Ubisoft in questo fine 2020 ha finalizzato tutti i suoi sforzi, regalandoci una triade quantomeno interessante, composta da Watch Dogs Legion, Assassin’s Creed Vahalla e Immortals Fenyx Rising. Quest’ultima produzione, targata Ubisoft Anvil, rappresenta sia la fine del 2020 per l’azienda francese, che una sorta di quadratura del cerchio. Infatti, questa nuova IP è venuta agli onori della cronaca sia per le molteplici assonanze con The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild ma anche per il suo combat system, mutuato da Assassin’s Creed Odyssey. Quest’ultimo, una volta slegato dalla serie degli assassini, assai criticata da alcuni utenti proprio per il nuovo corso intrapreso, sembrava proporre un maggiore potenziale. Ebbene, dopo un quantitativo di ore soddisfacente, anche se un po’ in ritardo, siamo pronti a rivelarvi se la premesse sono state tramutate in un risultato finale da promuovere o meno.
Trama
La storia di Immortals Fenyx Rising sfrutta come ambientazione una mitologica isola d’oro creata dal celebre inventore Dedalo. In questa mitica terra di idillio tuttavia la pace non è destinata a durare. Infatti il Titano Tifone, scappato dalla sua prigione montuosa, ha attaccato gli olimpici, rubando le loro essenze divine, corrotto gli eroi classici e trasformato in pietra gli abitanti dell’isola. In questa situazione disperata l’ultimo baluardo rimane Fenyx, un/una giovane ragazzo/a la cui nave ha fatto naufragio sull’isola dopo una forte tempesta. A seguito della scoperta che suo fratello e i suoi compagni sono stati trasformati in pietra, il/la protagonista si imbarcherà in un’impresa “titanica” per salvare dei e mortali.
Basandosi su ciò che ho scritto finora, per molti la storia narrata da Immortals Fenyx Rising non brillerà di certo per l’originalità, ma c’è un elemento che riesce a ribaltare la situazione. I narratori dell’avventura saranno Prometeo e Zeus. Il padre degli dei, salvatosi dall’attacco poiché recatosi negli Inferi a far bisboccia prima che Tifone si liberasse, si reca da Prometeo per convincerlo ad aiutarlo. Quest’ultimo gli propone allora una sfida: se Fenix riuscirà dove gli dei hanno fallito, allora lui sarà liberato dalle sue catene, altrimenti lo aiuterà come può. Il viaggio del giocatore sarà quindi accompagnato dalle suadenti capacità narrative di Prometeo e dalle divertenti e onnipresenti battute di Zeus. Ovviamente il duo comico darà vita a simpatici siparietti che rappresentano il motore roboante della comicità pungente, caratterizzata da battute non sempre riuscitissime e tanti riferimenti al mito e alla cultura greca.
Le assonanze con Breath Of the Wild
Partiamo subito dall’elefante nella stanza. Le somiglianze con The Legend Of Zelda: Breath of the Wild sono sicuramente evidenti, eppure, nonostante la presenza di meccaniche decisamente derivative, il gioco riesce ad amalgamarle, inglobandole e personalizzandole sapientemente, raggiungendo una propria identità. Ad esempio, come nel titolo Nintendo la stamina, chiamata in questo caso “resistenza”, governerà molte delle azioni del giocatore, calando inesorabilmente a meno che non si ricarichi facendo riposare il personaggio o consumando funghi e pozioni. Eppure tutte le aree della mappa presentano un level design studiato proprio per sfruttare al meglio la meccanica e conferiscono anche un certo senso di progressione, legato al potenziamento della resistenza, che fa sembrare questa meccanica quasi naturale per Immortals Fenix Rising.
Un’altra similitudine riguarda il metodo con il quale si sblocca la mappa di gioco. In effetti, ogni regione dell’isola non sarà visibile sul menu della mappa a meno che prima non si salga sulla relativa statua e si “sincronizzi” il paesaggio. In realtà, va specificato che, sebbene il meccanismo sia quasi identico a quello proposto nell’ultimo Zelda, può essere visto come una sorta di rimodellazione dei più noti punti di osservazione della saga di Assassin’s Creed. Infatti questa caratteristica e l’aggiunta della vista acuta, usata per segnare sulla mappa punti d’interesse, mettono subito in chiaro che ci troviamo davanti ad un gioco Ubisoft. Inoltre, per supportare il giocatore nell’esplorazione dell’Isola d’oro, il gioco mette a disposizione alcuni meccanismi per il viaggio rapido, le Ali di Dedalo, del tutto simili alla paravela di Link, e varie cavalcature, addomesticabili in modo molto simile ai cavalli nell’ultimo Zelda. Due strumenti che, ancora una volta, non sono originali ma azzeccatissimi per muoversi in un open world non orientato all’esplorazione, bensì allo svolgimento delle attività secondarie.
