Siamo giunti ai titoli di coda. Questa infatti è la terza, e ultima, recensione della trilogia targata Sucker Punch Productions. Quest’oggi parliamo di inFamous Second Son, ultimo capitolo dell’amata serie in esclusiva per le console Sony ed il primo, e fin’ora unico, titolo di questa compagnia a sbarcare (oramai) sulla current gen. Quando uscì, però, nel 2014, era uno dei pochi titoli d’impatto dell’ammiraglia Sony e, per questo, sia critica che pubblico, si aspettavano un gioco maestoso, con una resa grafica fuori dal comune ed un gameplay (finalmente) vario e valido, cosa che nei due titoli precedenti lasciava un po’ l’amaro in bocca. Vediamo, quindi, se sono riusciti a sfornare il miglior capitolo di sempre o se invece rimane un buon gioco ma nulla di eccezionale.
Basta Cole, adesso c’è Delsin
Lasciato Cole, il protagonista di inFAMOUS e inFAMOUS 2, ci troviamo a controllare Delsin, un normale ragazzo sui vent’anni. Come tutti quelli della sua età, Delsin è una testa calda e, come molti, ha una persona che cerca di tenerlo in riga. In questo caso si tratta di suo fratello, Reggie, che ci terrà compagnia per tutto il corso dell’avventura e cercherà di farci ragionare ogni qual volta staremo per prendere una decisione secondo lui sbagliata. In questa terza incarnazione del brand acquisiremo i poteri tramite un altro Conduit (ovvero un umano con dei superpoteri), il quale stava scappando dal DUP (Dipartimento Unificato di Protezione) e che noi inseguiremo e cercheremo di catturare. A questo punto anche noi saremo, almeno inizialmente, considerati dei Bio-Terroristi, termine coniato alla fine di inFAMOUS 2, ma che, sempre grazie al karma che sceglieremo di seguire, potremo diventare eroi o no. Acquisiti i poteri, però, faremo la conoscenza di Augustine, il villain del gioco, che ci porterà a cambiare radicalmente le sorti di Seattle, nel bene o nel male. Da qui parte una trama tutto sommato ben scritta e sceneggiata, la quale, soprattutto nella prima parte (ovvero fino alla conoscenza con Fetch, protagonista anche di un DLC stand alone del titolo), mantiene un buon ritmo, ma che nella seconda metà del titolo va a perdersi, non avendo né buone trovate né veri colpi di scena, nemmeno grazie alle scelte morali. Un vero peccato perché in inFAMOUS Second Son i combattimenti sono realmente divertenti e appaganti e, se fossero stati seguiti da una storia intrigante, staremmo di sicuro parlando in altri termini.
Basta elettricità, adesso si passa al fumo… E ad altri tre!
In inFAMOUS Second Son grande importanza è stata data al gameplay che, in questa terza vita, si evolve a qualcosa di più di un semplice shooting con un’ambientazione free roaming. Certo, lo shooting e la possibilità di esplorare liberamente Seattle è sempre il fulcro dell’azione, ma è stato concesso molto più margine all’aspetto da “gioco di ruolo” del titolo. Infatti nel corso dell’avventura Delsin avrà modo di imparare altri tre poteri oltre a quello iniziale del Fumo: il Neon, il Video ed il Cemento (utilizzabile solo nello scontro con l’ultimo boss). All’inizio del gioco, infatti, il protagonista, grazie a questo potere, potrà librarsi in aria per compiere delle lunghe planate ed entrare nelle numerose grate d’aerazione per passare da avere i piedi per terra a volare sopra le abitazioni. Questo per quanto riguarda gli spostamenti (senza dimenticare l’ormai solito free climbing, marchio della serie, che in quest’ultimo capitolo è stato ulteriormente migliorato); per i combattimenti, invece, oltre alle solite saette (questa volta di fumo) potremo letteralmente picchiare i nemici con una catena infuocata, sparare granate o missili e quant’altro. Purtroppo però tutti i poteri che si aggiungeranno avranno tutti questi attacchi e poco più. Sarà possibile, per la prima volta, schivare i colpi nemici con un comando apposito e, come sempre, si ricaricheranno energie e vita utilizzando le numerosi fonti disponibili: canne fumarie e macchine distrutte per il Fumo, insegne per il Neon, schermi per il Video. Ottima anche l’aggiunta di poter decidere dove colpire i malcapitati. Potremo infatti ucciderli con un colpo alla testa per aumentare il nostro karma negativo, oppure ai piedi per neutralizzarli ed aumentare il karma positivo. L’albero delle abilità risulta vario e con qualche abilità veramente intrigante, peccato solo che l’unico modo di aumentare di livello sia distruggendo dei droni sparsi per la città che contengono dei speciali frammenti in grado di potenziarci. Una pecca è anche la totale assenza di missioni secondarie, sostituite con delle attività che ci aiuteranno a liberare la città dalla tirannia del DUP, come la distruzione di posti di guardia, telecamere di sicurezza e poco altro. Questi saranno tuttavia i combattimenti più ardui e intriganti dell’intero gioco, anche grazie al fatto che avremo piena libertà di movimento, in modo tale che né l’AI né la telecamera risultino più un problema che altro. Tutto questo va via via a risultare monotono e ripetitivo, così come la storia principale la quale vi porterà ai titoli di coda in poco più di 10 ore, quadruplicandosi se si vuole finirlo al 100% (ovviamente considerando il fatto che servirà una seconda run per il karma opposto). Insomma inFAMOUS Second Son presenta una buona varietà sul fronte del gameplay ma si perde con missioni ripetitive e monotone.
Una Seattle come non l’avete mai vista
Dal punto di vista tecnico non si può dire nulla, o quasi, a inFAMOUS Second Son. Tutto quello che i fan si aspettavano è stato realizzato. Animazioni veramente ben costruite, sia quelle di arrampicata (comunque ancora migliorabili) o degli attacchi sia quelle facciali, esplosioni ed effetti di luce spettacolari, una draw distance mai vista su console e texture molto ben definite. Tutto ciò inficia sul frame rate, che non si può considerare né ballerino ma neanche rocceo ma che, a volte, si lascia a qualche piccolo singhiozzo che, oggi, potrebbe dare fastidio. Il giorno a Seattle è anche affetto da un pop-up abbastanza marcato ma mai eccessivo. La città risulta popolata da abitanti e vetture ma non sarà mai densa di oggetti in movimento in quanto saranno presenti più i droni e le macchine del DUP che i popolani. Un buon doppiaggio in italiano e delle musiche tutto sommato orecchiabili completano il quadro di un titolo che è si il migliore della serie, ma che non risulta un capolavoro.