Far West nello Spazio
I party brawler si stanno moltiplicando a dismisura, sulla scia dell’enorme successo ottenuto negli anni da titoli blasonati che invitano i gamers a darsele di santa ragione in modo divertente e senza troppi calcoli. Uno su tutti, Super Smash Bros. Quello di oggi è un brawler top-down, pubblicato su Switch da Forever Entertainment, giocabile sia online che in co-op locale fino a 4 giocatori, con diversi personaggi selezionabili ed altri sbloccabili ed un buon numero di arene disponibili. Ma la presenza di tempi di ricarica dopo ogni colpo, unita ad una certa precisione richiesta per colpire gli avversari col mirino, alza non poco il livello di difficoltà: dimentichiamoci i brawler a visuale 2d laterale, qui colpire gli avversari sarà tutta questione di puro tempismo e precisione, uniti ad una certa componente strategica per sfruttare l’ambiente a disposizione. Se siete pronti ad essere splatterati diverse centinaia di volte in qualche arena sperduta della galassia, ecco a voi Hot Shot Burn!

Il gioco si presenta subito per il suo scopo: divertire in modo “ignorante” e senza troppi pensieri. Partiamo dalla presenza costante di una telecronaca stile NBA, ci accompagnerà nelle fasi salienti prima, durante e dopo ogni match. I personaggi a disposizione sono umani ed alieni stereotipati, dotati di armi da fuoco ognuna diversa dall’altra. Possiamo scegliere se giocare online, con una partita veloce assieme ad altri giocatori scelti casualmente o creando una lobby. Oppure in locale, da soli o in co-op con i nostri amici fino a quattro giocatori. Nel gioco solitario possiamo decidere quanti avversari bot aggiungere, per duelli 1v1 o tutti contro tutti, questi ultimi senz’altro più divertenti perchè aumentano la durata e l’imprevedibilità degli incontri.
Per ogni match viene scelta a caso un’arena tra quelle disponibili, alle quali se ne aggiungono altre ottenute come bonus dopo una serie di incontri. Dopo ogni match viene mostrato un podio fino a 4 giocatori, nel quale ciascuno di essi ottiene un certo numero di punti in base alle kill ottenute ed altri bonus, venendo elevato in altezza. Di default, i punti necessari per la vittoria sono 50 (parametro liberamente modificabile nelle opzioni). Appena un giocatore li raggiunge, è ad un passo dalla vittoria: gli basterà sopravvivere ad un ultimo match per vincere.
Questione di mira
Lo scopo è di muoverci nell’arena, facendoci scudo con muri ed altri elementi dell’ambiente circostante, cercando di non finire nel mirino degli avversari e sparando col giusto tempismo per anticiparli, ma soprattutto con una mira pressochè perfetta. Sì perchè, in quanto a mira delle armi da fuoco, Hot Shot Burn non ammette tolleranza d’errore: il nostro mirino dev’essere perfettamente allineato verso l’avversario, altrimenti non riusciremo a colpirlo. Ad una buona dose di mira richiesta, si aggiungono i tempi di ricarica. Hot Shot Burn non permette di sparare a raffica, ma obbliga il giocatore a sparare al momento giusto per poi dover attendere qualche secondo perchè la propria arma si ricarichi, trasformando temporaneamente il mirino in un’icona “loading” ad orologio. In più occasioni ci è capitato di ammirare l’incredibile abilità di due bot che, faccia a faccia a pochi metri in-game di distanza, per almeno un minuto si sono sparati addosso con un tempismo perfetto ma evitando sempre l’uno i colpi dell’altro, attendendo il tempo di ricarica per poi sparare di nuovo. Tentativo provato anche dal sottoscritto, con scarso successo: basta girare l’angolo sbagliato, un avversario ci spara con una mira pressochè perfetta e bum, siamo a terra.
