominio” della modalità Control risulta invece più godibile, con la lotta aperta per la conquista dei punti, anche se un po’ troppo “già visto”.
In generale, dunque, non siamo rimasti così colpiti dal test di questo multiplayer, che è risultato sembrare un pochino anonimo e non all’altezza di competere con altre esperienze. Siamo però d’altro canto intrigati da quella che sarà la Campagna single player, che avrà senz’altro un’identità più definita e, chissà, potrà forse darne una migliore proprio alla componente online.
In conclusione, in ogni caso, la speranza è che V1 Interactive non cerchi troppo di allinearsi ad altri sparatutto presenti sul mercato, ma che lavori per cercare di presentare invece un’esperienza più fresca e diversa.