Conosciamo Hyper Light Drifter da almeno tre anni, quando è stato rilasciato dapprima per Steam per poi vedere la luce anche su PS4 e Xbox One. In quest’arco di tempo, di recensioni sul titolo di Abylight Studios ne abbiamo lette un po’ ovunque, con pareri più o meno concordi sulla riuscita positiva di questo titolo. Mancava però qualcosa: la nostra recensione. Non importa se il gioco sia stato rilasciato tre anni fa o se la Special Edition per Switch sia uscita nel 2018, perchè si tratta di uno degli indie che ha fatto parlare di sè davvero tanto prima del suo rilascio sul mercato. Un gioco in pixel art ispirato ad alcuni successi del leggendario SNES. Ma è giusto ricordare che, al momento della sua uscita, Hyper Light Drifter è apparso diverso da come sembrava nei trailer visti fino a quel momento: un gioco dall’elevato livello di difficoltà che ha fatto innervosire non pochi giocatori, molti dei quali si sono arresi decidendo di abbandonarlo e pentendosi dell’acquisto nonostante l’indubbia a qualità del gioco. A questo si è aggiunta una narrativa volutamente confusa, che lascia al giocatore molte domande. Il tutto è in realtà la trasposizione in videogame delle enormi difficoltà riscontrate dal suo creatore Alex Preston, causate da seri problemi di salute che ne hanno rallentato lo sviluppo.
Chi ha detto RPG?
Come già detto, fin dall’inizio del gioco ci facciamo diverse domande che non trovano risposta. Nei dialoghi con gli NPC il testo è assente, limitandosi a qualche segno che va interpretato dal giocatore. Ma la prima vera domanda è su chi sia l’eroe da noi impersonato, e in che luogo ci troviamo. Il protagonista è un Drifter, creatura umanoide che sembra avere gravi problemi di salute – in correlazione con l’autore del gioco – ben visibili quando ogni tanto rallenta e vomita apparentemente senza agenti esterni che possano condizionarne la salute. Il Drifter intraprende un viaggio alla ricerca di una cura, in un mondo post apocalittico in cui natura e tecnologia sembrano coesistere tranquillamente.
Una volta raggiunta la città scopriamo che la mappa di gioco è suddivisa in quattro zone, ognuna con le proprie peculiarità, che possiamo affrontare nell’ordine che vogliamo. Per completare ogni zona dobbiamo trovare quattro frammenti energetici che ci apriranno il passaggio. I progressi di ogni zona vengono registrati in una figura geometrica presente al centro della città di cui sopra. Vi sono negozi in cui possiamo comprare potenziamenti per le armi e nuove abilità, che si aggiungeranno alla spada in nostro possesso e al dash in avanti indispensabile per saltare da una piattaforma all’altra in molte zone del gioco. Non c’è esperienza da guadagnare nè livelli da aumentare, il modo per potenziare il personaggio è quello descritto qui sopra. Quindi, nonostante il gioco venga descritto come un action adventure rpg, possiamo evidenziare soprattutto le prime due come caratteristiche realmente implementate nel gameplay – ricco di esplorazione e combattimenti di una certa difficoltà – mentre i puzzle si riducono al minimo con la sola ricerca dei frammenti in ogni zona e gli switch per attivare i ponti o le ricariche per la propria energia vitale, attivabile con un pulsante solo se ne abbiamo con noi una riserva.
Gameplay spietato o rilassato?
Come già accennato nell’introduzione, Hyper Light Drifter è un gioco abbastanza difficile. Fin dall’inizio del gioco accadrà di bloccarsi in alcuni punti degli scenari, data la presenza in gran numero di nemici di tipologia mista: alcuni simili a ninja che saltano più volte da un punto all’altro per poi spararci addosso, altri che sparano da fermi con una frequenza tale da renderci molto difficile l’avvicinarci e sconfiggerlo corpo a corpo. In questi ultimi casi è meglio usare l’arma da fuoco in dotazione impugnandola con un tasto, sparando con l’altro e prendendo la mira con l’analogico destro; purtroppo i colpi sono in numero molto limitato, e si ricaricano solo con i fendenti nel combattimento ravvicinato. Uno dei modi migliori per attaccare è di usare il dash e colpire col giusto tempismo, dopo aver schivato eventuali proiettili nemici. Purtroppo su Switch non sempre vengono mantenuti i 60 fps, soprattutto in modalità portatile quando sullo schermo affrontiamo numerosi nemici che ci sparano addosso all’impazzata: ma benchè sia facile riscontrare qualche calo di framerate, l’esperienza di gioco intensa e dinamica tende a minimizzare questi piccoli problemi.
Prima di ogni combattimento è importante studiare il numero dei nemici concentrati in alcuni punti del livello, la loro posizione e i movimenti di ciascuno. Perdere anche una ventina di secondi per fare un’attenta analisi dei nemici presenti, valutando in che ordine ed in che modo affrontarli, può essere fondamentale per la buona riuscita dello scontro. Questo discorso si amplia esponenzialente per i boss, che possono essere sconfitti grazie ad una notevole abilità di movimenti e soprattutto con la strategia giusta. Ma realisticamente parlando, in alcuni punti è facile morire molte volte e ripartire dal checkpoint più vicino, rischiando di esasperarci dopo decine di tentativi nel superare alcuni punti in cui i nemici sono così numerosi che rischiamo di tirare spadate a caso nella speranza di colpirne qualcuno.
La difficoltà elevata non toglie che Hyper Light Drifter sia un gioco ben realizzato, ma è nostro compito vedere se la Special Edition su Switch sia all’altezza delle aspettative. È stata aggiunta una nuova zona dalla difficoltà non molto elevata, ma con un boss davvero ostico che richiederà molto allenamento per essere affrontato ad armi pari. Sconfiggendolo si ottiene un nuovo equipaggiamento utile per scoprire oggetti segreti più facilmente. Il pacchetto include anche due nuove armi: un lancio di spada a distanza con giravolta annessa, ed una pistola congelante. Purtroppo, però, nessuna di queste due armi può essere potenziata. Come ultima aggiunta c’è la possibilità, una volta finito il gioco, di ricominciarlo usando l’Alt Drifter, una versione alternativa dell’eroe della prima run. Benchè questi elementi non aggiungano chissà cosa al gioco, l’insieme rende comunque questa Special Edition per Switch il pacchetto più completo disponibile sul mercato di Hyper Light Drifter.
Contenuti extra a parte, se dopo tre anni non foste ancora a conoscenza di Hyper Light Drifter, siamo tenuti a consigliarne l’acquisto tenendo presente l’alto tasso di sfida nei combattimenti, che li rende adatti in modo particolare a chi abbia già familiarità negli action adventure, specie nei combattimenti in cui veniamo attaccati contemporaneamente da un certo numero di nemici. Per il resto, il gusto è relazionato al comparto tecnico volutamente a 16 bit, che fa valere la pixel art in una delle migliori rappresentazioni videoludiche viste finora, lasciando però che sia il gameplay il punto focale del titolo.