Finalmente fa il suo esordio su Switch anche Fire Emblem: Three Houses. Saranno riuscite Intelligent Systems e Koei Tecmo a creare un titolo capace di soddisfare i fan? E, soprattutto, a far riprendere un brand che con gli ultimi titoli pubblicati si era un po’ perso? Per scoprirlo, gustatevi la nostra recensione sull’ultimo titolo in esclusiva Nintendo!
NB: Gli screenshot saranno tutti in lingua inglese, ma è presente anche la localizzazione italiana
Una storia che inizia
La storia di Fire Emblem: Three Houses si svolge nel continente di Fódlan, controllato politicamente da tre grandi potenze: l’Impero Adrestiano, il Sacro Regno di Faerghus e l’Alleanza di Leicester. Al centro del continente troviamo invece il Monastero di Garreg Mach, a cui si deve la pace in cui si trova il mondo all’inizio della storia. Ci si accorge subito che il mondo di gioco ha un design migliorato rispetto ai capitoli precedenti, infatti ci troviamo davanti una realtà in continua evoluzione e con nuovi aspetti tutti da scoprire.

Ecco il nostro avatar!
In questa ambientazione avranno luogo quindi tutti gli avvenimenti che coinvolgeranno il nostro avatar, di nome “Byleth“, che sarà possibile personalizzare e rendere maschio o femmina (è possibile anche cambiare il nome, se Byleth non vi aggrada).
Byleth, tutto ad un tratto, si ritroverà ad essere per la prima volta insegnante presso l’Accademia Ufficiali del monastero di Garreg Mach, senza aver mai avuto una preparazione in questo campo. Utilizzerà quindi la sua esperienza da mercenario/a. Inoltre, una strana ragazza sembra risiedere nella sua mente, di nome Sothis: ella ha il potere di riavvolgere il tempo, e proprio questa abilità aiuterà Byleth nel corso della sua avventura.
Non resta quindi altro che rimboccarsi le maniche e scegliere una delle tre case messe a disposizione.

Ecco una delle tante ambientazioni
Le tre case sono:
- Le Aquile Nere, che raccolgono i cittadini dell’Impero Adrestiano;
- i Leoni Blu, che raccolgono i cittadini di Faerghus;
- i Cervi Dorati, che raccolgono i cittadini dall’Alleanza del Leicester.
La scelta della casa è molto importante, perché modellerà la storia facendola evolvere in modi diversi. Soprattutto, questa scelta peserà parecchio nella seconda parte del gioco – su cui non è possibile dire altro o si cadrebbe nello spoiler!
Seguendo il calendario
Questo nuovo capitolo di Fire Emblem ha un sistema di progressione del tempo piuttosto particolare, che segue appunto un Calendario in cui ogni mese corrisponderà ad un nuovo Capitolo e che vedrà lo svolgimento di lezioni, il tempo libero la domenica e, alla fine del mese, la battaglia che avanzerà la trama al mese successivo. Nulla da dire su questo sistema, funziona alla grande e soprattutto ci si abitua subito grazie ai tutorial mascherati da missioni, che vi permetteranno di avere sempre maggiore confidenza con questo sistema.
Tanta esplorazione
Il gioco offre tantissima esplorazione e numerosissime attività, come muoversi liberamente nel monastero, andare a pescare, missioni secondarie, il mercato e l’arena. Tutte queste attività vi impegneranno davvero molte ore di gioco, soprattutto chi vuole dare il massimo nella fase esplorativa. Quest’ultima è promossa a pieni voti, presenta buoni spunti e risulta molto divertente e piacevole.
Non solo: altra importante meccanica migliorata è sicuramente l’interazione con i numerosi personaggi che incontreremo nel corso della nostra avventura, tutti con un background ben definito, dialoghi ben scritti e mai banali e conversazioni sempre più emozionanti.
Il lavoro da insegnante

