Il mondo dei videogames è stato sempre un territorio “neutro” dove politica, religione, sesso e razza non hanno mai avuto un peso specifico. Un luogo immacolato in cui, sviluppatori e case di produzione, hanno sempre mantenuto le distanze da qualsiasi influenza, precisando qualora i prodotti proposti contenessero alcuni di questi elementi, che sono “puramente opere di fantasia”. Le dichiarazioni di Christian Picciolini, ex-membro di organizzazioni neonaziste americane, sono state per (quasi) tutti un fulmine al ciel sereno.
Affiliato fin da adolescente ad uno dei gruppi più violenti operanti nell’area di Chicago (capaci perfino di allestire un armeria utile alla realizzazione di un colpo di stato) Picciolini ha successivamente rinnegato il suo credo nel 1996, promuovendo e partecipando ad iniziative di senso totalmente opposto.
Intervistato da Reddit ha recentemente dichiarato che “i neonazisti usano anche i videogames multiplayer per reclutare nuovi adepti” riferendosi in particolare a quelli di maggior successo quali Call of Duty, Minecraft e Fortnite. Il sistema è alquanto semplice, i “reclutatori” partecipano alle sessioni on-line, dove avviene il primo contatto (messaggio, richiesta di amicizia) successivamente approfondito sui forum dedicati. La giovane età, l’inesperienza e le collaudate tecniche di “lavaggio del cervello” fanno il resto. Inutile aggiungere che il campanello d’allarme sia già suonato per tutte le software house (e non solo per quelle dei titoli menzionati in precedenza) pronte ad aumentare i controlli a tutela dei propri consumatori. Il problema è che per quanto siano efficienti nelle loro ispezioni,senza il supporto di tutti (NOI COMPRESI) non riusciranno mai a fermare questa piaga.
STOP AL RECLUTAMENTO
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo? In primis iniziamo ad utilizzare gli strumenti preposti alla segnalazione dei contenuti offensivi,presenti in tutti i titoli dotati di multiplayer. Quante volte vi è capitato di incontrare giocatori con svastiche,croci celtiche,aquile e fasci contenute negli emblemi associati al nome? Quante volte nelle chat vocali si sentono insulti razzisti, xenofobi o religiosi? Vi basterà selezionare il nome del soggetto incriminato e, un comodo menù vi consentirà di far partire la procedura di segnalazione in pochi secondi. Un piccolo gesto di civiltà in cambio del divertimento e della spensieratezza che il mondo dei videogames ci ha sempre regalato.