Dopo 8 anni dal terzo capitolo e dopo 5 da Ascension, Kratos torna sui nostri schermi con God of War. I ragazzi di Santa Monica hanno però deciso di cambiare completamente non solo la struttura del gameplay ma anche l’importanza della trama, ora più rappresentativa che mai. Abbiamo passato molte ore in compagnia del dio greco e di suo figlio Atreus, addirittura lo abbiamo platinato, e ci sentiamo quindi pronti a raccontarvi questa nuova avventura, giunta nelle terre del nord. Non scomoderemo, infatti, né Zeus né Poseidone, ma faremo la conoscenza di Thor, Odino, i Giganti, Baldur e molte altre divinità norrene. Insomma questo nuovo God of War per PlayStation 4 ha cambiato pelle, con una nuova telecamera, un nuovo sistema di combattimento ed una narrazione che lascia spazio ad uno o più seguiti, sicuri che possa essere il primo di una nuova trilogia che vedrà il nostro amato Kratos alle prese con le leggende ed i miti nordici. Scopriamo insieme pregi e difetti di un titolo che si preannuncia uno dei must have per i possessori della console targata Sony.
Stesso Kratos, diverso scopo
Dopo il finale di God of War III nessuno di noi si poteva aspettare un sequel diretto, ma all’E3 del 2016 i ragazzi di Santa Monica hanno sgretolato completamente questa sicurezza, mostrandoci un Kratos sicuramente più invecchiato e, pur di lasciarsi alle spalle gli eventi accaduti in Grecia, scappato a Nord, con una nuova famiglia e un figlio da dover crescere da solo per la morte della madre. In quel momento tutti noi, o quasi, avevamo pensato ad un reboot, invece dai trailer e dalle affermazioni successive del creative director Cory Barlog si è scoperto che si trattava di un vero e proprio sequel. Il nuovo God of War, infatti, è ambientato anni dopo gli eventi accaduti nel terzo capitolo e in una regione straniera per uno spartano come Kratos, le terre nordiche. Qui ha conosciuto e sposato Faye, e insieme hanno avuto un figlio, Atreus. Poco prima di morire, come ultima volontà, la donna ha chiesto che le sue ceneri fossero lanciate dal picco più alto del mondo. I due decidono, anche per scappare da uno Sconosciuto che ha cercato di ucciderli, di partire alla volta della montagna più alta, scoprendo solo in cima che il vero punto più alto della Terra non fosse in quel regno ma a Jötunheim, la terra dei giganti. Kratos, spinto dalla determinazione del figlio, decide di continuare il viaggio pur sapendo quanti pericoli e ostacoli avrebbero dovuto superare. In questo viaggio il nostro eroe farà la conoscenza di numerosi personaggi, tutti ottimamente scritti e doppiati. E’ proprio il doppiaggio uno dei punti più alti raggiunti da quest’opera, con delle vette che forse nemmeno gli Uncharted riescono a raggiungere. Ogni NPC che incontreremo ci aiuterà a capire meglio il filo della narrazione, ci farà conoscere più approfonditamente quel personaggio o quel mito, addirittura da un certo punto in poi avremo una vera e propria enciclopedia parlante in grado di spiegarci meglio tutte le leggende raccontate, il tutto riportato sul diario del ragazzo, raggiungibile con la semplice pressione di un tasto. Per farla breve, tutti gli amanti dei miti norreni si troveranno di fronte ad una collezione interattiva ed esatta di tutti o quasi le più importanti storie riguardanti gli dei nordici. Odino, Thor, i Giganti, Baldur, le Valchirie, il Serpente del mondo (anche chiamato Jormungand), Modi e Magni sono solo alcuni dei personaggi sui quali potremo sentire miti e leggende, ma visiteremo anche Helheim e parleremo del Valhalla nonché di molte altre ambientazioni sia visitabili che non. C’è solo un dio che non viene mai nominato, Loki, ma vi lasceremo la sorpresa della scoperta.
Nuova ambientazione, nuova arma
Se la trama principale è diventata un punto fondamentale per questo nuovo God of War a differenza degli altri, il sistema di combattimento è quello più rivoluzionato. Kratos si è lasciato da parte le Lame del Caos e ha “fatto amicizia” con il Leviatano, un’ascia da battaglia con il potere del ghiaccio e la stessa abilità del martello di Thor, ovvero la possibilità di tornare al proprietario nel caso in cui venga lanciata. Ma non è solo l’arma principale ad essere cambiata, anche la telecamera non è più fissa ma è libera ed alle spalle del nostro dio. Questo ha comportato, almeno inizialmente, a lasciare da parte le orde di nemici che si scagliavano sull’eroe per far sì che il giocatore si concentrasse di più sulle combo da fare che sul button mashing. Ad un appassionato della serie per le prime ore di gioco, infatti, non sembrerà nemmeno di giocare ad un God of War, troppo lento e ragionato per un titolo che ci ha sempre abituato a picchiare centinaia e centinaia di nemici in pochissimo tempo. Ma dopo questo primo impatto e con una esperienza maggiore con il combat system si tornerà alle origini. Peccato solo per la poca varietà di nemici, soprattutto per i mid boss, in totale 3. Dovremo affrontare lupi, Draugr, Redivive, Incubi, Elfi Scuri, Viandanti e poco altro come nemici base e Troll, Orchi e Mangia-Anime come mini boss. Per quanto riguarda le vere e proprie boss fight non ce ne saranno molte nel corso del nostro viaggio, ma quelle poche saranno tutte indimenticabili. Non aspettatevi le enormi creature affrontate nel terzo capitolo o in Ascension, questa volta saranno più piccole ma molto più spettacolari.