Divertente, splatter ma soprattutto molto, molto punitivo. E questo è forse uno dei difetti del gioco: va bene essere divertente ed aperto a qualsiasi età ed utente, ma tempismo e mira richiesti sono relativamente esagerati e richiederanno non solo tanto allenamento e strategia, ma anche fortuna. Se a volte moriremo per aver sbagliato mira o aver sparato con un leggerissimo ritardo rispetto all’avversario, altre volte verremo colpiti da proiettili rimbalzati contro un muro o saremo vittime dell’esplosione di qualche elemento ambientale colpito dagli altri, ad esempio un barile esplosivo. Quest’ultimo è soltanto uno degli elementi presenti nelle arene che, se sfruttati nel modo ed al momento giusto, possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Ci capiterà ad esempio una location sott’acqua, che renderà facoltosi i nostri movimenti impedendoci di muoverci con precisione. Oppure un’arena con alcuni punti di teletrasporto, da sfruttare soprattutto per cogliere alle spalle un nemico vicino al punto d’arrivo.
Ci vengono incontro alcuni potenziamenti recuperabili nell’arena, tra cui soprattutto gli scudi. Ottenendo uno scudo, esso si mostra con una forma sferica azzurra attorno al nostro personaggio, e ci fornisce il vantaggio di poter essere colpiti una volta senza morire, perdendo però lo scudo stesso. Questi si rivela utilissimo negli scontri frontali: a noi basterà un colpo solo per annientare l’avversario, mentre quest’ultimo dovrà colpirci due volte per avere la meglio, evitando al tempo stesso di essere colpito da noi. Se invece fossimo lontani dall’epicentro dello scontro a fuoco tra altri giocatori, lo scudo ci permetterebbe di avvicinarci a loro e tentare di coglierli alle spalle senza troppi rischi, permettendoci eventualmente di subire il fuoco avversario senza morire all’istante.
Il confronto
Mentre scriviamo, Hot Shot Burn è disponibile sul Nintendo eShop al prezzo scontato di 13,49 €. Per ciò che offre è sicuramente un prezzo onesto. Bisogna però tener conto di un aspetto fondamentale, che potrebbe variare da utente ad utente a seconda dei gusti personali per titoli del genere. Nonostante la difficoltà di colpire per primi gli avversari, unita ad una certa frustrazione durante le prime partite nelle quali verremo sopraffatti facilmente, il gioco si presenta con un gameplay divertente con pochi e semplici comandi che permettono di immergersi subito nell’azione senza pensieri nè tutorial di alcun genere. Se avvicinato col giusto approccio, può quindi offrire un certo numero di ore di divertimento, soprattutto se giocato assieme a più di un amico. Per dovere di cronaca riportiamo la totale assenza dell’Italiano, sia parlato che testuale, tra le lingue selezionabili. Non certo imprescindibile per questo genere poichè, per chi non mastica l’Inglese, la lingua italiana sarebbe indispensabile in un RPG ma non certo in un party brawler, quindi una piccola mancanza ma che influisce davvero poco sul gioco in sè.
Il difetto più grosso, invece, risiede in una certa ripetitività. Se è vero che il gameplay è divertente, le arene sono piuttosto piccole e (purtroppo) a schermata fissa, rischiando di stufare ben presto quella percentuale di utenti che vorrebbe vedere a schermo soltanto il proprio personaggio e potersi muovere liberamente in enormi location per cogliere di sorpresa l’avversario alle spalle, piuttosto che condividerne una schermata fissa senza poter sfruttare l’elemento sorpresa poichè gli avversari ci vedono sempre e comunque. Certo, nessuno è qui a pretendere che questo titolo ci potesse offrire qualche vastissima location all’aperto come Fortnite o Apex Legends, ma forse si poteva fare qualche sforzo in più per ampliare le arene con uno split-screen per ogni personaggio in gara, rendendo così molto più vario ed imprevedibile lo scontro. Un piccolo grande limite per un titolo che, in fin dei conti, diverte ma potrebbe anche stancarvi presto. Come già detto, ciò dipende molto dall’approccio e dalle aspettative che avrete a riguardo.