Insegnante modello!
Ogni lunedì Byleth dovrà insegnare agli studenti nuove nozioni di combattimento: questa fase di gioco è molto importante, dato che permette di formare i personaggi sulle loro classi di combattimento. Inoltre, a differenza dello scorso capitolo, in Three Houses non sarà la classe a scegliere le armi, ma saranno le competenze a determinarle. Avrete, in aggiunta, un numero di studenti a cui dare lezioni ed un limite di volte in cui sarà possibile insegnare ad un singolo studente. In fase di insegnamento potremo quindi migliorare pian piano ognuna delle competenze, aumentandone il livello, cosa che non solo permetterà di usare armi più potenti, ma talvolta farà anche imparare alle unità nuove abilità, magie o tecniche di combattimento a esse legate. Lo scopo ultimo, però, sarà naturalmente riuscire a portare il personaggio alla classe che desideriamo attribuirgli. A differenza dei titoli precedenti e come già detto sopra, infatti, non è più la classe a determinare le armi utilizzabili, ma sono proprio le competenze a determinare la probabilità di superare l’esame per poter passare a una classe. Quindi ora dovremo preoccuparci delle competenze che andiamo ad insegnare ai nostri studenti.
Ora di combattere!
Finalmente passiamo al succo del gameplay, ovvero il combattimento, che presenta tanti nuovi nemici e molte mappe. Fire Emblem: Three Houses è un JRPG strategico a turni con classi, abilità ed esperienza da guadagnare, lati in cui riesce a innovarsi e distaccarsi dai classici “colleghi” del genere. Il sistema di combattimento presenta elementi interessanti: certo, è il solito strategico a turni, ma c’è stato l’addio alla triangolazione delle armi, quel sistema alla “carta-forbice-sasso” sul quale si è quasi sempre basata la serie. Ora, al suo posto, abbiamo tecniche di combattimento e diverse abilità che sostituiscono suddetta triangolazione più che egregiamente.
I primi Capitoli mostrano mappe piuttosto semplici, ma con l’avanzare della avventura avrete a che fare con mappe molto più complesse: queste sono ben sviluppate, presentano grande ampiezza e molti punti di interesse per poter affrontare il nemico al meglio delle vostre forze, ma soprattutto sono ulteriormente fruibili utilizzando il potere del riavvolgimento del tempo per ripercorrere le vostre azioni in caso non ne foste soddisfatti.
Ci sono novità anche per quanto riguarda le truppe alleate, che si muovono indipendentemente dalle nostre azioni e ci aiutano nell’attaccare il nemico, e in aggiunta dovremo affrontare nuovi nemici denominati semplicemente “mostri”: questi sono all’apparenza molto potenti e capaci di occupare 4 caselle, quindi dovremo studiare un approccio d’attacco completamente diverso. Insomma, il gameplay di Fire Emblem: Three Houses è divertente e con tante abilità da scoprire. La difficoltà aumenta col progredire del gioco, che risulta molto profondo grazie alle tantissime meccaniche tutte da scoprire. Pecca di tutto ciò è il comportato tecnico del gioco, che va a smorzarne tutta l’azione.
Lato tecnico e comparto audio
Purtroppo Koei Tecmo, che si è occupata del comparto tecnico, non ha proprio realizzato un lavoro egregio. Sono presenti infatti problemi di stabilità del gioco e un dettaglio grafico molto scarno con vari bug per quanto riguarda il caricamento delle texture – soprattutto nel mondo aperto. Per quanto riguarda il comparto audio non si può invece dire nulla, anzi, la soundtrack è spettacolare e accompagnerà benissimo tutte le nostre azioni giornaliere e i vari combattimenti che andremo ad affrontare.
In Conclusione
In definitiva, Fire Emblem: Three Houses è un ottimo titolo e Intelligent Systems ha lavorato benissimo, per innovare il brand con nuove importanti novità. Davvero peccato per quanto riguarda il lato tecnico curato da Koei Tecmo, che risulta davvero scarno. Buone le musiche ed il lato artistico in generale, ma soprattutto buonissima l’interazione con i personaggi che offrono davvero tanti spunti interessanti e dialoghi con argomenti sempre diversi: questo contribuisce enormemente ad approfondire i rapporti ed avere una certa empatia con i personaggi con cui andremo a parlare. Nota d’onore anche all’esplorazione, forse una delle migliori mai viste ultimamente. In conclusione: se possedete Switch, vale certamente la pena acquistare l’ultimo titolo della saga Fire Emblem. Piacerà ai fan di vecchia data ed ai nuovi? Sì, sì ed ancora sì. Nintendo si mostra ancora una volta come una delle case capaci di sfornare esclusive di altissima qualità.