Apro subito con tutta la franchezza di cui dispongo: Boundary è probabilmente il titolo che meno mi ha convinto tra quelli testati nelle sessioni private della meravigliosa Business Area alla Gamescom 2019. Anzi, ahimè, senza il “probabilmente”. Ovviamente però, non siamo qua per dare i nostri pareri, ma più precisamente per spiegarvi come siamo arrivati a generarli. Di conseguenza, procediamo con l’illustrare le mie ragioni per affermare ciò.
Innanzitutto, sembrerà banale, ma a quanto pare non lo è considerando che alcuni studi di sviluppo continuano a ripetere il fenomeno: perché, chi vuole proporre un prodotto all’utenza internazionale, non vede come una priorità assoluta il garantire un livello linguistico perfetto perlomeno nell’inglese? Specialmente alla fiera videoludica più grande del mondo, oserei dire che un buon inglese sia ben più che un obbligo.
Il peggio, però, è arrivato quando mi sono accorto che persino i documenti testuali riservati alla stampa riportavano errori imbarazzanti, conferma di una palese, innegabile negligenza e del mancato interesse da parte di Surgical Scalpel nel garantire una comunicazione chiara e cristallina all’utenza globale. Tutto ciò è onestamente al limite dell’inaccettabile per quanto riguarda il mondo videoludico, ma non mi esprimerò oltre sul topic. Passiamo piuttosto alla parte prettamente videoludica!
Boundary si presenta come un’esperienza FPS multiplayer competitiva interamente ambientata nello spazio, contornata da elementi classici delle componenti multiplayer del genere in questione e con qualche contaminazione derivata dall’altrettanto fortunato genere MOBA, come ovviamente il salire di livello durante la partita. Ovviamente, per “interamente ambientata nello spazio”, avete ben capito che il gameplay sarà basato sull’assenza di gravità. Come avrete altrettanto già immaginato, questo espande enormemente le scelte tattiche che potrete elaborare prima e durante la battaglia, il che porta le vostre opzioni ad una rosa ancora più vasta.
Per muovervi avrete ovviamente a disposizione diversi strumenti, con protagonista gli ovvi jetpack e rampino. Riguardo al vostro equipaggiamento, invece, sarà davvero parecchio personalizzabile. Forse anche troppo. Negli appena venti minuti di gameplay mostrati all’incontro, il lead developer ha spiegato che “tutto può diventare tutto”, ma non ha effettivamente dimostrato se ci sia o meno un’utilità nel trasformare una pistola in una sorta di “pistola da cecchino”. Più interessante la suddivisione dei proiettili apparentemente molto “game-changing” come avviene ad esempio sui simulatori di guerra su veicoli come World of Warships o War Thunder: sono divisi in penetranti (AP), esplosivi (HE), elettromagnetici (EMP), e chissà, forse ne avremo altri o forse no, dubbio dovuto all’esposizione non sempre all’insegna del dettaglio e della completezza. Al di là di questi dubbi, però, la personalizzazione sembra essere vastissima e, devo riconoscerlo, esteticamente davvero molto ben realizzata. A proposito di estetica, devo dire che il gioco è apparso molto convincente, ma riguardo alla funzionalità devo segnalare diversi cali di frame ed alcuni frangenti in cui la risoluzione sembrava crollare di botto, come succede nelle fasi più concitate di Fade to Silence. O meglio, spero sia più corretto dire “come succedeva”, ma non ho il coraggio di andare a controllare se THQ Nordic abbia sistemato o meno quel ridicolo problema in quello sfortunato gioco carico di potenziale.
Bando però agli off topic, e torno al succo della questione. In Boundary potrete scegliere diverse classi facilmente identificabili: assalto, medico, assassino, cecchino, scout e supporto. Anche qua, non mi è stato detto cosa differenzierà ogni classe nei dettagli, e sapendo che potremo sostanzialmente trasformare ogni arma in ciò che vorremo, la ritenevo un’informazione vitale. Relativamente alle partite, invece, sappiamo già che avremo quattro modalità con un massimo di 10 giocatori: Deathmatch a squadre, Tutti contro tutti, “Cattura la struttura” (dominio), e “Epurazione orbitale”, che i signori in questione hanno pensato di non definire se non con “Elimination based”. Battle Royale? Probabilissimo, ma non possiamo confermarlo al 100%. Insomma, diciamo che con una libertà del genere non ci aspettavamo di certo solamente 4 modalità, per giunta superstandard. Stesso discorso per le mappe: per adesso ne sono state confermate solamente 5.
Un’altra cosa che non mi ha affatto convinto è stata la predisposizione degli sviluppatori nel citare elementi davvero standard – presenti in tutti i giochi del genere – con un tono da innovazione, e per giunta in maniera ripetuta. Posso apprezzare che mi si dia la scelta di scegliere tra diversi tipi di mirino, ma se mi si prova a vendere quest’informazione come qualcosa di anche solamente un filo peculiare, l’unico effetto ottenibile è quello di farmi storcere il naso. La parte più bassa è stata quando, dopo due minuti spesi ad illustrare il perché della loro scelta di affidarsi alla mira con lo stick analogico + mira tramite il movimento sixaxis, sono passati ai fatti dimostrando il tutto nel gameplay. O perlomeno, provando a farlo. Ve la sintetizzo così: immaginate di dare, ad una persona che ha giocato tutta la vita con sensibilità a 2/10, un joypad con la sensibilità impostata a 32/10. Non scherzo, purtroppo, e mi sono ritrovato spessissimo in una situazione in cui lo sviluppatore si ritrovava letteralmente a mirare lo spazio aperto più vuoto dopo aver perso l’orientamento, invece che avere focus sul suo nemico. Molto, molto male, anche perché capirete da soli che giudicare il gunplay fosse un compito completamente impossibile.
Detto ciò, a differenza di quanto suggeriscono i miei toni e le mie informazioni, non voglio che rimanga nascosta la parte di me che pensa che tutti questi problemi possano essere puramente passeggeri. Specialmente se i ragazzi di Surgical Scalpels faranno di più per aprirsi alla community globale, una buona parte di questi problemi (facilmente identificabili, in aggiunta) sarà sottolineata da una marea di feedback difficilmente ignorabile. Spero quindi di essere realista più che ottimista nel dire ciò, e chiudo questo speciale su Boundary con un buona fortuna a questo interessante progetto.
Non mi resta che dirvi che Boundary arriverà su PS4 e PC, con piani per un port su Xbox One. La data d’uscita non è ancora definita precisamente, ma ci accontentiamo tranquillamente del primo quarto del 2020 come finestra temporanea. Sperando che Surgical Scalpels utilizzi bene i mesi rimasti per affinare il tutto, non mi resta che augurarvi una buona lettura di tutti gli altri speciali Gamescom 2019 sul nostro sito, che vi sconsiglio caldamente di perdere!