Atena sarebbe fiera di te, forse…
Non bisogna neanche tacere di come la presenza di enigmi ambientali porti a situazioni, proposte all’interno di dungeon detti Cripte del Tartaro, fin troppo simili a quelle presenti nei Sacrari di BotW. Tuttavia, questa aggiunta rappresenta qualcosa di veramente positivo dato che gli enigmi proposti non sono mai eccessivamente complessi o frustranti. In effetti, nell’essere abbastanza accessibili a tutti, risultano il giusto intermezzo tra un combattimento e un’altra attività secondaria, come le prove di abilità con l’arco. Bisogna sottolineare che tali enigmi, sebbene siano legati anche ad attività sparse sulla mappa, trovano la loro naturale espressione nelle già citate Cripte. In particolare tra quest’ultimi si distinguono le Cripte degli Dei, dungeon dove recuperare l’essenza delle divinità, strutturati in modo tale che la componente puzzle diventa predominante e mostra tutto il suo fascino ludico.
Primi passi
Ma torniamo al principio: prima che il giocatore si getti nella mischia, verrà accolto dalla schermata contenente un editor del personaggio assai basico e dalle scelte limitate. In sostanza si potrà scegliere il sesso del protagonista e selezionare tra i pochi preset disponibili quello che più aggrada per lo specifico tratto fisico (ad esempio la pettinatura). Bisogna intendersi, la mancanza di una maggiore libertà nella personalizzazione non è una mancanza vera e propria in un titolo come questo, ma l’editor proposto va a soddisfare la voglia di rendere un minimo più personale la propria avventura. Si può comprendere infatti fin da subito che le meccaniche ruolistiche presenti fungono da supporto alla dinamicità dell’azione e all’esplorazione dell’open world, e non tanto ad un fine prettamente di interpretazione e scelte del personaggio. Il risultato finale colpisce in positivo, anche di più di quanto ci si poteva aspettare, arrivando ad amalgamare diverse anime in un ottimo mix.
I primi passi nel gioco corrispondono con il suo prologo, nel quale il giocatore potrà familiarizzare con le meccaniche di base e in cui gli verrà rivelato lo scopo della sua missione. L’eroe o eroina dovrà liberare le essenze divine di Ares, Atena, Afrodite ed Efesto così che lo possano aiutare a sconfiggere Tifone. Per raggiungere questo obiettivo, si esploreranno le macro-aree della mappa, all’interno delle quali sono presenti sia attività secondarie che missioni legate alla main quest. Quest’ultime consisteranno in una serie di compiti affidateci dalla relativa divinità così da liberarne l’essenza e restituirgli tutto il suo potere divino. Vien da sé che dedicarsi alle sole missioni legate al proseguo della storia comporterà un certo quantitativo di ore, il quale invece aumenterà di molto se si decide di affrontare le attività secondarie strettamente legate allo sviluppo del personaggio.
Sempre meno mortale
Ad ogni modo, va sottolineato che seppure ogni area di Immortals Fenix Rising sarà fin da subito raggiungibile, i nemici al loro interno avranno una barra della vita diversa, indicante la loro resistenza agli attacchi. Quindi è assai consigliato affrontare determinati nemici una volta che si sono potenziate sia l’equipaggiamento che le abilità e le statistiche (vita e resistenza) del personaggio. Ad esempio, per aumentare la barra della vita di Fenix sarà necessario reperire dell’ambrosia, mentre per la resistenza saranno necessari i fulmini di Zeus. Entrambe possono essere ottenute come ricompense da missioni secondarie, affidate al giocatore nella Sala degli Dei, oppure recuperate in giro per la mappa, nel caso dell’ambrosia, e all’interno delle cripte del Tartaro, per quanto riguarda i fulmini di Zeus.
Le possibilità di potenziare il personaggio riguardano anche un certo numero di abilità, che potranno essere sbloccate e migliorate, così come stamina e vita, nella Sala degli Dei. Infatti, in quello che a tutti gli effetti è proprio un hub di gioco, sarà possibile potenziare il/la protagonista, migliorarne l’efficacia di armi e armature, modificarne l’aspetto fisico, creare delle pozioni utili in determinate situazioni e accettare missioni giornaliere e non. Nello specifico, per sbloccare le diverse abilità del personaggio che miglioreranno le sue capacità combattive e di movimento, si dovranno collezionare le Monete di Caronte. Queste ultime sono ottenibili in seguito al completamento di alcune attività secondarie, come puzzle ambientali o sfide di abilità con l’arco. Chiudono il cerchio le benedizione divine, in sostanza dei bonus, tre per ognuna delle quattro divinità da aiutare, che vengono sbloccate singolarmente come ricompensa per il completamento di una missione principale.
