Hong Kong è sempre stata considerata una metropoli affascinante ed iconica e nell’immaginario collettivo è sempre rappresentata come la città dalla pioggia battente e dai neon onnipresenti che la proiettano in un futuro decadente dai marcati tratti cyberpunk. Proprio Honk Kong fa da sfondo ad uno dei giochi più crudi e violenti che abbiamo avuto modo di provare in questi ultimi mesi.
I ragazzi di Vreski (giovane software house svedese composta da un team di soli 2 elementi) hanno voluto introdurre la storia di Hong Kong Massacre con uno stile minimale tramite poche immagini che riescono nell’intento di colpire il videogiocatore e a creare quell’atmosfera drammatica che caratterizza le vicende del gioco. Le scene introduttive infatti si limitano a mostrare un uomo dai tratti orientali seduto sul sedile posteriore di un’automobile, il suo sguardo è perso nel vuoto e il suo viso è coperto di sangue. Quell’uomo è un ex agente di polizia intenzionato a vendicare il brutale omicidio della sua partner e il giocatore avrà lo scopo di accompagnarlo nella sua vendetta in quello che sarà un vero e proprio massacro.
Hot Line Hong Kong
Fin da un primo sguardo Hong Kong Massacre può essere facilmente accostato ad Hotline Miami, il gioco che nel 2012 suscitò grande interesse ed apprezzamento da parte di pubblico e critica nonostante le sua grafica minimal retrò. Il gioco di Dennation Games con la sua carica di stile tarantiniano ha avuto il pregio di aver creato un nuovo genere caratterizzato da azione frenetica, tanta violenza e un continuo susseguirsi di “Try and Die” che riusciva a tenere incollato il giocatore allo schermo.
Hong Kong Massacre ha cercato di sfruttare questa formula magica trasportando il tutto in salsa orientale e aggiungendo un pizzico di novità al gameplay. Il gioco non tradisce lo stile classico del genere e si presenta con una visuale top down con una grafica che nonostante la sua semplicità colpisce per la cura dei particolari delle ambientazioni. La vendetta del protagonista si consumerà principalmente in luoghi come appartamenti, uffici, garage, tetti e cortili che si presentano come ambientazioni ben curate e con elementi parzialmente distruttibili. Infatti la scarica di proiettili sparati dal protagonista e dai suoi nemici provocheranno la distruzione di porte, finestre e alcuni altri elementi presenti all’interno dei luoghi che visiteremo durante il gioco.
I comandi risultano fin da subito semplici ed intuitivi, ma ben presto ci si accorge che per padroneggiare al meglio le armi e le abilità del protagonista sarà necessaria molta pratica, prontezza di riflessi e tante ma tante morti. Come i classici del genere il gioco è suddiviso in diverse missioni da completare singolarmente. Ogni missione inizia in una safe zone da cui partire per esplorare lo stage che sarà completato solo quando tutti i nemici saranno stati eliminati. Il giocatore sarà libero di attuare diversi approcci poichè il gioco lascia molta libertà di azione all’interno delle ambientazioni. L’intelligenza artificiale dei nemici è ben realizzata in quanto gli scagnozzi di turno non si lanceranno alla caccia del nostro protagonista ma lo attenderanno per affrontarlo forti della maggioranza numerica. Sarà quindi necessario studiare bene il posizionamento dei nemici prima di buttarsi a capofitto nell’azione.
Style and Bullet Time
L’azione frenetica è la colonna portante di questo gioco e a differenza degli altri esponenti del genere Hong Kong Massacre ha un asso nella manica che gli conferisce un punto stile non da poco, ovvero il bullet time (che ci riporta alla memoria il primo videogame che usò questa caratteristica, ovvero Max Payne). Questo espediente di gameplay, combinato al tasto delle “acrobazie”, conferisce al gioco una varietà di approccio e la possibilità di affrontare un numero maggiore di nemici portando a casa la pelle. Il rallentamento del tempo viene gestito tramite il tasto L2 ed una barra di energia che si consuma mentre si sta usando questa abilità e che si ricarica istantaneamente quando si rilascia il relativo tasto. Nonostante possa essere visto come un vantaggio considerevole, il bullet time in realtà è un abilità che deve essere gestita e padroneggiata al meglio insieme alle acrobazie (che permettono di schivare i proiettili) per poter costituire un’arma vereamente efficace.
Give a man two guns and he is god
La quantità di armi presente in Hong Kong Massacre non è proprio il massimo della varietà, infatti avremo a disposizione solo quattro tipologie di bocche da fuoco: Pistola, Uzi, Fucile a pompa e Fucile d’assalto che si differenziano per rateo di fuoco, velocità di ricarica e potenza. La scelta dell’arma da utilizzare è di importanza strategica, in quanto ad esempio in una stanza piena di nemici è più efficace un arma con un maggior rateo di fuoco e di ricarica per poter eliminare i nemici prima che possano lanciarci addosso una pioggia di piombo. Il fucile a pompa invece risulta molto utile per sorprendere due nemici ravvicinati, uccidendoli entrambi con un colpo, o neutralizzare gli scagnozzi che ignari della nostra presenza passano dietro ad una porta, che andrà in mille pezzi sotto i colpi del fucile. Come avrete capito, a differenza di Hotline Miami non avremo a disposizione alcun tipo di arma da taglio o corpo a corpo. Il gioco assegna di default la pistola ad ogni inizio stage, ma sarà possibile raccogliere le armi lasciate cadere dai nemici abbattuti. Inoltre, si potrà acquisire la possibilità di iniziare lo schema con un’arma diversa da quella standard, spendendo i punti ottenuti sbloccando alcuni obiettivi presenti in ogni livello, che consistono principalmente in completare lo stage in un determinato tempo, non utilizzare il bullet time, non mandare a vuoto neanche un colpo sparato e così via.
Conclusioni
Hong Kong Massacre è un gioco che unisce stile, esaltazione ed azione frenetica. La grafica curata e ricca di dettagli fa sentire il giocatore più a suo agio nonostante una visuale top down che dona al tittolo una sfumatura vintage. Il gameplay è avvincente e spinge a rimanere attaccati allo schermo, ma l’eccessiva essenza punitiva del gioco rischia di far vivere al giocatore un’esperienza frustrante e sopratutto di far lanciare il pad contro la tv (sopratutto quando stai per uccidere l’ultimo nemico e ti colpisce un proiettile vagante).