Dal 26 Marzo è disponibile su Xbox One, PC e PS4 il nuovo videogame survival di Avalanche Studio sotto etichetta THQ Nordic, ossia Generation Zero. L’incipit ci trasporta in una Svezia che dopo la seconda guerra mondiale ha cercato di evitare le conseguenze di una futura guerra, sviluppando una nuova tecnologia militare, denominata Total Defense. Tuttavia questa strategia difensiva sembra essersi ritorta contro il paese scandinavo, riversando per le strade un corposo numero di robot. Questi saranno pronti ad aprire il fuoco contro ogni forma di vita organica. Di conseguenza le persone hanno abbandonato le loro case e auto, scomparendo quasi nel nulla.
Al fine di capire cosa sia accaduto agli umani, il personaggio si immergerà, camminando a lungo, nella natura in solitaria o in cooperativa. In particolare questa modalità può permettere a più utenti di collaborare tra loro, condividendo risorse e punti esperienza, dando al gameplay un sapore quasi strategico. Tuttavia ci si trova a svolgere le stesse azioni e missioni, che si possono completare da soli, senza aggiungere contenuti o modalità dedicate, offrendo solamente la possibilità di divertirsi insieme ad un gruppo di amici.
Meccaniche base
Inizialmente ci troveremo su una sorta di spiaggia in vicinanza di una casa abbandonata. Al suo interno e nella fase iniziale saremo introdotti alle principali meccaniche legate alla configurazione dei comandi. In primis, un elemento fondamentale per il genere survival, il loot. Nello specifico potremo raccogliere oggetti di vario genere negli edifici e nelle macchine che incontreremo, raccogliendoli sfusi o frugando all’interno di casse e altri contenitori. In questo modo ci riforniremo di strumenti che possiedono diverse funzionalità, come quella di curarci o distrarre i vari nemici. All’atto pratico troveremo armi, munizioni, kit medici, bengala, siringhe d’adrenalina, binocoli, e altri di vario tipo.
Data la grande presenza di oggetti da raccogliere, sarà ovviamente presente anche un inventario, la cui gestione e uso risultano a tratti macchinosi. Sebbene se ne sbloccheranno altri, fin da subito avremo un certo numero di slot disponibili e questi saranno abbastanza sufficienti per contenere lo stretto indispensabile. Infatti per usufruire di determinate risorse, bisognerà assegnarle ai tasti di scelta rapida e l’azione va ripetuta ogni volta che le scorte terminano. Un sistema piuttosto simile è stato adottato per le munizioni dato che si deve assegnare manualmente dall’inventario queste all’arma corrispondente. Inoltre non sempre munizioni per la stessa arma saranno viste come un unico oggetto e visto che non sarà possibile unire scorte diverse delle stesse munizioni, come invece succede per altri oggetti, il giocatore sarà costretto a occupare slot dell’inventario con oggetti della stessa tipologia. Tutto si traduce in meccaniche piuttosto fastidiose, non immediate e frustranti.
Combattere per sopravvivere
Come già detto, la natura è dominata dai robot e di conseguenza il giocatore li incontrerà più volte nel suo pellegrinaggio nella mappa. La collocazione dei nemici segue un principio di progressione incrementale che assegnerà alle zone successive un numero crescente di tipologie di robot. Eppure nonostante questa scelta di design, che cerca di dare un’idea di progressione dell’esperienza, è facile desiderare una maggiore varietà di nemici. Allo scopo di eliminarli si usano tre delle armi ritrovate, come pistole, fucili a pompa o di precisione, ma anche di trappole. Inoltre l’intelligenza artificiale dei nemici non è purtroppo delle migliori, anzi sarà facile riuscire a sfruttare una loro mancanza a nostro vantaggio. Tuttavia qualora i nemici fossero in gruppo risulterebbe naturalmente più appagante, riuscire ad avere la meglio.
In ogni caso per facilitare i combattimenti, con un approccio simil stealth è possibile procedere accovacciati in modo da essere meno visibili ai sensori delle unità ostili. Questa strategia spesso però sarà utilizzata per ottenere una posizione di vantaggio sui robot piuttosto che per scappare. Infatti il videogioco assegnerà alla vittoria degli scontri un maggior numero di punti esperienza che saranno necessari per far avanzare, in maniera piuttosto lenta, il livello del nostro personaggio. Ad ogni incremento sarà assegnato un punto abilità, che sarà possibile spendere per sbloccare potenziamenti, suddivisi in quattro tipologie diverse.
Ambienti
Generation Zero ci porta inizialmente in un editor dei personaggi, la cui personalizzazione segue dei preset piuttosto generici e scarni, per poi proiettarci all’interno della mappa di gioco. Essa, tutta da esplorare, è sconfinata e al suo interno troviamo paesaggi anche evocativi, come pianure sconfinate, foreste, zone rocciose e coste. Essi prendono vita attraverso un ottimo sistema di illuminazione, creato grazie all’Apex Engine, in un ciclo giorno-notte caratterizzante i vari ambienti. Eppure ci troviamo dinnanzi una natura troppo dispersiva e spoglia, anche se molto fedele alla controparte reale, per essere la giusta ambientazione per Generation Zero.
Difatti per la maggior parte del tempo si dovrà camminare, coprendo grandi distanze senza l’uso di veicoli e con un accompagnamento sonoro minimale, anche se ben realizzato. L’unico modo per intervallare questa azione negli spostamenti è un sistema di viaggio rapido, che consente però di raggiunge solo specifici “centri urbani”. Questi, così come alcuni bunker sparsi per la mappa, sono caratterizzati negli interni dei loro edifici da un lavoro di copia-incolla eccessivo. Inoltre nell’esplorazione ci potremo imbattere in alcune missioni tutt’altro che incisive, ottenute messaggi audio e non, che si traducono nella esplorazione di luoghi per ottenere indizi e informazioni. Infine ci sarà la possibilità di incorrere nel game over. Quindi, a meno di non consumare una siringa d’adrenalina, dovremo selezionare una delle location adibite al respawn per poi raggiungere il punto della nostra morte, riaffrontando nemici già eliminati.
Approfondendo il lato meramente tecnico della produzione non si può nascondere come la versione PC, oggetto della recensione, non abbia ricevuto la giusta cura dagli sviluppatori. Difatti, nonostante dei requisiti software non esosi, saranno presenti dei difetti tecnici come compenetrazioni tra oggetti o piccoli scatti dell’immagine. Di contro segnaliamo una ottimizzazione migliore per la versione PS4, avendo avuto la possibilità di provare anche quella.
Conclusione
Sintetizzando, Generation Zero rimane sicuramente un’occasione sprecata. Il videogioco offre un’esperienza che si avvicina al genere dei survival ma nel complesso risulta poco appagante e non pienamente integrante tutti i suoi elementi. A partire da un’ambientazione, che sebbene esteticamente giovi dell’uso dell’Apex Engine, risulta mal contestualizzata. Insomma il nuovo lavoro di Avalance Studio rimane una fucina di idee e buone intenzioni non sviluppate pienamente, con il profondo rammarico di chi inizialmente ha provato a dargli fiducia.