Un’odissea di armi
Approcciandosi al combat system se ne percepisce subito l’immediatezza delle meccaniche, concentrate principalmente sulle possibilità offerte da arco, spada e ascia. C’è anche la possibilità di effettuare un parry col giusto tempismo o di rallentare il tempo qualora si schivi un attacco nemico al momento giusto. Inoltre, ogni arma e armatura condividerà con gli altri oggetti della sua categoria lo stesso valore di attacco o difesa (niente numeri quindi), ma offrirà bonus unici legati a situazioni particolari (ad esempio il recupero di parte della vita qualora si stordisca un nemico). A tutto ciò si aggiungono le varie abilità sbloccate, le quali variano da combo più efficaci per spade ed asce ad altre maggiormente slegate dall’inventario del personaggio, come l’attacco fiammeggiante di Fosforo.
L’immediatezza del combat system e la possibilità di scegliere se sfruttare tutte le combinazione di attacco o usarne una parte comporterà una certa spettacolarità degli scontri senza sacrificarne l’accessibilità. Tuttavia, chi cerca un certo grado di sfida è caldamente invitato a selezionare un livello di difficoltà maggiore di quello normale. In caso contrario sarà messo a dura prova dalla gestione non sempre ottimale della telecamera all’interno degli scontri piuttosto che dal bestiario proposto. Quest’ultimo non è particolarmente ricco e potrebbe farsi strada un leggero senso di ripetitività visto che spesso i nemici base vengono riproposti potenziati, ma con un pattern d’attacco identico o molto simile. Di contro, gli scontri coi boss rivelano maggior cura soprattutto quelli contro i quattro eroi greci corrotti da Tifone.
Lato tecnico ed estetico
Puntando gli occhi sul comparto tecnico di Immortals Fenyx Rising ci si può rendere conto di come sia una produzione “cross-gen”, per certi versi ancorata alla generazione appena passata. Si tratta di pochi elementi che hanno fatto capolino, con le dovute eccezioni, in questi lunghi sette anni, in primis animazioni un po’ troppo rigide. Di contro, il gioco si rivela una delle produzioni di Ubisoft più solida dal punta di vista tecnico, complice probabilmente una grafica meno fotorealistica. Ogni zona della mappa è caratterizzata da un’estetica caratterizzante, strettamente legata a doppio filo al dio a cui è associata: ad esempio la Valle dell’Eterna Primavera di Afrodite o la Tana della Guerra di Ares. Naturalmente alcune potranno sembrare ed essere meno ispirate di altre, ma in generale l‘estetica “cartoon” risulta appropriata e regala scorci dai colori veramente sgargianti.
Immortals su PS5
Oltre che aver giocato a fondo la versione PS4, abbiamo avuto modo anche di testare Immortals Fenyx Rising su PlayStation 5, grazie allo smart delivery assicurato da Ubisoft. Se possedete il gioco in digitale, vi basterà scegliere dallo store quale versione scaricare; se invece avete il disco blu ray, basterà accedere allo store e riscattare la versione PS5, che potrete installare sull’SSD della console (per giocare sarà comunque necessario inserire il disco).
Il titolo sulla next-gen di Sony giova di evidenti migliorie, sia dal punto di vista grafico, con più dettagli e colori più vividi, sia per quanto riguarda le performance, con un framerate più fluido e stabile. Immortals offre anche il supporto alle peculiari funzionalità del controller DualSense, in particolare il feedback aptico dei grilletti, che per esempio si nota nel momento in cui si utilizza l’arco. Non siamo naturalmente ai livelli di Astro’s Playroom, ma è stata una piacevolissima sorpresa trovare già questo tipo di supporto in un titolo di terze parti e cross-gen.
Conclusioni
Immortals Fenyx Rising è un titolo che è riuscito ad andare ben oltre le aspettative di molti. Forse soprattutto grazie anche alla possibilità di osare un poco con delle meccaniche indubbiamente derivative, ma cucite su un prodotto concettualmente diverso dalla sua ispirazione, in grado di rivendicare un’identità propria. Infatti, la nuova IP dell’azienda francese parte da buone fondamenta, che riadatta e convoglia nella “formula classica Ubisoft”, creando un mondo non eccessivamente vasto, ma denso di attività da compiere. Eppure, se inizialmente tale densità può sembrare superficialmente ripetitiva, si rivela più fluida grazie ad un gameplay immediato e a ritmi di gioco ben studiati. A tutto questo si aggiunge, come ciliegina sulla torta, una narrazione ricca di humor che risulta assai più impattante di quanto non sembri.