Questo God of War si apre anche a nuove meccaniche, come quelle da gioco di ruolo, con statistiche e potenziamenti di armi ed armature tramite degli oggetti trovati esplorando le varie aree. Il Leviatano, così come lo scudo e l’arco di Atreus avranno degli alberi di abilità da sbloccare, con nuove mosse e nuove combo. Potremo creare armature con la possibilità di incastonare delle gemme per potenziare le statistiche come Forza, Difesa, Vitalità e così via, ed anche ottenere abilità attive o passive che ci aumenteranno la velocità di scatto o la possibilità di facilitare lo stordimento dei nemici per poter fare una finisher e molto altro ancora. L’arma potrà essere equipaggiata con un talismano che, oltre ad aumentare il nostro livello, ci fornirà un attacco extra, così come le due mosse speciali, richiamabili con la semplice pressione di due tasti e livellabili a loro volta. Ogni mossa avrà un proprio cooldown e potrà essere scambiata anche durante il combattimento, a patto che sia pronta all’uso. Lo stesso Atreus avrà la propria armatura, migliorabile, ed il proprio attacco runico. Inoltre il nostro spartano potrà attivare la Furia di Sparta, una sorta di rage mode dove utilizzeremo solo i pugni, ma saremo invulnerabili e molto più cattivi del solito. Ci sarebbe molto altro da dire, come le numerose combo che è possibile concatenare, i diversi tipi di frecce che otterrà il ragazzo per aiutarci negli scontri, l’aiuto sonoro che ci fornirà per poter schivare anche i colpi alle spalle, ma staremo qui fin troppo a lungo; lasciamo quindi a voi la scoperta di un sistema di combattimento rivoluzionato nei migliori dei modi, con animazioni fluide e belle da vedere, ma con qualche criticità soprattutto per quanto riguarda la varietà dei nemici e la frustrazione che si potrebbe provare nell’affrontare alcune sfide veramente toste.
Le terre del nord non sono mai state così belle
Dal punto di vista tecnico i ragazzi di Santa Monica sono riusciti ad alzare l’asticella per quanto riguarda le esclusive targate PlayStation. Certo, il Decima Engine in Horizon Zero Dawn potrebbe essere comunque considerato il livello più alto, dettato anche dal fatto che eravamo di fronte ad un open world, ma in questo God of War bisogna considerare che la telecamera non si stacca mai dalla scena, non vedremo mai schermate di caricamento se non all’apertura del gioco e nel momento in cui si muore per ripartire dall’ultimo checkpoint. Ovviamente ci sono caricamenti nascosti, come quando, ad esempio, si effettua il viaggio rapido o quello tra i vari regni, ma resta il fatto che tutto è stato reso così fluido e ben orchestrato che non pesa, anzi sembra di essere al centro di un vero e proprio film. Parlando un po’ più nei dettagli, il viso e le animazioni facciali di Kratos così come quelle di tutti i personaggi che incontreremo sono formidabili; addirittura durante le varie scene d’intermezzo si può notare come ogni NPC, anche se posizionato in secondo piano, reagisca ad ogni frase di colui che sta parlando. Anche le animazioni durante i combattimenti sono fluide e ben ritmate; lo stesso vale per i nemici, dai più piccoli ai più mastodontici, con dettagli che ci lasciano basiti. E’ presente anche l’interazione con alcuni elementi dello scenario: sarà possibile suonare delle campane o distruggere i vasi per poter aprire determinati scrigni ed ottenere soldi e materiali utili per il crafting; in più si potranno vedere le impronte lasciate da Kratos ed Atreus sulla neve, sulla sabbia o sul fango. Sono tutti piccoli dettagli che però fanno immergere il giocatore nel mondo. Anche l’illuminazione e l’utilizzo dei particellari è stato pensato per molto tempo, così come l’ottimizzazione generale del titolo, il quale risulta fluido in quasi tutte le circostanze su PS4 “liscia”, con un piccolo abbassamento di texture in alcune occasioni, ed una media di 40/50 fps sulla versione PRO, se si utilizza la modalità Framerate, altrimenti si rimane ancorati ai 30 fps con una risoluzione più elevata. Incredibile anche il comparto sonoro, con musiche solenni e indimenticabili e cambi di ritmo nelle fasi più concitate. Sottolineo nuovamente l’ottimo doppiaggio in italiano e non posso che terminare questa analisi con: Kratos è finalmente tornato.
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