Final Fantasy VII Remake non è più un mistero. Abbiamo avuto modo di vederlo all’opera in moltissimi trailer e lo abbiamo anche provato recentemente grazie alla demo disponibile sul PS Store. Noi non vediamo l’ora di sviscerare per bene questa prima parte in uscita il prossimo 10 aprile. Abbiamo così deciso di mettere insieme un elenco con i 7 motivi per cui dovreste anche voi attendere con impazienza Fantasy VII Remake.
1- Una sinfonia familiare
La serie Final Fantasy ha dovuto parte del suo successo globale anche alle colonne sonore davvero superlative e Final Fantasy VII Remake non sarà da meno (dato che comunque sarà ripresa almeno in parte dal titolo originale). Chi conosce bene Final Fantasy sa quanto la saga sia legata a doppio filo al nome di Nobuo Uematsu, lo storico compositore giapponese che creato per intero le colonne sonore di tutti i capitoli fino al decimo. Per motivi di salute, Uematsu ha scritto solo un tema inedito per il remake di FFVII.
I nuovi arrangiamenti dei suoi brani sono stati invece affidati al duo di compositori Masashi Hamauzu e Mitsuto Suzuki, che hanno avuto l’onere e l’onore di rimettere mano a un repertorio sonoro a dir poco imponente, tanto per importanza storica che per quantità.
2- Un nuovo cast
Alcuni fan del titolo originale avranno notato che alcuni personaggi sembrano un po’ diversi, questo è perché non hanno solo apportato alcune modifiche al character design, ma hanno anche doppiatori completamente nuovi, persino Cloud, il protagonista iconico del gioco.
Da ciò che abbiamo potuto modo di vedere e sentire però sembra che Square Enix abbia fatto centro con il nuovo cast, riuscendo a catturare l’essenza dei vari personaggi, come la dolce natura di Aerith oppure personalità tosta di Barret.
Per quelli che lo stanno chiedono, ecco l’intero nuovo cast vocale:
- Cloud, doppiato da Cody Christian (All American, Teen Wolf)
- Barret, doppiato da John Eric Bentley (Transformers: Revenge of the Fallen, Independence Day: Resurgence)
- Aerith, doppiata da Briana White (Criminal Minds: Beyond Borders, Occupants)
- Tifa, doppiata da Britt Baron (GLOW)
- Jessie, doppiata da Erica Lindbeck (Spider-Man, Persona 5, ThunderCats Roar)
- Biggs, doppiato da Gideon Emery (Star Wars: The Clone Wars, Teen Wolf)
- Wedge, doppiato da Matt Jones (Breaking Bad)
- Sephiroth, doppiato da Tyler Hoechlin
3- I parallelismi di un capolavoro
Quando si sente parlare di “remake” o “remaster” c’è sempre il pensiero che gli sviluppatori siano a corto di idee così decidono di riproporre una vecchia gloria del passato, magari con il minimo sforzo. Durante tutto il ciclo vitale dell’attuale generazione infatti ci sono stati solo una manciata di giochi rifatti che sono stati davvero degni, come Resident Evil 2 dello scorso anno (o il terzo capitolo che uscirà a breve), Shadow of the Colossus, e pochi altri.
Final Fantasy VII Remake è stato completamente rifatto. Questo è ovvio, lo so, visto che l’originale è stato rilasciato sulla prima PlayStation, ma da ciò che abbiamo potuto vedere è quasi irreale la minuzia di dettagli e la cura nel rendere questo gioco completamente nuovo. Tuttavia, con questo remake, Square Enix ha comunque (e giustamente) deciso di cercare di mantenersi il più fedele possibile all’opera originale. Si potranno riconoscere alcune scene iconiche ed ii più attenti potranno notare che anche alcuni percorsi e diverse posizioni dei terminali sono rimaste esattamente gli stessi. Gli sviluppatori vogliono assicurarsi che questa sia una nuova esperienza ma che ricalchi il capolavoro passato così da piacere sia ai vecchi che ai nuovi fan.
Final Fantasy VII è un gioco enorme, e forse era davvero un’impresa impossibile rendergli giustizia del tutto senza ricorrere alla divisione in capitoli che è stata operata da Square Enix con il remake. Quello che uscirà il prossimo 10 aprile, infatti, è solo il primo di una serie di giochi di cui, per altro, ancora non conosciamo il numero. Sì, è vero, la paura che non riusciremo mai a vedere il progetto nella sua interezza è tanta (solo questo primo episodio ha richiesto ben cinque anni di lavoro). A consolarci c’è almeno la consapevolezza che il secondo è già in sviluppo e che i tempi di produzione stavolta dovrebbero essere decisamente ridotti.
4- Il nuovo sistema di combattimento, tra vecchio e nuovo
Mentre la modalità Classica vi consente di utilizzare il gameplay a turni dell’originale, il nuovo combattimento di Final Fantasy VII Remake catapulta il titolo direttamente nel 2020.
