In questa generazione di videogiochi, una software house che ha consolidato il proprio ruolo nel mercato videoludico è Paradox Interactive. L’azienda ha raggiunto un tale traguardo anche grazie alla figura di Johan Andersson. Se l’uomo di punta per Konami è stao Kojima, o per ID Software inizialmente fu John Romero, per Paradox è ancora, tuttora Johan Andersson, che ha lavorato a molti dei progetti più importanti sotto l’etichetta dell’azienda svedese.
Da un background simile nasce Imperator: Rome, seguito spirituale di Europa Universalis: Rome, che a partire dal 25 Aprile sarà disponibile su Steam e su Paradox Launcher. Si tratta di uno strategico che porterà il giocatore a rivivere il periodo storico dell’impero romano. Di conseguenza, proponendo un’ambientazione storica che può giovare tantissimo da meccaniche di questo genere, le mie aspettative e quelle di molti erano piuttosto alte. Saranno state ripagate?
All’alba dell’impero
Se avvierete il gioco da Steam, sarete rimandati al Paradox Launcher, che sarà necessario per completare l’avvio del gioco e per accedere al multiplayer online. Infatti sarà possibile usufruire della modalità solo se si registrerà un account Paradox, associato all’omonimo launcher. Ad accompagnare ovviamente il multiplayer, vi sono le modalità single player, ossia Campagna e Tutorial. Quest’ultima vi metterà nei panni del popolo romano, introducendovi alle meccaniche principali del gioco e dandovi una serie di obbiettivi da raggiungere. Eppure il giocatore non è introdotto a tutto ciò che è completamente necessario, dato che starà a lui comprendere come i diversi campi di azione possano influenzarsi vicendevolmente. Ad ogni modo, proprio perché servirà un certo periodo di “rodaggio”, è assolutissimamente consigliato servirsi del Tutorial.
La modalità Campagna ci porterà nel 304 a.C. o come segnato dal gioco nel 450 Ab Urbe Condita all’interno di una mappa, che corrisponde al mondo allora conosciuto. All’interno di essa potremo scegliere una qualsiasi nazione tra quelle presenti nel gioco, ognuna caratterizzata da un leader iniziale o da elementi propri o comuni ad altri, come forma di governo, religione o cultura. Inoltre, tra queste il gioco ne va a raccomandare alcune al giocatore con caratteristiche diverse tra loro, ossia Roma, Macedonia, Egitto, Cartagine, Frigia e il regno dei Seleucidi. Compiuta la nostra scelta, e impostato il livello di difficoltà della partita, finalmente si inizia: da qui comincerà la nostra avventura nella storia, che ci renderà protagonisti del nostro passato in una miriade di opzioni.
Così tante possibilità e un solo impero
Il gioco ci permette di sfruttare una serie di azioni divise in vari campi d’interesse raccolte e riassunte nei vari menù dell’interfaccia di gioco, che risulta nell’insieme comunque ricca di elementi ma comprensibile. Difatti avremo National Over view, Goverment, Military, Technology, Religion, Economy, Diplomacy, Decision, Trade, Mercenaries.
Ad esempio, il primo offre una panoramica sul tipo di governo, le province conquistate, il tipo di politica adottata, la lealtà di ogni regione e i governatori di queste ultime. In particolare sarà importante scegliere le personalità giuste, basandosi su un sistema di statistiche associate ad ogni personaggio. Diversamente, il menù Technology corrisponde al classico albero di ricerca, diviso in quattro rami: Militare, Civico, Oratorio e Religioso. Il primo è legato agli aspetti che riguardano l’aspetto omonimo, il secondo alla sfera della gestione dell’impero, e gli ultimi due al ramo della diplomazia. In sostanza sono uno degli strumenti necessari al giocatore per costruire il proprio impero.
Affianco a queste meccaniche ve ne sono altre legate alla gestione delle città, che andranno a modificare alcune delle loro caratteristiche. Sebbene l’aspetto gestionale possa sembrare leggermente più scarno e diretto rispetto ai corrispondenti in altri strategici, come Civilization VI, non sono assolutamente da sottovalutare. Infatti esistono solamente quattro categorie di costruzioni: Mercato, Campo militare, Fortezza e Granaio. Ad ogni modo, gli edifici che riusciremo a costruire avranno specifici effetti: ad esempio, il granaio influenzerà la crescita della popolazione, che porterà alla nazione più tasse e/o un maggior numero di soldati da reclutare.
Si vis pacem, para bellum
L’obiettivo principale è ovviamente espandere il proprio territorio, e la guerra sarà lo strumento più diretto, ma non sempre il più adeguato. Difatti un atteggiamento aggressivo potrebbe causare del malcontento interno, che potrebbe comportare una perdita di popolarità del nostro leader. Inoltre, un approccio eccessivamente espansionistico aumenterà lo status negativo “War Exhaustion” o potrebbe portare il giocatore ad annettere popolazioni con un basso livello di lealtà, che potrebbero scatenare delle guerre civili. Insomma, l’ideale è trovare il giusto equilibrio tra belligeranza, politica e diplomazia. Infatti, servendosi di alcune azioni di queste due aree, non solo si è in grado di procurarsi degli alleati, ma si possono convertire popoli alla propria cultura o religione, o costruire un vero e proprio casus belli e ridurre l’impatto negativo di una guerra.
Non ci sono battaglie campali. In Imperator: Rome la pianificazione è primaria, e gli scontri si decidono attraverso un’attenta composizione della propria armata. Ogni conflitto sarà basato su un sistema che vedrà le diverse tipologie di unità terrestri e navali avvantaggiate su alcune, e svantaggiate contro altre. Un’altra scelta che influenzerà i combattimenti è quella del generale della nostra armata, che sarà dotato di statistiche che influenzeranno le capacità dei soldati. Anche la conformazione del territorio comporterà vantaggi o svantaggi nel caso di aree eccessivamente strette, o caratterizzate da climi sfavorevoli. Difatti, gli elementi finora descritti saranno veramente di fondamentale importanza, tanto che eserciti numericamente inferiori potranno arrivare a sconfiggerne altri più grandi. Chiude il quadro un’intelligenza artificiale piuttosto ripetitiva nelle sue strategie d’attacco, anche se comunque può riuscire ad avere la meglio sul giocatore in alcune situazioni.
Conclusione
In conclusione, Imperator: Rome è un capolavoro del genere strategico. Anche se complesso, ha dalla sua parte una formula già d’esperienza e che riesce nella sua ultima declinazione a sorprendere. Un plauso aggiuntivo viene da un’ottima riproposizione di uno dei periodi storici più importanti, non solo per noi abitanti della nostra capitale, ma di tutta la civiltà occidentale. Insomma, un prodotto che riesce pienamente a soddisfare gli appassionati sia della storia romana che degli strategici. Altamente consigliato.