Quello tra falco e falconiere è certamente un legame dal grande fascino. Compagni sulla stessa strada, che sono alla ricerca di se stessi. Forse è esageratamente sdolcinato pensarla così, ma è esattamente ciò che tratta Falcon Age, titolo sviluppato da Outerloop Games in esclusiva PlayStation 4 uscito recentemente, compatibile anche con PlayStation VR e PlayStation Move. È comunque interessante considerare che il gioco può essere esperito senza alcun tipo di problema anche senza la Realtà Virtuale, risultando così appetibile anche per chi non possiede il visore. Ma si tratta di un’avventura che vale la pena affrontare? Siamo qui per scoprirlo insieme.
Legame
Falcon Age è un titolo in prima persona che ci mette nei panni di Ara, giovane ragazza che inizialmente si trova rinchiusa in una prigione della Outer Ring Company per una sorta di programma di “rieducazione”. Si tratta in sostanza di una società totalitaria senza scrupoli, che cerca di sfruttare le risorse del pianeta in cui ci troviamo senza curarsi dei suoi abitanti e, anzi, cercando di convertirli in “cittadini modello” obbedienti e apatici. Questo dovrebbe quindi essere il destino di Ara, che però incontra sul suo cammino un piccolo di falco, la cui madre viene brutalmente eliminata da un robot della compagnia davanti ai suoi occhi. Ara inizierà quindi a prendersi cura del piccolo, il quale la aiuterà a fuggire e ricongiungersi con la zia, figura a capo di una ribellione proprio contro la Outer Ring Company. Lei stessa è stata una falconiera, e ci inizierà ai segreti del mestiere, permettendoci di sviluppare il legame con il nostro falco. Queste sono a grandi linee le premesse narrative del titolo, che di certo non ha nella storia il suo punto forte. Sono presenti comunque elementi interessanti, ma sono purtroppo trattati in modo un po’ troppo sbrigativo e poco approfondito. In generale la durata non aiuta, essendo un titolo che si può terminare in poche ore. Il monte aumenta se si decide di affrontare le seppur poche missioni secondarie e intrattenersi con la caccia e la raccolta di frutti.
Gioco di squadra
Il gameplay di Falcon Age si incentra principalmente sul rapporto tra noi e il nostro falco, di cui potremo anche decidere il nome (tra alcuni predefiniti). Sarà il nostro alleato migliore, nella raccolta e nel combattimento. È possibile richiamarlo con un semplice tasto sul nostro braccio sinistro ed è possibile puntare su nemici o oggetti per dare l’ordine di raccogliere/attaccare. Anche se lo lasceremo volare, egli sarà sempre intorno a noi, pronto a intervenire o a seguire le nostre indicazioni. Naturalmente possiede una barra della salute, che dovrà essere monitorata con attenzione: anche se non morirà, se la sua salute scenderà a zero non potrà più muoversi o attaccare finché non lo cureremo. Questo potrà essere fatto tramite la realizzazione di semplici ricette tramite i frutti della raccolta e della caccia che potremo intraprendere. Si tratta comunque di meccaniche molto semplici: basterà indicare il malcapitato animale di turno per fare in modo che il nostro compagno lo colga di sorpresa dall’alto. Avremo a disposizione anche un’arma melee, una sorta di bastone energetico che ci permetterà, oltre che colpi corpo a corpo, anche di interagire con determinate “serrature”, per sbloccare porte, ponti semoventi o aprire casse.
Giocando con il pad e senza visore, le meccaniche sono sostanzialmente quelle di un gioco in prima persona, con meccaniche particolari. Passando alla modalità VR con i PS Move il gioco risulta sicuramente più immersivo e coinvolgente, perdendo qualcosina in fluidità e qualità grafica. Sottolineo quelli che sono i soliti problemi ormai con i Move, con i quali capita a volte di trovarsi in difficoltà nel compiere alcune azioni, cosa che risulta ormai sostanzialmente tipica nei prodotti VR. Insomma, il mio consiglio è comunque, se lo avete, di esplorare questo titolo con il visore Sony. Nel caso non lo aveste e foste incuriositi, il titolo risulta comunque godibile anche senza, perdendo qualcosa nella fase di interazione con il nostro compagno.
È presente anche una leggera bozza di farming, risultante nel poter piantare e poi raccogliere alcuni tipi di piante e frutti, che però non risulta affatto funzionale né fondamentale nell’economia generale. È anche possibile realizzare alcune ricette per creare cibo che potrà curare o potenziare il nostro falco, ma la difficoltà è talmente tarata verso il basso che questi elementi risultano sostanzialmente inutili.
Compromessi
A livello tecnico ho già accennato dei problemi che possono capitare sporadicamente con l’uso dei PlayStation Move. Passando ad approfondire il lato grafico e delle performance, su PS4 Pro il titolo gira ottimamente, senza accusare particolari cali. Come al solito, passando al VR si nota naturalmente un calo generale, soprattutto nella qualità grafica, guadagnando però in immersività. Fortunatamente possiamo sottolineare la totale assenza di motion sickness. Qualche piccolo bug si è verificato ogni tanto, ad esempio con la permanenza eccessiva di scritte nell’interfaccia, con il falco bloccato che non poteva raggiungermi nonostante lo chiamassi, o con alcune limitazioni legate al movimento del personaggio che, sottolineo, non è in grado di saltare. Quest’ultima scelta è dovuta probabilmente nella considerazione dell’esperienza VR. Anche per quanto riguarda i modelli di ambiente, personaggi e nemic, risulta abbastanza evidente il compromesso, dato che si tratta di design tendenzialmente monotoni e abbastanza uguali tra loro.
Il lavoro più interessante è stato realizzato sul nostro compagno animale, che risulta notevolmente realistico e, soprattutto, adorabile. Il falco può essere anche equipaggiato con vari elementi, alcuni estetici, altri funzionali, che ne cambieranno l’aspetto. C’è anche un oggetto particolare che vi permetterà di mantenerlo con l’aspetto di un “pulcino”.
In conclusione, si poteva fare di più
L’impatto iniziale di Falcon Age è sicuramente interessante, e le meccaniche di cooperazione con il nostro compagno sono piuttosto originali e piacevoli da esplorare. È un peccato purtroppo sottolineare elementi carenti in questo lavoro, che ne rispecchiano probabilmente la natura di produzione “minore”. Il lato narrativo può incuriosire, ma non è sufficientemente approfondito per coinvolgere completamente il giocatore. Da questo risulta anche una conclusione che risulta inspiegabilmente “troncata”, lasciando – per quanto riguarda chi scrive – piuttosto insoddisfatti. Ho già sottolineato la generale monotonia di design, che si lascia dietro anche un alone di incompletezza in relazione alla mappa di gioco, che risulta piuttosto ristretta, come in generale il gioco tutto. Insomma, un’occasione forse sprecata di fare qualcosa di più esteso e approfondito che poteva diventare un prodotto veramente interessante. Si tratta comunque di un’esperienza piacevole, soprattutto per chi cerca un’avventura da affrontare in VR senza troppe pretese. E comunque, il falco è di una dolcezza disarmante.
Aggiungo in chiusura che il gioco può essere affrontato in due modi: Story Mode, l’esperienza completa con i combattimenti, e Imprint Mode, in cui si affronta la storia con i combattimenti resi opzionali.