Una volta i combattimenti erano a turni e si svolgevano in uno scenario a sé stante, una specie di arena in cui il giocatore veniva sbattuto dentro casualmente per poi tornare alla mappa da esplorare non appena terminato lo scontro. Aspettare il proprio turno per attaccare e contrattaccare non ci sembrava poi così innaturale, non più di quanto non lo fosse tutto il resto. Oggi che i ritmi sono più frenetici e incalzanti, con azione e narrazione più coese che mai, anche FFVII si è adattato e così il suo sistema di gioco, che ora mescola strategia e combattimenti in tempo reale.
Gli attacchi di base sono facili da eseguire (semplicemente premendo o tenendo premuto il tasto quadrato), ma lo sono anche le abilità speciali con il tempo che rallenta in modo da poter dedicare qualche secondo per decidere quale magia o effetto utilizzare. La possibilità di scegliere come combattere e con quale personaggio del vostro gruppo non solo rende le battaglie belle, ma porta un nuovo livello di strategia. Con un rapido tocco del D-pad potete passare da un membro del gruppo all’altro, permettendovi di sfruttare il loro set di mosse in modo da potervi concentrare su diversi nemici all’interno di una battaglia, magari alcuni non raggiungibili con un semplice attacco in mischia.
5- Ho scelto te
Le evocazioni sono sempre state una parte importante del franchise di Final Fantasy, un aiuto spesso necessario quando si sta lottando contro un particolare boss. Chi ha giocato alla versione originale ai tempi della prima PlayStation ricorderà bene la prima volta che ha usato una Materia per evocare Shiva, la prima vera summon del gioco. Proprio questo aspetto è tra quelli che incuriosisce di più in Final Fantasy VII Remake.
I requisiti per le evocazioni in Final Fantasy VII Remake saranno ovviamente l’aver equipaggiato la Summon Materia sul personaggio e poi affrontare combattimenti contro i boss o altri nemici particolarmente forti. Quando la barra viola sopra a quelle del party si sarà riempita sarà allora possibile evocare la summon.
Una volta evocate, le summon combatteranno al fianco del party restando sul campo di battaglia. Ogni volta che la barra ATB del personaggio che ha castato l’evocazione sarà piena si potrà scegliere una delle abilità speciali particolarmente potenti. La summon resterà finché la barra viola non si sarà esaurita e a quel punto userà l’attacco finale. Si tratta, evidentemente, di un sistema che ricorda molto da vicino gli Esper visti nel dodicesimo capitolo della serie.
6- Il volto della bellezza
Siamo ormai da qualche mese nel 2020, la tecnologia si è evoluta e il fotorealismo non è più una chimera ma addirittura uno standard, a certi livelli di produzione. Nel 1997 Cloud, Barret, Tifa e soci erano poco più che dei pupazzi realizzati con uno stile definito “super deformed”, e anche quando si mostravano con proporzioni più appropriate (ad esempio nei combattimenti e nei filmati di intermezzo) il realismo non era comunque di casa da quelle parti. Oggi, nel remake, possiamo vedere i personaggi di Final Fantasy VII in tutto il loro splendore grazie a un processo di ammodernamento che li ha portati molto più vicini a sembrare abitanti del mondo reale, senza però togliere loro quella bellezza patinata e impossibile che ci ricorda con un solo colpo d’occhio l’universo immaginario dal quale provengono.
7- Bentornati a Midgar
Gli effetti visivi non colpiscono solo quando si tratta di animazioni dei personaggi: anche se la stessa Midgar si è evoluta. a città che fa da sfondo all’avventura, è senza dubbio stata una delle componenti ad aver richiesto maggiore attenzione.
Il produttore Yoshinori Kitase e il co-director Naoki Hamaguchi hanno parlato di questo aspetto dello sviluppo in un intervento apparso tra le pagine del blog di PlayStation. Sappiamo già che la parte esplorabile di Midgar sarà più grande e ispirata alla rappresentazione più realistica (e diurna) che è stata data della città nel film Advent Children: “Uno degli elementi principali che volevamo modificare erano le proporzioni della città stessa. L’originale non era molto realistica, se si confrontano le dimensioni dei singoli edifici con quelle dell’intera città. Midgar era anzi piuttosto rozza; abbiamo quindi fatto in modo di renderla realistica. Gli spazi tra gli edifici, la loro densità… questo è uno degli aspetti principali che abbiamo deciso di modificare”.
Verranno mostrate anche alcune scene di quotidianità che mettono in mostra la vita dei cittadini della plumbea metropoli: “Ci tenevamo molto a mostrare la vita quotidiana dei cittadini di Midgar […]. La versione originale catapultava il giocatore direttamente nella missione in cui viene piazzata la bomba. […] Però trovandosi catapultati nella situazione di panico successiva al bombardamento è impossibile capire come questo evento abbia interrotto le vite quotidiane degli abitanti e che impatto abbia avuto. Ecco perché abbiamo scelto di cominciare con una scena pacifica”.
Un primo assaggio ce lo ha dato il trailer della sequenza introduttiva del gioco che trovate di seguito.
Sicuramente abbiamo ancora qualche riserva sul progetto messo in atto da Square Enix, come ad esempio la suddivisione ad episodi. Siamo fiduciosi però sul lavoro di Nomura ed il resto del team, non ci resta che attendere il prossimo 10 aprile per ritornare finalmente a Midgar su PlayStation 4.